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Cronaca

Ponte sul Lamone, la storia travagliata finisce in Regione. Confermata la riapertura a marzo?

Domenica 12 febbraio 2023 è il terzo anniversario dei lavori non conclusi del ponte sul Lamone tra Torri di Mezzano e Grattacoppa. L'assessora Del Conte: "L'impresa anche di recente ha comunicato verbalmente l'intenzione di voler finire i lavori. Tutti ci auguriamo una forte ripresa dei lavori"

Oggi, domenica 12 febbraio 2023, è il terzo anniversario dei lavori non conclusi del ponte sul Lamone tra Torri di Mezzano e Grattacoppa. Gli ultimi tre anni sono stati una lunga storia travagliata, fatta di lavori rimandati e date di riapertura continuamente posticipate.

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La cronistoria

La ricostruzione del ponte fu affidata alla Rcb di Bologna il 12 febbraio 2020, tre anni fa appunto, con l’obbligo di terminarla il 2 marzo 2021. I lavori furono però sospesi una prima volta il 5 marzo seguente perché, durante le operazioni di pulizia delle scarpate del fiume, emerse la presenza di un cavo Telecom che interferiva con le operazioni di demolizione dell’impalcato originale. In seguito alle operazioni di spostamento dell'infrastruttura telefonica, i lavori poterono cominciare il primo marzo 2021 (quasi un anno dopo), con la nuova data di fine lavori fissata al 26 febbraio 2022.

Tre giorni prima del 26 febbraio, però, il Comune autorizzò un altro rinvio al 27 maggio, causa "l’imprevista necessità di costruire sulle strade laterali al ponte delle "terre armate"", ossia strutture in terra rinforzata. Il termine dei lavori venne poi prorogato nuovamente al 25 giugno, altra data non rispettata, a causa di "errori importanti e carenze molto gravi a carico del progetto esecutivo messo a gara", con la sopraelevazione di un metro del nuovo ponte rispetto al vecchio manufatto "che ha sicuramente contribuito allo slittamento dei termini". L'apertura slittò un'ulteriore volta al 30 settembre 2022. Cittadini e imprese della zona insorsero lanciando una protesta social tramite comment bombing con l'hashtag #finiteilpontedisavarna (che ancora oggi viene molto usato su Facebook); protesta alla quale fecero seguito le scuse pubbliche del sindaco Michele de Pascale che utilizzò ironicamente l'hashtag #chiedoscusaperilpontedisavarna, adducendo come causa dei ritardi "le difficoltà di reperimento di materie prime e l'inflazione".

I lavori ripartirono a inizio settembre senza però un nuovo cronoprogramma dei lavori, tanto che i cittadini organizzarono un corteo di protesta, anche per chiedere ristori adeguati: la giunta poi deliberò l'esenzione dal pagamento della Tari e del canone di occupazione suolo pubblico ed esposizione pubblicitaria, ma solo per una trentina di attività danneggiate e non per i residenti. Dopo una seduta infuocata del consiglio comunale, con la protesta a gran voce dei cittadini del forese, venne lanciata una petizione per chiedere compensazioni a titolo di risarcimento per i danni subìti per il lungo protrarsi dei lavori al ponte. A novembre una nuova speranza: il Comune indicò come data di fine lavori il 26 dicembre, ma l'impresa presentò il suo cronoprogramma dei lavori prevedendo invece come consegna il 23 marzo 2023 (data contestata dalla Direzione lavori). A gennaio 2023, però, una nuova tegola: i lavori rallentarono quando il materiale posato sulle rampe non venne accettato dalla Direzione lavori del Comune perchè "non rispondente alle caratteristiche progettuali richieste", con la ditta che si impegnò a rimuovere il materiale. A poco più di un mese dall'ipotetica data di riapertura, i lavori paiono però essere nuovamente in stallo.

I cartelli di protesta affissi nel cantiere del ponte
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Il caso in Regione

Il capogruppo di Rete Civica - Progetto Emilia-Romagna Marco Mastacchi proprio in questi giorni ha presentato alla presidente dell’Assemblea legislativa e alla Giunta Regionale un’interpellanza per sollecitare delle risposte sulla situazione dei lavori sul ponte: "I cittadini continuano a subire i pesanti disagi di questa situazione che si sommano alle criticità economiche di questo periodo - spiega Mastacchi - La resilienza della cittadinanza è messa a dura prova e da ogni parte si chiede all’Amministrazione una data certa di fine lavori". Il consigliere interpella la Giunta regionale e l’assessore competente per sapere "quali provvedimenti conseguenti sono stati o saranno assunti dal comune di Ravenna e con quale tempistica, affinché il ponte non resti incompiuto all’infinito".

L'assessora: "Ci auguriamo una forte ripresa dei lavori"

L'assessora Federica Del Conte, che oltre ai lavori pubblici ha da poco assunto la delega alle grandi infrastrutture, spiega: "Già dalla scorsa estate il Comune di Ravenna e l'appaltatore, in accordo, hanno convenuto di istituire un Collegio Consultivo Tecnico con funzioni principali di assistenza per la rapida risoluzione delle controversie o delle dispute tecniche insorte nel corso dell’esecuzione del contratto di appalto"; Collegio formalmente nominato poi con determina del 17 novembre scorso.

Ma la data del 23 marzo sarà rispettata questa volta? "L'impresa - risponde l'assessora - anche di recente ha comunicato verbalmente l'intenzione di voler finire i lavori. Tutti ci auguriamo una forte ripresa dei lavori, in particolare la costruzione terminale delle rampe in terra rinforzata e quindi una rapida conclusione e apertura del ponte".

A novembre Del Conte aveva spiegato che dopo il 26 dicembre sarebbero scattate le penali, fissate da contratto all'1 per mille dell'importo lavori per ogni giorno di ritardo. Se il ponte dovesse essere riaperto il 23 marzo 2023, si parlerebbe di una cifra intorno ai 200mila euro; se i lavori dovessero invece proseguire, naturalmente la penale si alzerebbe di giorno in giorno. Si è pensato di destinare questi soldi a residenti e imprenditori della zona come forma di "ristoro"? Su questo l'assessora ha preferito non rispondere.

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