rotate-mobile
Cronaca

Ponte sul Lamone, imprenditori disperati: chi ha pensato di chiudere e chi fa due lavori per sopravvivere

A quasi due anni dalle rassicurazioni del sindaco alle imprese del territorio, il ponte è ancora chiuso e non è certo che la nuova data di apertura venga rispettata. Nel frattempo gli imprenditori hanno perso tanti clienti

"Siamo consapevoli dei disagi che i lavori comporteranno per i titolari delle attività economiche e per la cittadinanza. Proprio per questo prima di partire abbiamo messo in campo tutte le verifiche possibili, in modo da essere al massimo grado certi di non incorrere in ritardi durante i lavori. L’impegno per il rispetto dei tempi sarà quindi massimo e daremo aggiornamenti periodici sull’andamento del cantiere". Con queste parole, il 22 febbraio 2021, il sindaco Michele de Pascale rassicurava i residenti e gli imprenditori della zona di Torri, Savarna, Grattacoppa, Conventello e Mezzano in vista della partenza per i lavori del ponte sul Lamone, chiuso un mese dopo per consentirne l’intervento di demolizione e ricostruzione. A quasi due anni dalla visita del primo cittadino alle imprese del territorio, il ponte è ancora chiuso e non è certo che la nuova data di apertura venga rispettata, tanto che lo stesso sindaco - dopo una protesta scoppiata sui social tramite 'comment bombing' all'insegna dell'hashtag #finiteilpontedisavarna - lo scorso settembre si è pubblicamente scusato con i cittadini del forese.

Ponte sul Lamone, la storia travagliata finisce in Regione. Confermata la riapertura a marzo?

Ponte sul Lamone, la rabbia dei residenti: "Per portare mia figlia a scuola spendo 1800 euro in più"

Ponte sul Lamone ancora chiuso: i residenti sdrammatizzano a colpi di "meme" - FOTO

I titolari della ferramenta: "In 35 anni mai vissuto un periodo così difficile"

Tra le attività più penalizzate dalla chiusura del ponte c'è la ferramenta Emporio 2000, a 500 metri dal ponte lato Torri. "Da due anni abbiamo dimezzato il fatturato - spiega Laura Ancarani, titolare del negozio insieme al marito Franco da 35 anni - I nostri clienti affezionati venivano quasi tutti dall'altro lato del ponte, da Savarna, Grattacoppa e Conventello, in cinque minuti erano qui o ci passavano davanti mentre tornavano dal lavoro. Si fermavano anche a comprare le sigarette visto che siamo anche tabacchi, ora ne vendiamo la metà. I clienti sono sempre meno, si disaffezionano, quelli dall'altro lato del ponte vanno giustamente a Sant'Alberto o Mezzano, non possono fare 20 chilometri per venire a comprare magari una cosa da due euro. In più abbiamo spese enormi per le bollette e le tasse".

I due imprenditori hanno anche pensato di chiudere. "Noi siamo stanchi, vorremmo vendere il negozio, ma chi mai comprerebbe un'attività del genere con il ponte ancora chiuso? Quindi teniamo botta, anche se non ci converrebbe perchè alla fine andiamo in perdita. Siamo costretti a stare in negozio girandoci i pollici. In 35 anni di lavoro in negozio non abbiamo mai visto un periodo così difficile. Fosse stato solo per un anno avremmo sopportato, ma qui non si vede la fine dei lavori. Siamo demoralizzati, ci hanno tolto anche la forza di lottare. Sicuramente se il ponte fosse stato in città lo avrebbero già riaperto, il forese è considerato poco".

La visita del sindaco de Pascale ai titolari della ferramenta nel 2021
ferramenta-torri

I due fratelli che hanno aperto un birrificio: "Costretti a fare il doppio lavoro"

Monica e Michele Delira sono due giovani imprenditori che nel 2016 hanno deciso di investire sul forese, aprendo il birrificio artigianale che porta il loro cognome a poca distanza dalla ferramenta di Torri. Ma la chiusura prolungata del ponte ha costretto i due fratelli a rivedere i piani. "Dopo i primi tre anni di attività in cui bisogna rientrare nelle spese ci aspettavamo la svolta: invece prima c'è stato il Covid, poi la chiusura del ponte - spiega Monica - Le vendite dopo la chiusura si sono annullate: il beer shop funziona solo grazie all'e-commerce, i clienti che passavano lì davanti e si fermavano a prendere una cassa di birra sono spariti. E' normale, chi gli fa fare di farsi 20 chilometri per prendere della birra?"

"Noi avevamo puntato tutto sul privato e sugli eventi, invece niente - continua l'imprenditrice - Ogni estate a settembre facevamo una festa nel piazzale, venivano anche mille persone, ma l'anno scorso mi sono rifiutata di farla per la disperazione. I clienti si lamentano, gli piaceva la nostra birra, ma ora non possono più venire a comprarla. Sono andata in Comune, ho manifestato senza puntare il dito contro nessuno, perchè conosco le problematiche che ci sono: ma ormai durano da troppo tempo, e noi siamo stanchi delle false promesse. Io e mio fratello per mantenere le nostre famiglie siamo stati costretti a trovarci un altro lavoro oltre a quello nel birrificio, lavorando anche il sabato, la domenica e durante la notte. Oltre a questo non abbiamo ricevuto nessun tipo di ristoro, non solo economico, ma anche morale: non ci informano mai di nulla. Ci hanno tagliato le gambe".

La visita del sindaco de Pascale alla titolare del birrificio nel 2021
birrificio-delira

Le sorelle della gastronomia: "Siamo stati isolati e abbandonati, ormai è una barzelletta"

Dall'altro lato del ponte, a Savarna, a dicembre 2021 la ex vincitrice di MasterChef Erica Liverani (originaria proprio di Conventello) ha aperto a due passi da casa una seconda gastronomia, dal nome Raflò come quella di via Maggiore a Ravenna, insieme alle sorelle Claudia e Romina. "Abbiamo aperto facendo affidamento sul fatto che tre mesi dopo il ponte avrebbe riaperto - spiega Claudia - Già è coraggioso, se non addirittura incosciente, aprire un'attività in un piccolo paese come questo. Se poi vedi che da parte delle istituzioni c'è un completo disinteresse capisci perchè tanti altri invece non aprano ma, anzi, chiudano. Non voglio dire che ci siamo pentite di avere aperto, però ovviamente abbiamo grosse difficoltà. Non possiamo contare sul bacino di clienti che viene da Torri, Borgo Masotti e Mezzano, ma solo da quelli che provengono dal lato di Alfonsine e Sant'Alberto. Tanti clienti vengono nel negozio di via Maggiore e ci dicono "Sarei andato a Savarna, ma col ponte chiuso ci metto meno a venire a Ravenna", oppure "Se non fosse per quel ponte verremmo più spesso"".

Anche le tre sorelle imprenditrici lamentano una mancanza di comunicazione: "C'è poco rispetto, al di là degli errori palesi veniamo sempre a scoprire le novità dai giornali - continua Claudia - C'è un continuo disinteresse nell'affrontare la cosa e nessun interesse ad accelerare i lavori. Ci sentiamo completamente isolati e abbandonati. Non possono continuare a scaricarsi le colpe a vicenda e a non assumersi mai le responsabilità, ormai siamo diventati una barzelletta. Ci stiamo quasi abituando a questa situazione, e la cosa non va bene, perchè questa non è la normalità".

Claudia Liverani con le sorelle Erica e Romina
raflo-3

Il pizzaiolo: "Ho perso tanti clienti"

Anche Ercole Farinelli, titolare della pizzeria 'Incredibile Pizza' di via Savarna - a un chilometro dal ponte lato Savarna - si unisce al coro di proteste. "Ho perso tutti i clienti che venivano dall'altro lato del ponte - dice l'imprenditore - Parliamo di un calo di fatturato di almeno il 20%. Tanti clienti mi telefonavano per chiedermi se portavo le pizze a domicilio, ma per portarle dal lato Torri devo fare 40 minuti di macchina e non ho neanche il personale per poter fare un servizio del genere, che comunque economicamente non è sostenibile. Il Centro socio-riabilitativo di Torri prima mi ordinava tantissime pizze, era l'unico fatturato "sicuro" che avevo; ora naturalmente non lo fa più. Ci hanno sospeso la Tari, ma è un semplice contentino con tutti i danni che ci hanno causato. Sui ristori ormai siamo rassegnati, chiediamo però che almeno riaprano il ponte al più presto".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Ponte sul Lamone, imprenditori disperati: chi ha pensato di chiudere e chi fa due lavori per sopravvivere

RavennaToday è in caricamento