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Cronaca

"Preveni...Amo", medici e studenti a confronto per conoscere i politraumi

L’appuntamento è nato per aiutare i più giovani a prevenire i politraumi, in particolare da incidente stradale, a partire dal fatto che il trauma è la prima causa di morte e di disabilità nelle persone di età inferiore a 40 anni

Sabato 17 novembre, alle 9.30 al Palazzo dei congressi di largo Firenze, è in programma un meeting tra dottori e ragazzi delle scuole superiori per conoscere e prevenire i politraumi, in particolare da incidente stradale, organizzato da Ausl Romagna, Provincia di Ravenna e Comune di Ravenna, con il patrocinio della Regione Emilia Romagna e dell’Ufficio Scolastico Regionale.

L’iniziativa, dal titolo “Preveni… Amo”, vedrà partecipare medici del Trauma Center dell'Ausl Romagna, professionisti dell'Ospedale di Ravenna e Cesena, esperti della Polizia Municipale di Ravenna e di Cesena, a confronto diretto con gli studenti delle scuole superiori ravennati. L’appuntamento è nato per aiutare i più giovani a conoscere e prevenire i politraumi, in particolare da incidente stradale, a partire dal fatto che il trauma è la prima causa di morte e di disabilità nelle persone di età inferiore a 40 anni. Responsabili dell’evento sono Vanni Agnoletti (Direttore Unità operativa “Anestesia e Rianimazione” di Cesena), Luca Ansaloni (Direttore Unità operativa “Chirurgia d’urgenza” di Cesena), Costanza Martino (medico dell’”Anestesia e Rianimazione” di Cesena – Ausl Romagna).

“Gli incidenti stradali – spiegano gli organizzatori - rappresentano una grave e continua emergenza sociale a livello globale; attualmente in Europa causano circa 26.000 morti, mentre in Italia sono più di 3.000 le vittime di incidente e quasi 250.000 i feriti. Ogni giorno si verificano in media più di 480 incidenti stradali, che provocano la morte di quasi 9 persone e il ferimento di più di 680. Gli incidenti sono la prima causa di morte nel mondo per i giovani di età compresa tra i 15 e i 29 anni. In particolare sono i ragazzi tra i 20 e 24 anni ad essere in percentuale maggiormente colpiti. La morte, inoltre, non è che la punta dell’iceberg. Gli incidenti stradali, infatti, sono anche la principale causa di disabilità nello stesso gruppo di individui, rendendo impossibile per i sopravvissuti il ripristino delle normali condizioni di salute e modificando dunque sostanzialmente la qualità di vita. Sebbene secondo gli ultimi dati Eurostat il numero di incidenti stradali stia diminuendo negli anni, tale diminuzione non è ancora in linea con gli obiettivi fissati per il 2020. In Romagna l’incidenza dei traumi ‘maggiori’ è di circa 1.000 all’anno, di cui 500 afferiscono al Trauma Center di Cesena da tutti i territori romagnoli; di questi ultimi il 50 per cento viene ricoverato in Terapia Intensiva. La mortalità in terapia intensiva è del 10 per cento ed uno su tre dei pazienti dimessi ha esito di disabilità. Da qui – proseguono gli organizzatori - è nato l’obiettivo del Sistema di Assistenza Integrata Traumi (Siat) della Romagna, diretto dal dottor Agnoletti, insieme alla associazione Astra Onlus, per lavorare insieme al cittadino nella sensibilizzazione sul tema trauma e soprattutto alla sua prevenzione. ‘Preveni…Amo’ è stato ideato e fortemente voluto da medici che sono in contatto, ogni giorno, con il dramma del trauma. All'appuntamento di sabato verranno illustrati agli studenti delle scuole superiori quelle che sono le più comuni conseguenze, i comportamenti da tenere e le linee guida più aggiornate per la loro prevenzione. Non mancheranno testimonianze dirette di sportivi che hanno affrontato nella loro disciplina grandi rischi e di quello che hanno portato della propria esperienza nella vita di tutti i giorni. Saranno proiettati anche dei video clip per entrare in sintonia con il linguaggio utilizzato dai giovani. L’obiettivo dei medici - che solitamente si occupano della cura quando l’incidente è ormai avvenuto e che in queste occasioni tentano invece di prevenirlo - è di mostrare le conseguenze tragiche dell’incidente in maniera concreta e senza filtri. I giovani, infatti, hanno un concetto del tempo distorto: iperconcreti riguardo al presente sottovalutando i rischi, il che si aggiunge alla tendenza tipica delle culture moderne ad “occultare” la morte e la sofferenza, a nascondere la malattia, la fatica. Uno degli strumenti, oltre alle testimonianze, è l’uso dei video, girati nelle realtà ospedaliere coinvolte nella cura del malato traumatico; vengono mostrati i professionisti della rete traumi SIAT Romagna all’opera tra pronto soccorso, sala operatoria e rianimazione, mantenendo così viva l’attenzione dei ragazzi. Infine, sempre nell’ottica di un progressivo miglioramento, a partire dall’evento di Ravenna verranno predisposti dei questionari sia per ottenere riscontri precisi sul gradimento dell’evento, sia per osservare l’auspicabile cambiamento nella percezione del rischio da parte degli studenti da prima a dopo l’evento".

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