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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Prima la vendita di cannabinoidi tossici, poi la coltivazione in un campo: in carcere

La Polizia avrebbe avuto modo di accertare che alcuni giovani, che avevano inalato queste sostanze, avevano poi dovuto ricorrere alle cure dei sanitari del Pronto Soccorso

La Polizia del commissariato di Faenza mercoledì pomeriggio ha proceduto all’esecuzione del provvedimento di carcerazione per 6 anni e 5 mesi di pena residua a carico di un 57enne imolese residente a Faenza, per reati commessi in violazione della disciplina in materia di sostanze stupefacenti. L’uomo si trovava già sottoposto alla misura alternativa dell’affidamento in prova ai servizi sociali per reati inerenti la produzione e lo spaccio di sostanze stupefacenti: l’aggravamento della sanzione a suo carico è giunta a seguito di un'ulteriore condanna per produzione di sostanze stupefacenti destinate alla vendita riferita alla coltivazione di un terreno a Cotignola, circostanza per la quale il 57enne era stato arrestato insieme a un’altra persona nell’estate del 2012.

L'uomo era noto alle Forze dell’ordine soprattutto per reati inerenti le sostanze stupefacenti, ma non solo, registrandosi a suo carico già nei primi anni '80 anche accuse per lesioni personali, minacce, porto abusivo di strumenti atti a offendere e violazione degli obblighi di assistenza familiare. All'inizio del 2015, in particolare, gli investigatori faentini avrebbero verificato che all’interno del suo negozio, deputato alla vendita di canapa e materiale affine, in realtà sarebbero state “spacciate” bustine contenenti un trinciato vegetale imbevuto di sostanze chimiche, altamente tossiche per la salute pubblica che, anche se solo inalate, sarebbero state di fatto in grado di produrre effetti stupefacenti.

I poliziotti del Commissariato di via San Silvestro, coordinati dal Pubblico Ministero Marilù Gattelli della Procura della Repubblica di Ravenna, grazie al supporto delle analisi chimiche del Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica di Bologna, appurarono che tali sostanze, commercializzate come profumatori d’ambiente, sarebbero state invece vendute per essere fumate, al fine di ottenere il massimo effetto stupefacente. La Polizia avrebbe avuto modo di accertare che alcuni giovani, che avevano inalato queste sostanze, avevano poi dovuto ricorrere alle cure dei sanitari del Pronto Soccorso, avvertendo totale perdita di coscienza, forte tachicardia, senso di stordimento e temporanea instabilità psichica. Il quadro investigativo avrebbe permesso di accertare a carico del commerciante la commissione del reato di commercio di sostanze contraffatte o adulterate, nocive per la salute pubblica.

L’autorità Giudiziaria competente ha delegato alla Polizia di Faenza un’ampia attività di riscontro, compresa la perquisizione dell’esercizio commerciale, a seguito della quale si sarebbe potuto verificare che le bustine del cannabinoide sintetico venivano acquistate via internet, in particolare su un sito inglese, e poi vendute con un considerevole ricavo: sarebbe risultato che, in quattro mesi, l'uomo aveva acquistato circa 1500 bustine, formalmente non idonee alla vendita in Italia, per un guadagno di circa 15mila euro. Il 57enne è stato rinviato a giudizio per l’ipotesi di reato di commercio di sostanze contraffatte o adulterate gravemente nocive per la salute pubblica e lesioni gravi a carico di alcuni consumatori individuati.

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