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Cronaca

Processo Cagnoni, oggi Giulia avrebbe compiuto 41 anni. L'amico: "Le diceva 'Ti distruggo'"

Quinta udienza del processo al dermatologo ravennate, durante la quale ha depositato la sua testimonianza un altro grande amico di Giulia fin dai tempi del liceo

Oggi Giulia avrebbe compiuto 41 anni. E' un triste giorno per i familiari e gli amici di Giulia Ballestri, la donna uccisa il 16 settembre 2016 nella villa di via Padre Genocchi, omicidio per la quale è accusato il marito Matteo Cagnoni. Venerdì si è svolta la quinta udienza del processo al dermatologo ravennate, durante la quale ha depositato la sua testimonianza un altro grande amico di Giulia (dopo la deposizione della migliore amica Elisabetta, oltre a quella del fratello Guido e dell'amante Stefano Bezzi): è Ioannis Mitylineos, compagno non solo di liceo, ma anche di banco di Giulia. L'uomo è seduto di fronte a Matteo Cagnoni e alla Corte d'Assise di Ravenna, presieduta dal giudice Corrado Schiaretti affiancato dal collega togato Andrea Galanti e dai sei giudici popolari.

Omicidio Ballestri, Matteo Cagnoni in aula (foto M. Argnani)

"Dice che mi distruggerà"

Ioannis conosceva molto bene la vittima: "Giulia per me era come una sorella - inizia a raccontare rispondendo alle domande del Pm Cristina D'Aniello - Era una persona con una volontà forte, non evitava i problemi ma li affrontava, non si lasciava comandare: quindi quando dico che nell'ultimo periodo aveva paura, aveva paura veramente. Una volta andai a trovarla nella casa che condivideva con il marito e presi una bottiglia d'acqua per riempirmi un bicchiere: mi disse di non farlo, aveva paura e beveva solo dalle bottiglie aperte da lei. Era profondamente infelice, diceva che lui voleva isolarla e che la opprimeva in modo pesante, non poteva scegliere a che ora alzarsi o andare a letto così come quali vestiti indossare. "Se non faccio qualcosa dà di matto, dice che mi distruggerà, continua a dirmi che mi farà una sorpresa ma non capisco", mi raccontava Giulia". Quando lei, nel 2015, racconta a Ioannis di essere in crisi lui, da bravo amico e da uomo sposato, cerca di darle qualche consiglio: "Già anni prima  aveva avuto un momento di crisi, poi era riuscita a superarlo anche grazie ai figli. A volte capitano dei momenti così, io le dicevo di provare a risolvere la situazione e di valutare bene tutti gli aspetti anche economici: oggi mi sento in colpa per questo".

"Si sentiva soffocata"

L'amico di Giulia fatica a ricordare certi dettagli e sembra non riuscire a pronunciare la parola omicidio: "Nell'ultimo periodo ci sentivamo anche dieci volte al giorno, finchè non è successo quello che è successo - spiega all'avvocato della famiglia Ballestri Giovanni Scudellari - Sapevo che Giulia aveva un'amante, anche se non mi ha mai rivelato chi fosse. Avevano progettato di ricostruirsi insieme una vita normale, lei non vedeva l'ora di poter ricominciare a frequentare i suoi amici e, finalmente, svegliarsi da quell'incubo. Per spiegarmi di quella relazione clandestina, Giulia usò una metafora: "E' come quando una persona sta in apnea e ogni tanto deve prendere un po' d'aria, sennò muore soffocata"". Ioannis descrive la relazione tra Giulia e Stefano Bezzi, presente in aula, come un rapporto "profondo, anche al di là dell'aspetto fisico". Ma vivere serenamente quella relazione non era semplice per lei: "Giulia si sentiva in colpa per questo tradimento, aveva un'etica e dei valori molto profondi: la famiglia per lei era molto importante e i figli erano tutto, perciò la viveva con questo stato d'animo".

"Non voglio vedere il tuo nome sui giornali"

Il turno passa all'avvocato della difesa, Giovanni Trombini, che scava negli inizi del rapporto tra Giulia e Matteo. "Si sono conosciuti nel 2002-2003 - spiega Ioannis - Lui la corteggiava e questo faceva molto piacere a Giulia". "Quindi Giulia era felice", incalza Trombini, ma l'amico non ci sta: "Non ho detto questo: Giulia non era felice, aveva dei dubbi fin dall'inizio. Era sì affascinata da lui, ma sul loro matrimonio aveva molti dubbi. Dopo essere rimasta incinta il matrimonio era un passo quasi obbligatorio, ma dopo l'aborto spontaneo mi confessò: "Magari visto che ho perso il bambino è meglio che non mi sposi". Alla fine si sposò, ma non era convinta: credo ci fossero insistenze sia da parte di Cagnoni che dei genitori di lei". Il legale del dermatologo tenta un nuovo affondo: "Ma se era una persona forte, come lei ha detto, perchè accettava queste pressioni da parte di Matteo?". "Ho detto che questo suo sottostare agli obblighi del marito era ancora peggio proprio perchè lei era così determinata - risponde deciso Ioannis - Forse per lui era un modo per dominare la sua personalità forte. Resisteva per i suoi figli. Io le dissi "Prima di fargli capire che vuoi il divorzio vai via di casa: prevenire è meglio che curare, non voglio vedere il tuo nome sui giornali".

L'ispettore di Polizia

Dopo l'amico è la volta di Stefano Bandini, il sostituto commissario della squadra mobile che entrò nella villa della famiglia Cagnoni dove scoprì il cadavere di Giulia. Il commissario ripete alcuni indizi significativi, come il fatto che nell'auto di Matteo sia stata trovata una torcia sulla quale è stato rilevato il sangue della moglie, il cui cadavere è stato rinvenuto in uno scantinato senza illuminazione elettrica o naturale; o come il fatto che il bastone usato per uccidere Giulia - portato in aula e mostrato alla corte - risulti essere dello stesso tipo di pino delle due cataste di legna trovate nella casa di via Bruno e di una terza catasta nella casa dei coniugi di Marina Romea. 

La prima udienza - Cagnoni in aula. La difesa: "Il processo va spostato da Ravenna"

La seconda udienza - Ammesse tutte le prove. Accusa e difesa chiedono oltre 200 testimoni

La terza udienza - Parla la migliore amica: "Matteo sempre più ossessivo, avevo paura per lei"

La quarta udienza - L'amante di Giulia: "Le diceva che presto l'avrebbe lasciata libera"

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