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Cronaca

Pronto soccorso post-Coronavirus: aree separate per casi sospetti e accessi dedicati

Ogni struttura dovrà quindi avere aree di pre-triage e di attesa per pazienti sospetti covid, oltre ad accessi dedicati per i mezzi di soccorso

Il piano di riorganizzazione degli ospedali dell'Emilia-Romagna post-covid, secondo quanto deciso dalla giunta Bonaccini, prevede la ristrutturazione dei pronto soccorso "con l'obiettivo prioritario di separare i percorsi e creare aree di permanenza dei pazienti in attesa di diagnosi che garantiscano i criteri di separazione e sicurezza, rendendo definitive soluzioni già adottate in modo provvisorio nelle scorse settimane".

Ogni struttura dovrà quindi avere aree di pre-triage e di attesa per pazienti sospetti covid, oltre ad accessi dedicati per i mezzi di soccorso, con un investimento complessivo di circa 13,2 milioni di euro. Per potenziare il sistema di emergenza è previsto anche l'acquisto di 17 nuove ambulanze, con una spesa di oltre 2,5 milioni di euro, e l'assunzione di nuovi infermieri e medici rianimatori. Come previsto dai provvedimenti nazionali, inoltre, sono state individuate le aree esterne attrezzabili in cui è possibile installare strutture movimentabili dotate di 75 posti letto di terapia intensiva. Si tratta dell'ospedale di Vaio, a Fidenza, del Bellaria a Bologna, dell'ospedale di Cona a Ferrara e del Santa Maria delle Croci a Ravenna.

Capitolo personale: la riorganizzazione dovrà essere accompagnata da una "rimodulazione del fabbisogno di personale" che però al momento, "vista la necessità di completare i percorsi e acquisire ulteriori elementi per una soluzione strutturale, anche con riferimento all'evolversi del quadro epidemiologico della pandemia, deve ancora completamente consolidarsi". Per gestire l'emergenza covid, la Regione è già corsa ai ripari assumendo oltre 2.000 operatori sanitari tra incarichi di lavoro autonomo e a tempo determinato, con uno stanziamento di 56,5 milioni di euro, a cui si aggiungono altri 1.880 lavoratori con altre tipologie di contratto per una spesa di 38 milioni di euro.

Il piano di riorganizzazione in Emilia-Romagna prevede quindi "il consolidamento del fabbisogno di quota parte del personale assunto per far fronte alla prima fase emergenziale, tenuto conto della necessità di potenziare la rete ospedaliera regionale, al fine di rendere strutturale la risposta all'aumento significativo della domanda di assistenza legata all'eventuale prosieguo" dell'epidemia di covid-19 e a possibili nuovi rimbalzi della della curva dei contagi, senza contare "eventuali e ulteriori emergenze epidemiche".

Il tutto va tenuto insieme con un "graduale ripristino delle attività ordinarie, riportando a regime l'attività della rete ospedaliera e mantenendone il più possibile le funzioni e la flessibilità alla rapida conversione". Il piano sarà dunque "aggiornato in fase successiva", ma ad oggi "si stima un costo complessivo ulteriore a consuntivo 2020 pari a 63 milioni di euro, superiore di circa 48 milioni di euro rispetto al finanziamento stanziato" dal Governo per la Regione Emilia-Romagna sulla base dell'emergenza covid, che ammonta a poco più di 14 milioni di euro. (fonte Dire)

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