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Cronaca Faenza

Prosegue l'impegno dell'Istituto Oncologico Romagnolo per gli Hospice di Lugo e Faenza

All’Hospice Grappadelli Corelli si è tenuta la cerimonia che ha eletto Lugo a “Città del Sollievo”, attestato rilasciato dalla Fondazione Ghirotti

L’Istituto Oncologico Romagnolo è storicamente vicino ai bisogni dei pazienti per cui non c’è più possibilità di guarigione: un impegno dimostrato dal ritorno dell’assistenza domiciliare gratuita, servizio che era stato sospeso ma che recentemente è stato riproposto in maniera aggiornata rispetto alle nuove esigenze dei malati oncologici e delle loro famiglie. Tuttavia, la responsabilità dell'Istituto Oncologico Romagnolo nei confronti di chi soffre non si limita a questo. Da sempre l’organizzazione ha un dialogo diretto con le strutture che ospitano i pazienti in condizione più critica e che somministrano loro le cure palliative, quel genere di terapie volte cioè non tanto alla guarigione della malattia ma al controllo dei suoi sintomi più gravosi. È anche grazie a questa continua collaborazione che, recentemente, all’Hospice Grappadelli Corelli, si è tenuta la cerimonia che ha eletto Lugo a “Città del Sollievo”, attestato rilasciato dalla Fondazione Ghirotti a testimonianza dell’impegno partecipativo e informativo alla cura del paziente terminale.

In quest’ottica, non stupisce quindi che l’Istituto Oncologico Romagnolo abbia in questi giorni donato alla stessa struttura lughese, e all’Hospice Villa Agnesina di Faenza, diciassette fonendoscopi e altrettanti sfigmomanometri. Lo scopo è ovviamente quello di mantenere elevati gli standard di cura somministrati da queste due belle realtà del territorio, per facilitare il complicato lavoro dei professionisti che al loro interno operano. “Desidero ringraziare l'Istituto Oncologico Romagnolo per questa donazione - afferma Luigi Montanari, responsabile dell'Unità Operativa Dipartimentale Cure Palliative di Ravenna – l’allestimento del kit personalizzato per ogni stanza di ricovero permetterà di ridurre sensibilmente il rischio di involontaria contaminazione tra pazienti e di far fronte con maggiore impatto alla problematica delle infezioni correlate all’assistenza. Ancora una volta non posso fare a meno di riconoscere la grande attenzione che l’Istituto Oncologico Romagnolo dimostra nei confronti del lavoro svolto in Hospice in favore delle persone che soffrono e delle loro famiglie”. 

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