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Cronaca Cervia

Stupravano e rapinavano le prostitute: chiesti oltre 9 anni di carcere

Il giudice del tribunale di Rimini (la prima aggressione si consumò a Bellaria) ha aggiornato l'udienza al prossimo 17 maggio per ascoltare la difesa degli imputati

Rapinavano, violentavano e persino seviziavano le prostitute che "esercitavano" sulla Statale 16 Adriatica tra Bellaria e Cervia. I responsabili vennero arrestati dai Carabinieri della Compagnia di Cervia e Milano Marittima al termine di un'attività investigativa. Per i due, Alberto Granatiero un foggiano 36enne residente a Viserba e Sampei Reiinhard, un nomade padovano 33enne residente a San Mauro Mare, il pubblico ministero ha richiesto per entrambi una condanna a 9 anni e 4 mesi di reclusione. Il giudice del tribunale di Rimini (la prima aggressione si consumò a Bellaria) ha aggiornato l'udienza al prossimo 17 maggio per ascoltare la difesa degli imputati. Le accuse sono accusati di lesioni, violenza sessuale di gruppo aggravata e rapina.

Il loro modus operandi era sempre lo stesso: uno al volante si fermava a contrattare la prestazione sessuale con la lucciola che, una volta salita nell'abitacolo, veniva afferrata da dietro dal complice nascosto sui sedili posteriori. Le vittime, otto in tutto, erano tutte cittadine dell'est Europa, con un’età compresa tra i 21 e i 25 anni. A mettere la parola fine all'escalation di violenze furono, nel novembre del 2014, i carabinieri di Cervia e Milano Marittima. Le indagini mossero i primi passi nel maggio del 2014, quando una ragazza albanese si presentò in caserma in lacrime raccontando di essere stata avvicinata poco dopo le 9 di sera da due uomini a bordo di una Golf grigia.

Uno dei due, il 33enne, ha alcuni tratti particolari: la carnagione particolarmente scura e la mancanza dei denti incisivi. La ragazza, però, si rifiutò di salire a bordo con due persone, e così lo “sdentato” fece finta di uscire dall’abitacolo. Ma dopo pochi istanti tornò dentro gettandosi letteralmente addosso alla ventenne. Quello che succederà dopo si può raccontare solo parzialmente per la particolare efferatezza dello stupro portato a termine sotto la minaccia di un coltello. La ragazza venne anche rapinata di 50 euro e di un cellulare.

Un telefono al quale il 36enne inserì una scheda sim di una propria familiare (tra l’altro zia del 33enne e proprietaria della Golf). Un errore che mise i carabinieri sui binari giusti. Ma quell’auto, poco dopo, venne fatta subito sparire. La coppia, dopo un secondo stupro commesso sempre il 14 maggio, si ripresentò sulla Statale in ottobre. Un’escalation di violenza da brividi: il 14 venne violentata una ungherese di 23 anni alle Saline, il 21 ottobre e il 24 ottobre altre due ragazze (una 23enne rumena e una 21enne albanese) fecero la stessa fine.

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