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Cronaca Cervia / Strada Statale Adriatica

Prostituzione, quattro arresti: uno faceva 'lavorare' anche la moglie

I Carabinieri hanno posto fine all’attività criminale di quattro ungheresi, nullafacenti e senza fissa dimora, arrestati con l'accusa di aver condotto in Italia almeno tre loro giovani connazionali

I Carabinieri della Compagnia di Cervia-Milano Marittima hanno posto fine all’attività criminale di quattro ungheresi, nullafacenti e senza fissa dimora, arrestati con l'accusa di aver condotto in Italia almeno tre loro giovani connazionali per favorirne e sfruttarne la prostituzione sulla statale Adriatica. Si tratta di M.R. (25 anni), Z.O. (22 anni) e dei fratelli A.M. e K.M, rispettivamente di 22 e 20 anni.

Il gruppo, già nel mirino degli investigatori, alloggiava insieme alle ragazze in alcune stanze di albergo e affittacamere di Bellaria-Igea Marina, dalle quali, in automobile, effettuava l’accompagnamento sul posto della prostituzione, a Pinarella, nei pressi del Kartodromo.

È in quest’ultima circostanza che sono scattate le prime manette, per M.R e Z.O., sorpresi in flagranza dai Carabinieri mentre “scaricavano” per l’ennesima volta le loro ragazze. Gli accertamenti sono immediatamente proseguiti a Bellaria-Igea Marina negli alloggi degli arrestati, dove i Carabinieri hanno scovato i due fratelli, già pronti a dileguarsi all’arrivo dei militari. Gravemente indiziati, anche loro, di aver concorso nei reati contestati (basti pensare che, oltre a convivere con le ragazze e con gli altri due sfruttatori e ad avere, nei giorni precedenti, accompagnato, sorvegliato e prelevato dal posto della prostituzione le ragazze, l’autovettura utilizzata per gli spostamenti e condotta da M.R. –  autista del gruppo – appartiene ad uno dei due fratelli), i  due fratelli sono stati sottoposti a fermo. Dalle prime informazioni emerse, sembrerebbe addirittura che una delle tre donne fatte prostituire sia la moglie di uno dei quattro, circostanza che aggraverebbe ulteriormente la posizione degli indagati.

Nel corso delle perquisizioni sono stati rinvenuti numerosi oggetti riconducibili all’attività di meretricio (preservativi, capi di abbigliamento, etc.), nonché telefoni cellulari e somme di denaro per oltre € 2.500,00, probabilmente provento di appena qualche giorno di lavoro. Gli arrestati sono stati distribuiti tra le carceri di Ravenna e Rimini in attesa di essere interrogati, tra oggi e domani, dai Giudici della convalida dei rispettivi Tribunali, ferma restando la competenza a procedere della Procura della Repubblica di Ravenna, titolare dell’indagine.

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