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Cronaca

Una mamma organizza una manifestazione per riaprire le scuole: "La didattica a distanza? Un danno enorme"

"Per i ragazzi è un danno enorme. La scuola serve per formare le persone, il loro senso civico. La dad rappresenta solo la nozionistica, la parte peggiore della scuola", afferma l'organizzatrice della protesta

Riaprire le scuole in sicurezza: è questo che chiede un gruppo di genitori e studenti che prenderanno parte a un sit-in di protesta venerdì 15 gennaio, alle 15, in Piazza del Popolo a Ravenna. "Aprire si può, manca solo la volontà - spiega l'ideatrice della manifestazione, Monica Ballanti - I ragazzi sono allo sbaraglio. Per loro questa didattica a distanza è un danno enorme, un vuoto che non verrà colmato".

Genitori e figli scendono dunque in piazza per protestare contro la chiusura delle scuola e contro la didattica a distanza (dad), un nuovo tentativo di ricevere una risposta dalle istituzioni, sullo stile della protesta dell'insegnante di Faenza che ha deciso di dormire in classe. Un evento programmato in una data non casuale, quella del 15 gennaio: scelta anche da bar e ristoratori per l'"Io apro day" per chiedere la riapertura dei locali.

Quella organizzata da Monica Ballanti, avvocato e madre di due figlie in età scolare, sarà "una manifestazione apartitica, apolitica e indipendente" che presenta alcune proposte dirette alle istituzioni, fra cui "la riapertura immediata delle scuole in presenza almeno al 50% e in sicurezza (con mascherina, distanziamento, gel, misurazione della temperatura, controlli anti-assembramento, orari scaglionati), turni per dimezzare le classi (metà studenti in dad e metà in classe), libertà di vaccino, potenziamento dei mezzi di trasporto e possibilità per gli studenti malati o fragili di seguire in dad senza penalizzazioni per nessuno".

"Ho organizzato un evento improvvisato, quindi non mi aspetto che vengano tante persone - afferma la donna - Mi sono decisa a organizzarla perché si stanno facendo tante manifestazioni in Italia, ma a Ravenna ancora mancava. Ciò che chiediamo è di aprire la scuola in sicurezza. Si può aprire, come dimostrato in Toscana, impostando turni, potenziando i trasporti scolastici, mantenendo le distanze. La scuola in sicurezza e nel rispetto delle regole si può fare. Da noi però manca questa volontà. Forse c'è disinteresse anche da parte dei genitori, oltre che dal Governo e dalle stesse scuole. Dopo quasi un anno di scuole chiuse gli studenti si sono rassegnati, sono stati illusi troppe volte ormai. E questa penso sia la cosa peggiore".

"La scuola serve per formare le persone, il loro senso civico. La dad rappresenta solo la nozionistica - prosegue l'organizzatrice del sit in - la parte peggiore della scuola. I ragazzi ormai sono allo sbaraglio. Si tratta di un danno enorme, di cui loro stessi faticano a rendersi conto".  La donna chiarisce una delle proposte portate avanti dalla manfestazione: la libertà di vaccino. "Non sono contraria al vaccino, sono contro l'obbligo, perché ritengo che la libertà sia fondamentale", spiega Monica, che propone di "modificare il piano vaccini e dare priorità a insegnanti e personale scolastico" in modo da permettere quanto prima il ritorno degli studenti in classe.

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