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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Gli ambientalisti scendono in piazza contro il rigassificatore: "Così ci allontaniamo dalla transizione energetica"

Gli ambientalisti scendono in piazza contro il rigassificatore, e lo fanno con un presidio a Marina di Ravenna previsto per sabato 30 luglio promosso da Per il Clima Fuori dal Fossile, Legambiente e Fridays for Future

Gli ambientalisti scendono in piazza contro il rigassificatore, e lo fanno con un presidio a Marina di Ravenna previsto per sabato 30 luglio promosso da Per il Clima Fuori dal Fossile, Legambiente e Fridays for Future. L'appuntamento è all'incrocio tra viale delle Nazioni e via Molo Dalmazia a Marina di Ravenna dalle 10 alle 12. "Le recenti scelte delle istituzioni nazionali e locali, che hanno deciso di incrementare la produzione di energia da fonti fossili e rafforzare il sistema basato sulle energie maggiormente inquinanti, e anche delle istituzioni europee che, contraddicendo sé stesse, hanno inserito il gas e il nucleare nell’elenco delle fonti cosiddette sostenibili, mettono gravemente a repentaglio i destini del clima, dell’ambiente e della salute delle specie viventi in tutto il pianeta - sostengono gli ambientalisti - Il rigassificatore che verrà ospitato a Ravenna rappresenta una di queste scelte: non si tratta infatti di una misura emergenziale, bensì di una scelta che vincolerà il territorio al gas metano ancora per i prossimi vent’anni”.

Sono 25 gli anni concordati da Regione Emilia-Romagna e Snam per la permanenza del rigassificatore a Ravenna. "Un frangente temporale decisamente non in linea con l’esigenza emergenziale e i tempi della transizione energetica - continuano - Oltretutto, senza ancora parlare esplicitamente di valutazione dell’impatto ambientale e di compensazioni ambientali, diversamente da quanto richiesto dalla regione Toscana per quanto riguarda Piombino. Oltre a Ravenna, in diverse località portuali d’Italia sono in arrivo enormi impianti rigassificatori che avranno il compito di riportare allo stato di gas il metano liquefatto proveniente da varie parti del mondo, prevedendo uno smisurato traffico di navi metaniere nei nostri mari, incremento dell’inquinamento dell’aria e dell’ acqua, rischio di incidenti gravi e ulteriore dipendenza dal sistema delle fonti fossili".

"Esistono inoltre Paesi fornitori, come gli Stati Uniti, che producono questo combustibile attraverso processi di estrazione estremamente inquinanti come il fracking, e nessuno ancora parla di monitoraggio delle dispersioni di gas in atmosfera: se non iniziamo a contabilizzare questi impatti negativi all’interno dell’impronta ambientale complessiva del nostro territorio, stiamo semplicemente nascondendo la polvere sotto il tappeto - concludono gli ambientalisti - Il metano è infatti uno degli elementi maggiormente responsabili del surriscaldamento climatico, e le sue emissioni devono essere progressivamente ridotte fino ad azzerarle, non incrementate realizzando un’infinità di nuove strutture metaniere. A Ravenna, come a Piombino, come a Brindisi, come in Sardegna e in altri luoghi, dobbiamo opporci con decisione a questo sistema che compromette i nostri già fragili equilibri ambientali e il futuro delle prossime generazioni".

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