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Cronaca

Lo "psiconcologo", un nuovo aiuto per affrontare il tumore

"Una diagnosi di tumore possiede un fortissimo impatto emotivo sulle persone: lo psiconcologo aiuta il paziente e la sua famiglia ad affrontare un tale trauma interiore"

Quella dello psiconcologo è una figura relativamente nuova all’interno di un’equipe medica, ma di cui i pazienti avvertono una necessità sempre crescente. "Una diagnosi di tumore possiede un fortissimo impatto emotivo sulle persone: lo psiconcologo aiuta il paziente e la sua famiglia ad affrontare un tale trauma interiore, ad adattarsi ai cambiamenti che la malattia impone, ad accettare il percorso di cura e la nuova condizione - spiega Elena Samorì, dottoressa che svolge il ruolo di psiconcologa presso l’unità operativa di oncologia di Faenza - "Siamo abituati a vedere lo psicologo come un professionista che affronta le problematiche mentali di individui fisicamente sani: lo psiconcologo, viceversa, affronta le esigenze di soggetti mentalmente sani ma fisicamente malati, sebbene tale patologia presenti forti ripercussioni a livello emotivo. Il paziente oncologico necessita di una sorta di coach, di trainer che lo accompagni, che lo rinforzi, che lo motivi, che lo aiuti nell’elaborare un senso e significato all’esperienza di malattia: d’altronde, chi affrontando un momento cruciale della propria vita non ha mai sentito la necessità di appoggiarsi a qualcuno?".

"Quello creato dall'Istituto oncologico romagnolo è uno spazio indispensabile - continua la psiconcologa - se si tiene conto che seguo circa sei-sette pazienti al giorno, ma tutt’altro che scontato: raramente lo psiconcologo è parte così integrante dell’equipe medica, nonostante sia una figura importantissima di cui si sente una profonda esigenza". Un’esigenza raccontata anche dai numeri: sei-sette pazienti visitati ogni giorno, una media di novecento colloqui l’anno, circa un migliaio di persone aiutate dal 2010.

"All’interno del percorso senologico del gruppo multidisciplinare è avviato dal 2012 un lavoro strutturato coi gruppi di supporto psicologico per "donne operate al seno in corso di terapie adiuvanti” - prosegue la dottoressa - Si tratta di otto incontri a tema una volta al mese, in presenza di circa otto donne, presso l’ambulatorio di Psiconcologia. La strutturazione degli incontri promuove e permette un intenso scambio relazionale tra le giovani partecipanti, fonte di confronto e di rispecchiamento. Nel percorso vengono promosse tutte le attività svolte dall’istituto, come il Progetto “La forza e il sorriso”e il Progetto  “Margherita”. Gli interventi clinici possono essere rivolti al singolo paziente e alcuni colloqui, particolarmente delicati, sono gestiti in modo congiunto al medico oncologo di riferimento, in mia presenza, per una sinergia di competenze. Oppure i colloqui possono essere rivolti al sistema famiglia, costituito dal paziente insieme al proprio familiare/i o ai soli familiari. Ma il ruolo della psiconcologa non si limita all’ambito clinico: facciamo formazione, seguiamo il volontariato, ci occupiamo di programmi di prevenzione e sensibilizzazione. È una figura a tutto tondo, oramai fondamentale: lo Ior ne ha capito in pieno l’esigenza, ed è quindi oramai indispensabile sostenere l’Istituto affinché la psiconcologia sia un servizio di cui può disporre il maggior numero di persone in Romagna".

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