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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Pubblicità occulta a Sanremo e mancato accordo Meta-Siae, Audiocoop: "Instagram deve pagare"

"Uno spot a Instagram da Chiara Ferragni e Amadeus": con questa motivazione l’Agcom ha dato mandato alla competente direzione di avviare un procedimento sanzionatorio per i fatti accaduti quest’anno a Sanremo sulla pubblicità a Instagram (gruppo Meta) "non segnalata, rilevata in 12 episodi"

"Uno spot a Instagram da Chiara Ferragni e Amadeus": con questa motivazione l’Agcom ha dato mandato alla competente direzione di avviare un procedimento sanzionatorio per i fatti accaduti quest’anno a Sanremo sulla pubblicità a Instagram (gruppo Meta) "non segnalata, rilevata in 12 episodi". La decisione è stata presa all’unanimità, con il Consiglio che "ha ritenuto la questione non manifestamente infondata e ha dato mandato alla competente direzione di avviare un procedimento sanzionatorio".

Soddisfazione esprimono da Audiocoop, coordinamento delle etichette discografiche indipendenti italiane presieduto dal patron del Mei Giordano Sangiorgi che ha fatto la prima segnalazione. "Siamo lieti che l’AgCom  abbia avviato l'iter per le sanzioni - spiega Sangiorgi - Ci auguriamo che  tali fondi vengano dirottati alla produzione di festival indipendenti di successo per la Rai, come il Meeting delle Etichette Indipendenti e tanti altri esempi di successo che meritano da anni le telecamere della Rai, essendo l’essenza della produzione dello scouting Made in Italy un attimo prima che tali artisti arrivino al successo.

Sangiorgi interviene anche sul mancato accordo tra Facebook e Instagram e la Siae, cosa che porterà alla scomparsa dai due social dei brani protetti dalla società italiana autori ed editori (l'ente pubblico che nel nostro Paese è preposto alla protezione del diritto d'autore): "Invitiamo la Rai a inviare fattura a Instagram per tutta la pubblicità avuta per reinvestire in tale modo virtuoso tali fondi. Infine, invitiamo sempre Instagram a pagare i giusti diritti alla filiera della musica italiana attraverso Siae e a non esercitare azioni che potrebbero apparire ricattatorie, come la cancellazione di tutti i brani, che potrebbero arrecare un gravissimo danno alle migliaia di aziende del settore musicale, agli oltre suoi 100 mila iscritti alle collecting tra autori, editori, artisti, interpreti, esecutori e produttori presenti coi loro brani sulle piattaforme social di Meta così come potrebbe danneggiare coloro che avevano inserito tale azione di pianificazione promozionale sui social in questo periodo con grave danno sulle loro produzioni musicali. Le multinazionali monopoliste mondiali di questo settore devono rispettare le culture musicali nazionali e pagarle quanto meritano per il loro duro lavoro e per l’arricchimento economico, culturale e di intrattenimento che hanno portato a queste piattaforme che tendono a eludere a volte il giusto pagamento dei diritti. L’invito è quello di arrivare quindi a un rinnovo dell’accordo testimoniando così che anche le piattaforme del circuito Meta sono tra i sostenitori economici del Made in Italy musicale cosi come lo devono essere tutte le altre, TikTok, YouTube  e Spotify comprese, che devono pagare il giusto ed equo compenso a tutta la filiera dei creatori di contenuti musicali".

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