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Puzza ed aria irrespirabile, i Carabinieri sequestrano lo stabilimento della Bunge

I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Ravenna e del N.O.E. di Bologna hanno sequestrato preventivamente, su ordine della Procura della Repubblica, lo stabilimento Bunge di Ravenna.

I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Ravenna e del N.O.E. di Bologna hanno sequestrato preventivamente, su ordine della Procura della Repubblica, lo stabilimento Bunge di Ravenna. Il reato contestato agli amministratori responsabili della società è relativo all’emanazione nell’ambiente di vapori residuati dei processi industriali di trasformazione e di lavorazione di semi oleosi, oli vegetali e prodotti derivati, “con più condotte reiterate nel tempo”. 

Secondo la Procura lo stabilimento è il responsabile della produzione di puzza e gas sgradevoli nelle zone circostanti del ravennate, in particolare nelle frazioni di Marina di Ravenna e Porto Corsini. In certi casi erano stati provocati tra gli abitanti sensi di nausea e vomito e problematiche respiratorie. Si era anche costituito un comitato spontaneo formato da circa 700 persone.

La vicenda ha preso origine infatti da una serie di lamentele rappresentate dagli abitanti di Ravenna e frazioni, sia attraverso la stampa locale che sul web  a seguito dell’odore persistente e nauseabondo, “causato verosimilmente dalla lavorazione dei semi di soia in alcune aziende del vicino polo industriale che si affaccia in qual tratto di litorale”.

IL PRI DI RAVENNA - Nel pieno rispetto dell’attività di indagine e della decisione assunta dalla Magistratura di Ravenna in collaborazione con i Carabinieri del Nucleo investigativo, ci auguriamo che l’attività della Bunge spa possa riprendere al più presto”, così Eugenio Fusignani e Giannantonio Mingozzi, segretario del PRI Ravenna e capogruppo in consiglio comunale del PRI Ravenna. “Si tratta – proseguono Fusignani e Mingozzi – di una delle industrie più importanti del territorio e del comparto portuale con oltre 100 dipendenti e un forte indotto economico. Ci auguriamo che i lavoratori possano al più presto tornare al lavoro. Siamo certi che l’impresa saprà superare le problematiche che hanno portato all’emissione dell’atto di sequestro preventivo, con l’impegno e la sensibilità verso Ravenna che ha caratterizzato questi ultimi anni di presenza nel territorio dell’azienda, che da ultimo ha raddoppiatogli stabilimenti e intensificato gli investimenti”.  

ALVARO ANCISI - “Quale presidente della commissione consiliare Ambiente e Sanità pubblica del Comune di Ravenna sono molto preoccupato per il sequestro preventivo dello stabilimento Bunge di Porto Corsini disposto dalla Procura della Repubblica ai sensi dell’art. 674 del codice penale. A quanto è stato comunicato, il sequestro si fonda sull’ipotesi dell’emissione persistente di odori nocivi nell’atmosfera, tali da produrre alla salute della popolazione residente nelle vicine frazioni del litorale ravennate un danno rilevante, lamentato peraltro più volte da un comitato spontaneo di circa 700 persone. I processi industriali in discussione attengono alla trasformazione e lavorazione di semi oleosi ed oli vegetali e prodotti derivati.  Si può fare il massimo affidamento sulla serietà e fondamento delle attività di indagine che hanno indotto la Procura a compiere un atto così eccezionale. Del resto, la tutela della salute è valore primario, quale “fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”, come recita l’art. 32 della Costituzione. La Bunge Italiana ha, d’altra parte, la possibilità di far valere le sue ragioni. L’obiettivo che preme alla comunità ravennate è che si giunga rapidamente ad una soluzione del contenzioso, tale che, anche attraverso le eventuali garanzie tecniche da introdursi nei processi di lavorazione, alla cui definizione la Bunge potrà offrire la maggiore collaborazione, lo stabilimento riprenda al più presto la sua attività. La Bunge impiega infatti circa 200 persone, anche attraverso la propria società Novaol, produttrice di biodiesel e glicerina raffinata. Il gruppo è impegnato in un importante progetto da più di 50 milioni di euro che porterà ad incrementarne fortemente la capacità produttiva, dando una svolta determinante al tessuto economico ravennate.  Il nome di Bunge Ravenna con cui la città compete nella Super Lega italiana ai massimi livelli della pallavolo dimostra quanto questa realtà industriale sia parte intrinseca del tessuto sociale della nostra città. La salute dei cittadini e dell’ambiente è comunque imprescindibile. Non a caso l’attuale sindaco De Pascale, oltre a rivestire istituzionalmente il ruolo di massima autorità locale in tale campo, ha deciso di non attribuire a nessun assessore la delega della sanità, della quali mantiene, nell’amministrazione comunale, la piena responsabilità. Per tale ragione, ho intenzione, previo accordo con lui e non interferendo con le indagini giudiziarie, di convocare con la sua partecipazione la commissione consiliare Ambiente e Sanità pubblica, per approfondire il tema di cui sopra con gli adeguati contributi tecnici, renderne edotta e consapevole la cittadinanza e sostenere così il perseguimento degli interessi collettivi della cittadinanza”.

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