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Domenica, 1 Ottobre 2023
Cronaca

Qualunque melodia più dolce suona si chiude con 15 concerti e 70 musicisti coinvolti

L'esecuzione musicale si è unita a brevi approfondimenti di temi presenti nell'allestimento museale, in una sorta di narrazione a più voci

Sono 15 concerti, 70 musicisti e oltre 70 brani proposti, questi alcuni dei numeri di Qualunque melodia più dolce suona, rassegna organizzata da Ravenna Festival in collaborazione con Fondazione RavennAntica che, iniziata il 1 giugno, si è conclusa venerdì, 28 luglio. Il Museo Classis, grazie a un allestimento di grande contenuto tecnologico che ha reso possibile una ricreazione immersiva di ambienti come la Basilica di Sant’Apollinare in Classe o il Teatro Alighieri, raggiungendo spesso la capienza massima di sala, ha ospitato le formazioni cameristiche dell'Orchestra Giovanile Luigi Cherubini e de La Corelli che, attraverso programmi musicali di estrema ricchezza e raffinatezza elaborati rispettivamente dal maestro Carla Delfrate e dal maestro Jacopo Rivani, hanno dato vita a una programmazione che ha saputo attrarre un pubblico davvero vasto.

L'esecuzione musicale si è unita a brevi approfondimenti di temi presenti nell'allestimento museale, in una sorta di narrazione a più voci che ha coinvolto studiosi e ricercatori di RavennAntica, dell'Università di Bologna, della Soprintendenza e della Direzione Musei Emilia-Romagna. Tra approfondimenti tematici e musica si sono incastonate le suggestive letture dei miti d'amore e trasformazione delle Metamorfosi di Ovidio, scelte da Antonio Ziosi, e magistralmente interpretate da Lorenzo Carpinelli. Un viaggio nel viaggio che ha consentito di esplorare con l'immaginazione l'immenso repertorio narrativo del carmen continuum ovidiano un testo che sta all'origine delle visioni e delle narrazioni della cultura occidentale.

"Siamo molto soddisfatti del riscontro ottenuto – sottolinea Giuseppe Sassatelli, presidente di RavennAntica. Gli appuntamenti erano molto numerosi e ci ha fatto molto piacere constatare come, con il passare del tempo, il pubblico sia andato in crescendo, con alcuni "affezionati" che hanno preso parte a tutti gli appuntamenti. Posso dire che è stato un esperimento ben riuscito e che ci auguriamo di poter organizzare altre iniziative come questa, sempre in collaborazione con il Ravenna Festival, che ringrazio perché attraverso la contaminazione tra musica e archeologia, il bellissimo repertorio proposto e le innovative tecnologie hanno reso il museo ancor più vivo e partecipato".

"La calorosa risposta del pubblico a questa rassegna conferma, una volta ancora, quanto felice sia l’incontro fra beni culturali e spettacolo dal vivo – nota Antonio De Rosa, Sovrintendente di Ravenna Festival – Unendo due aspetti d’eccellenza della cultura italiana, il patrimonio musicale e quello archeologico, senza dimenticare il tesoro poetico rappresentato qui dalle Metamorfosi di Ovidio, si rivelano nuove prospettive e si accompagnano gli spettatori alla scoperta e riscoperta di pagine preziose della nostra storia collettiva. Ed è particolarmente importante per noi, come Festival, poterlo fare anche attraverso la sperimentazione di tecnologie audio e video e il coinvolgimento di formazioni ‘di casa’ a Ravenna…e, naturalmente, in collaborazione con il Museo Classis".

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