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Cronaca

Quintali di droga da Olanda e Marocco lungo la via Emilia: maxi operazione, 21 arresti

Ogni prodotto aveva un suo brand: la droga veniva chiamata con pseudonimi come Rolex, Roma e Vueling, da cui si capiva il tipo di sostanza, la quantita' e la purezza

Importavano hashish e cocaina dal Marocco e dall'Olanda e funzionavano come vere e proprie aziende, in cui ognuno sapeva perfettamente cosa fare. Le indagini della sezione Antidroga della Squadra mobile di Bologna hanno pero' permesso di smantellare le due organizzazioni, una composta da criminali marocchini e l'altra da albanesi, e mercoledì mattina i poliziotti bolognesi hanno eseguito nelle province di Bologna, Ravenna, Reggio Emilia, Modena, Venezia e Roma 19 ordinanze di custodia cautelare in carcere e due obblighi di dimora nei confronti di 11 appartenenti all'organizzazione marocchina, nove componenti della banda albanese e un 60enne romano che in un'occasione avrebbe aiutato i marocchini a trasportare da un camion al 'deposito' un carico di hashish.

L'indagine, precisa il capo della Squadra mobile di Bologna Luca Armeni, "e' nata da una costola di un'altra inchiesta del periodo 2014-2015 e si e' sviluppata tra fine 2015 e agosto 2016". Nel dettaglio, fa sapere Armeni, l'organizzazione marocchina importava hashish, e il suo capo "viveva in un appartamento in centro a Bologna, da cui teneva i contatti con un connazionale residente in Marocco, che a sua volta era in contatto con i produttori". Non e' stato possibile arrestarlo, visto che "tempo fa si e' trasferito in Marocco, raggiungendo il suo fornitore".

Il sistema messo in atto dalla banda, che prevedeva "contatti telefonici rari e veloci, o addirittura solo via sms", consentiva di "abbattere i tempi di fornitura e il prezzo della droga", di cui ogni due settimane arrivavano a Roma via Spagna, in camion, circa mille chili. Di questi, circa 300 a settimana (a cui si aggiungevano 'seconde consegne da 40-50 chili) arrivavano in Emilia-Romagna, per essere venduti a Bologna, Ravenna, Modena e Reggio Emilia. Ogni prodotto aveva un suo brand: la droga veniva chiamata con pseudonimi come Rolex, Roma e Vueling, da cui si capiva il tipo di sostanza, la quantita' e la purezza. La piu' pregiata, la Rolex, veniva venduta a Bologna e in altre citta' del Nord Italia. Infatti, il prezzo al chilo variava a seconda delle citta': mediamente la cifra era compresa tra i 1.300 e i 1.800 euro, ma a Torino, ad esempio, il prezzo saliva fino a 2.000 euro. Peraltro gli acquirenti, spiega Armeni, "non erano semplici spacciatori, ma distributori che coprivano citta' come Reggio Emilia, Modena, Ravenna, Perugia e Roma".

Nel corso delle indagini e' poi emersa l'esistenza di una seconda organizzazione, composta da albanesi e specializzata nello spaccio di cocaina, che faceva base a Reggio Emilia e che avrebbe avuto con la banda marocchina "un rapporto di mutua assistenza". In questo caso, fanno sapere gli investigatori, la droga "arrivava, a un ritmo di circa 25-30 chili ogni due settimane, dall'Olanda, dove il capo dell'organizzazione si recava per contrattarne l'acquisto senza pero' portarla in Italia di persona, in almeno quattro auto con doppi fondi a scatto magnetico, quindi a combinazione". Questo sistema, aggiunge il sostituto commissario Michele D'Alonzo, "ci ha costretto, in un paio di casi, a far segare le auto dai Vigili del fuoco". Di questi 25-30 chili, ogni settimana circa due finivano a Bologna, venduti all'organizzazione marocchina con consegne di almeno 100 grammi di droga alla volta, mentre il resto veniva distribuito nelle altre città. (fonte Dire)

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