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Cronaca

"Salviamo Santa Maria in Porto prima che crolli": al via una raccolta fondi

La situazione negli anni è andata aggravandosi, come testimoniato dalla presenza di crepe sempre più nette ormai in tutta la chiesa, accentuate dalla violenta scossa sismica dello scorso gennaio

In occasione della Processione della Madonna Greca di domenica è stato lanciato un appello per salvare la basilica di Santa Maria in Porto di via di Roma sulla pagina Facebook della parrocchia. "Ma quanto è bella la nostra basilica? È però anche molto antica e, nonostante gli innumerevoli sforzi e insistenze di Parroco e Soprintendenza presso il Ministero dei Beni Culturali, mai ristrutturata - si legge nel post che lancia la raccolta fondi - Abbiamo capito che se non ci occupiamo noi della nostra chiesa, nessuno lo farà. È la casa della Patrona della nostra città: resteremo a guardare mentre va in rovina?".

"La basilica rappresenta un importante luogo di culto di Ravenna, sede tra l'altro del Santuario della Madonna Greca, Patrona di Ravenna - spiega il capogruppo in consiglio comunale di Ama Ravenna Daniele Perini, che sul tema ha depositato un question time - Chiesa progettata all'inizio del '500 dall'architetto ravennate Bernardino Tavella, con la pregevole facciata completata nel 1784 da Camillo Morigia. Già dal 1999 hanno avuto inizio i primi sgretolamenti della cupola, con diversi episodi di caduta di frammenti della stessa sul telone sospeso proprio sopra l'altare, al fine di evitare che potessero colpire qualcuno. La situazione negli anni è andata aggravandosi, come testimoniato dalla presenza di crepe sempre più nette ormai in tutta la chiesa, accentuate dalla violenta scossa tellurica dello scorso gennaio, sino a configurare un quadro di pericolosità non più differibile".

Il consigliere chiede al sindaco "di attivarsi con urgenza per adottare tutti i necessari provvedimenti per far fronte al concreto rischio di crollo del soffitto; di considerare seriamente la possibilità di attingere a finanziamenti europei mai auspicabili e opportuni alla luce del rilevante costo dei lavori (oltre 750.000 euro); di contattare ed eventualmente agire in maniera sinergica con quanti sembra si stiano già dando da fare per la realizzazione di un comitato volto a raccogliere donazioni prima che la chiesa crolli, recependo l'autentico grido di dolore di don Lukanowski, parroco di Santa Maria in Porto".

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