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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Raduno per il gerarca fascista Muti al cimitero, il sindaco: "Se ne occupi la politica"

Il sindaco di Ravenna Fabrizio Matteucci ha risposto negativamente all'invito rivoltogli dal presidente della Consulta provinciale antifascista Riccardo Rosetti, di firmare un esposto denuncia alla Procura della Repubblica

Il sindaco di Ravenna Fabrizio Matteucci ha risposto negativamente all'invito rivoltogli dal presidente della Consulta provinciale antifascista Riccardo Rosetti, di firmare un esposto denuncia alla Procura della Repubblica redatto dall'avvocato Andrea Maestri in merito al raduno in memoria del gerarca fascista Ettore Muti che si tiene da quasi dieci anni nell'ultima domenica di agosto al cimitero di Ravenna.

"Non firmerò l’esposto alla Procura della Repubblica, perché dopo i tanti esposti presentati su tale argomento negli anni e in tante parti del Paese, non ho notizia di sentenze passate in giudicato con condanne eseguite - spiega il primo cittadino al presidente della Consulta -. A questo punto penso che l’esposto o denuncia sia un atto riduttivo se non inutilmente dispendioso. Può soddisfare la propria coscienza, può strumentalmente visualizzare la propria immagine politica in un periodo pre-elettorale, ma questi non mi sembrano motivi sufficienti per percorrere una strada che non porta alla mèta. Se avessi (in più di un’occasione e non solo in quella da Voi citata del 2014) pensato di percorrere questa strada, l’avrei fatto con il supporto dell’avvocatura del Comune di Ravenna. Ho scelto, invece, l’impegno diretto, la battaglia politica e culturale anche quotidiana. L’impegno nelle celebrazioni istituzionali, in ogni appuntamento che ricordi gli avvenimenti e i passaggi cruciali della storia repubblicana del Paese e di Ravenna. Molto abbiamo lavorato per la formazione e l’educazione dei giovani nelle scuole, per costruire le coscienze alla democrazia. Per guardare al “futuro” come i Costituenti hanno autenticamente costruito le fondamenta della nostra Carta Costituzionale. Per quello che ora sta avvenendo nel mondo e che tutti ci coinvolge, ritengo che ancora di più, oggi, vada percorso questo impegno". 

Matteccui sostiene che "è la politica ( e non la magistratura) a dover affrontare e risolvere anche il tema posto. Se nessuno sta scontando una pena per una condanna inflitta dalle leggi Scelba del 1952 e Mancino del 1993, significa che occorrono modifiche normative. Il potere perciò è nelle mani del legislatore, del Parlamento e quindi della politica. Non so dire se sia la strada più lunga, ma il tema non è se è lunga o breve, piuttosto se conduce alla mèta. Ho manifestato all’on. Pagani, all’Anpi, ai consiglieri regionali del Pd, il mio sostegno alla risoluzione presentata in Regione Emilia Romagna (sostenuta anche da altri gruppi consiliari) su apologia del fascismo e vendita di gadget. Sostengo l’iniziativa dell’on. Fiano per la modifica del Codice Penale che renda efficace il dettato costituzionale. Mi auguro che l’adesione di tanti parlamentari, l’invito alla quale ora rivolgo anche all’on. Maestri, porti a questa modifica consentendoci di chiederne poi l’applicazione".

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