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Cronaca

Ravenna Holding scalda il consiglio comunale: "Un poltronificio non al servizio dei cittadini"

La società che gestisce le partecipazioni del Comune, presieduta da Carlo Pezzi, ha chiuso il 2015 con un rendimento del 4 per cento.

Un consiglio comunale caldo, caldissimo, quello che ha visto l’elezione a vice presidente di Raffaella Sutter. Si è dibattuto di famiglia, ma anche di Ravenna Holding. In discussione, infatti, c’era il bilancio della holding che gestisce le partecipazioni del Comune di Ravenna.
Sotto esame, in particolare, i bilanci d'esercizio 2015 di Romagna Acque Società delle Fonti e della cassaforte delle partecipate, che sono passati a maggioranza. Massimo Cameliani, assessore competente, ha sottolineato che si tratta di "una delle migliori holding a livello nazionale". Di tutt''altro avviso, però, le liste di minoranza. "È una presenza ingiustificata, il fulcro del poltronificio del Partito democratico", attacca Maurizio Bucci della Pigna, annunciando una mozione per il suo scioglimento. I costi aggiunge, sono saliti da 1,4 a 1,7 milioni di euro e ammontano a 20 milioni negli ultimi 16 anni. Per Michela Guerra di Cambierà, invece, la holding andrebbe potenziata, ma va anche mantenuto l'impegno preso dal sindaco di diminuire il numero e i compensi dei dirigenti. "Non è al servizio dei cittadini", secondo il capogruppo della Lega Nord Samantha Gardin. Alberto Ancarani di Forza Italia ha critica l''allargamento ad altri Comuni e alla Provincia, che di fatto allontana i ravennati dalla governance delle società.

I NUMERI DELLA “CASSAFORTE” - "Tutte le società sono in pieno equilibrio, mentre gli aspetti organizzativi dimostrano come i processi di efficientamento sono già stati fatti". Il presidente di Ravenna Holding, Carlo Pezzi, risponde alle domande dei consiglieri comunali sul bilancio 2015 della cassaforte delle partecipate. Sottolineando che è “decisamente ingeneroso fare riferimento a un poltronificio”. Nel dettaglio dei numeri è' l'entrata di Area Asset a determinare un impatto negativo sul conto economico. Pezzi mette in luce che ci sono economie di 600.000 euro sui costi di funzionamento e un milione di euro di beneficio dal consolidato fiscale. Sull''utile di Sapir in calo manca una partita straordinaria da 800.000 euro, ma la mancanza di affitti delle case di colmata "non è significativo". Con la riduzione del capitale sono stati finanziati gli enti per 20 milioni, "mantenendo il risultato in linea con gli anni precedenti". Il gruppo, prosegue, conta più di 280 dipendenti con due dirigenti e tre amministratori esecutivi, che "costano come un dirigente medio". Infine il conto economico: il rendimento si attesta attorno al 4%, al 3% se nettato dalle partite straordinarie.
(da Agenzia Dire)
 

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