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Ravenna, il garante visita il carcere: "Piccolo, ma non da chiudere"

"Il dato numerico relativo alle presenze è decisamente sotto controllo, non rilevandosi profili di sovraffollamento- riporta Bruno-, i detenuti sono collocati per lo più in celle singole con almeno 3 metri quadri a disposizione, secondo le indicazione della Corte europea dei diritti umani".

Ravenna si conferma ancora una volta “una delle situazioni penitenziarie meno problematiche a livello regionale”, e diventa quindi ancora più evidente che “il trattamento penitenziario nelle piccole realtà carcerarie è un’esperienza da salvaguardare”, nonostante l’orientamento dell’amministrazione penitenziaria nazionale a chiudere, a lungo termine, tutte le strutture con meno di 100 detenuti. Ad affermarlo è la Garante regionale dei detenuti, Desi Bruno, che martedì ha visitato la casa circondariale della città bizantina insieme alla direttrice, Carmela De Lorenzo.

“Il dato numerico relativo alle presenze è decisamente sotto controllo, non rilevandosi profili di sovraffollamento - riporta Bruno-, i detenuti sono collocati per lo più in celle singole con almeno 3 metri quadri a disposizione, secondo le indicazione della Corte europea dei diritti umani”. Sono presenti infatti 69 persone, di cui 39 straniere,  a fronte di una capienza regolamentare di 59. Risultano condannati in via definitiva 16 ristretti, mentre 39 sono in attesa di giudizio. I detenuti con problemi di tossicodipendenza sono più della metà, 35.

“Si è avuta la conferma della buona situazione complessiva, in linea con quanto riscontrato nei precedenti sopralluoghi, in una delle situazioni penitenziarie meno problematiche a livello regionale- rivendica la Garante-, sia in ragione delle sue ridotte dimensioni che della capacità, sinergia e collaborazione fra i soggetti istituzionali come direzione, Polizia penitenziaria, Comune e volontariato”. Inoltre, aggiunge, “negli ultimi anni si sono in maniera decisamente rilevante abbattuti i fenomeni di autolesionismo”.

La direttrice ha spiegato le iniziative che coinvolgono la popolazione detenuta, in corso o in fase di realizzazione: dal prossimo avvio di due detenuti al lavoro all’esterno (andranno a coltivare gli orti solidali gestiti da una cooperativa sociale) alle attività di legatoria e catalogazione dei libri della biblioteca interna, fino al corso di formazione per fornai e pizzaioli. Da segnalare inoltre la preparazione di un musical all’interno del carcere, in occasione del ricorrente appuntamento con la rassegna del Settembre dantesco, in cui i detenuti vanno in scena, anche in collaborazione con le scuole del ravennate, e la società esterna può partecipare allo spettacolo. Infine, riferisce De Lorenzo, grande attenzione è stata data al diritto all’affettività, la prossima organizzazione di una giornata in cui i detenuti potranno passare alcune ore con i propri figli.

Sono inoltre stati presentati progetti, partecipando al bando regionale per la formazione, per azioni formative che coinvolgano i detenuti nella ristorazione e panificazione e per il profilo di tecnici del suono. E’ invece in attesa del via libera dal Dap l'iniziativa che vedrebbe coinvolti i detenuti che si occupano dei lavori di manutenzione ordinaria dei fabbricati, per rendere comunicanti gli attuali ambienti del magazzino e della palestra per ricavare un unico ambiente di circa 150 metri quadrati da adibire a refettorio e sala polifunzionale.

“Sebbene la politica penitenziaria dipartimentale sia orientata, nell’ottica della spending review, all’attuazione di un piano a lungo termine di chiusura degli istituti con meno di 100 detenuti, da cui proprio anche Ravenna, quindi, verrebbe interessata, è un dato di realtà che la detenzione con numeri ridotti consente una maggiore attenzione alla persona detenuta, agevolandone la conoscenza da parte degli operatori, la convivenza e il percorso di responsabilizzazione, nonché aiutando a prevenire situazioni di tensione- conclude la Garante-. Il mio auspicio è quindi una valorizzazione delle piccole realtà penitenziarie in ragione del clima positivo che si è potuto riscontrare, sia in termini di attenzione ai diritti dei detenuti che in termini di adeguate condizioni di lavoro per gli operatori penitenziari”.

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