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Cronaca

Incendio al centro sociale, Lista per Ravenna apre un terzo filone d'indagine

Mentre la magistratura continua ad indagare sull'incendio che lo scorso weekend ha devastato i locali del centro sociale di via Eraclea 33, anche il Comune ha avviato un'inchiesta interna

Mentre la magistratura continua ad indagare sull'incendio che lo scorso weekend ha devastato i locali del centro sociale di via Eraclea 33, anche il Comune ha avviato un'inchiesta interna. Lista per Ravenna, illustra il leader Alvaro Ancisi, "vuole capire a chi sia stato affidato, con le relative responsabilità, l’uso gratuito di quei locali, con ogni spesa a carico del Comune. È infatti sparita perfino dal web la Rete degli studenti iniziale beneficiaria, e nel frattempo è stata insediata nei locali stessi, apparentemente senza alcun titolo, la sede del Movimento Autonomo Studentesco, formazione politica extraparlamentare che a Ravenna si chiama Collettivo Autonomo Studentesco".

"Inoltre - aggiunge Ancisi - non esiste traccia agli atti del Comune che documenti il rispetto della condizione posta a base della concessione in uso di tale bene pubblico, cioè lo svolgimento di “attività rivolte ai giovani della rete studentesca delle scuole superiori e a quelli residenti nella circoscrizione terza, di mediazione sociale dei conflitti rivolti alla popolazione, di sicurezza urbana”. Si prospettano sviluppi incredibili per un ente pubblico". L'esponente della lista civica annuncia che sarà aperto un terzo filone d'indagine.

"Il giorno successivo all’incendio, tra i primi scambi di opinione apparsi su internet, da cui è possibile risalire ai mittenti, i due seguenti sono apparsi rivelatori di un preoccupante utilizzo di questo “centro studentesco”, come lo ha definito il sindaco dicendo: “L’ho voluto io”", evidenzia Ancisi, che illustra un primo commento: "Credo che lei stia dicendo un mucchio di cavolate!forse a lei non importa nulla del centro sociale ma a molti altri invece si, visto che si tratta di un punto di incontro per i giovani dove è possibile scambiare idee, non si fanno solo feste e canne...si parla...”".

"Fortunatamente, in quel “centro studentesco” si parlava anche, ma il resto non appare compatibile con l’uso di locali pubblici", osserva Ancisi. Quindi il secondo commento, preso da un altro sito: "Siete solo dei pagliacci che parlano di anarchia senza sapere nemmeno cosa sia. Per voi si tratta solo di canne e birra…Voi non parlate di valori! I valori si dimostrano aiutando gli altri a crescere, non passandogli qualche grammo di erba! Non parlo per sentito dire ma per esperienza vissuta”.

Spiega Ancisi: "Il secondo commento chiama in causa anche un altro centro giovanile del Comune, ma ci fermiamo a quello di via Eraclea 33, dato che, essendo stato affidato a studenti medi, questi, salvo ripetenti e maturandi nati prima di giugno, sono tutti minorenni, e che sullo spaccio della droga ai minorenni il codice penale è molto severo. Sul suo impegno a difesa dei minorenni contro la droga e l’alcool (che si abbina alla droga più della coca-cola), il sindaco ha inondato l’informazione pubblica a partire da 2009, quando ha lanciato la “campagna di informazione-prevenzione intitolata 'Droga e alcol: dire no è il vero sballo' ”, poi insistentemente condotta nelle scuole e nelle parrocchie".

"Ora Matteucci sa cosa può essere accaduto in via Eraclea 33 - conclude il leader di Lista per Ravenna -. A prescindere dalle responsabilità che possono ricadere su lui stesso, incauto padrone di casa, ha dunque l’obbligo di segnalare tutto alla Procura della Repubblica. Noi restiamo in attesa breve che lo faccia, mettendoci a sua completa disposizione anche per offrire ulteriori piste di indagine. Altrimenti, altrettanto obbligatoriamente, lo faremo noi".  

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