I Carabinieri di Ravenna “tirano le somme” in merito alla ormai nota vicenda della giovane romena sequestrata da tre individui sulla Romea, che aveva portato subito all’arresto di due carcerieri, nel giro di 24 ore, e poi l’8 settembre scorso, al fermo di un terzo complice. Le indagini, che si sono estese fino al Bresciano e al Varesotto, hanno permesso di individuare un gruppo ben organizzato specializzato alla tratta ed allo sfruttamento di giovani romene.

La ragazza, che ha pagato duramente il tentativo di scappare ai propri sfruttatori, dagli accertamenti sviluppati nel corso delle indagini è risultata avere soli 17 anni: è stata dapprima attirata con l’inganno verso l’Italia, con il miraggio di un lavoro normale, dopo di che, appena giunta in quella che credeva essere  terra di nuove opportunità è iniziato il suo calvario. Le è stato infatti fornito un documento falso, con generalità inventate di una maggiorenne, istruita su cosa doveva fare e dire in caso di controlli delle Forze dell’Ordine e mandata subito ad esercitare la prostituzione in strada per guadagnare.

Alla poveretta, costretta anche a subire pesanti vessazioni da parte degli aguzzini, oltre alla violenza fisica quotidiana venivano minacciate ritorsioni contro la famiglia di origine in Romania. Le indagini hanno portato a tre ordinanze di custodia cautelare, notificata loro nei carceri dove a tutt’ora sono associati, dai Carabinieri di Marina Romea e del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia bizantina che hanno condotto le indagini.

Nell’ordinanza vengono contestati reati ben più gravi di quelli inizialmente ipotizzanti, attribuendo ai malviventi (tutti di origine romena rispettivamente di 30, 20 e 24 anni, il sequestro di persona, lo sfruttamento della prostituzione, riduzione e mantenimento in schiavitù, e prostituzione minorile aggravata.