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Cronaca Centro / Piazza Duomo, 4

A Ravenna il primo simposio internazionale sull’architettura funeraria

Il simposio, che proseguirà fino a sabato, affronterà infatti il rapporto tra spazi delle ritualità funebri e città contemporanea, individuandone reciproci ostracismi e contaminazioni, autonomie e interdipendenze, elementi e segni di dialogo e, al contrario, aspetti di incomprensione e incomunicabilità

Giovedì alle 11, nella sala Don Minzoni di piazza Duomo 4, si terrà il convegno ‘Città dei morti, città dei vivi’, primo simposio internazionale sull’architettura funeraria organizzato dal Dipartimento di Architettura e da Fter-Facoltà Teologica Emilia Romagna. Saranno presenti per i saluti di apertura Giannantonio Mingozzi, vicesindaco di Ravenna, Lorenzo Ghizzoni, arcivescovo dell’arcidiocesi di Ravenna e Cervia, e Lanfranco Gualtieri, presidente di Fondazione Flaminia.

“La città di Ravenna – spiega Luigi Bartolomei, del comitato organizzatore - è particolarmente congeniale alla riflessione sulla relazione tra architettura funeraria e forma urbis, sia per l’importanza dei suoi mausolei, meta di turismo internazionale, sia per i recenti innesti di nuovi spazi liturgici dedicati al commiato in una città dalla spiccata identità multiconfessionale, testimoniata anche dalla recente costruzione della moschea”.

Il simposio, che proseguirà fino a sabato, affronterà infatti il rapporto tra spazi delle ritualità funebri e città contemporanea, individuandone reciproci ostracismi e contaminazioni, autonomie e interdipendenze, elementi e segni di dialogo e,  al contrario, aspetti di incomprensione e incomunicabilità.

L’obiettivo è documentare le conseguenze sull’abitare dell’architettura funeraria e delle recenti evoluzioni nel rapporto Città dei Vivi – Città dei Morti che proprio nei manufatti esibiscono una delle testimonianze più significative. L’arco temporale a cui il convegno si riferisce è quello che muove dal primo Ottocento a oggi, ossia dalla fondazione dei grandi cimiteri extraurbani, alle esperienze contemporanee di nuove contaminazioni tra città dei vivi e spazi e forme della custodia dei defunti.

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