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Cronaca

Rifilavano soldi falsi per aver resto vero, sgominata banda di truffatori

La banda, secondo quanto appurato dalle indagini iniziate nell'aprile dello scorso anno, si era specializzati alla spendita di numerose banconote false di diverso taglio, usate per fare shopping

Banda di truffatori arrestata dagli agenti delle Squadre Mobili di Ravenna e Napoli. In manette sono finiti due napoletani di 37 e 38 anni, noti alle forze dell'ordine per reati contro il patrimonio, la persona e la pubblica fede, un 23enne di Catania, con precedenti contro il patrimonio e la persona, ed un ravennate di 21 anni, al quale sono stati notificati gli arresti domiciliari. Nel corso dell'inchiesta è stato denunciata a piede libero anche una quinta persona.

Al centro dell'inchiesta Silvio Vallanti e Angela Grimaldi, coppia napoletana di 38 e 37 anni che viveva nella città romagnola. Disoccupati, i due erano titolari di un alloggio popolare ma viaggiavano a bordo di una Porsche Cayenne. Secondo gli investigatori, coordinati dal pm Monica Gargiulo, in più di un'occasione hanno indotto anche il figlio (minorenne all'epoca dei fatti) ad utilizzare banconote false per fare acquisti. Circostanza che costituisce un'aggravante. I due sono stati arrestati a Caivano (Napoli) in cui erano tornati da qualche settimana. In carcere è finita anche una terza persona: si tratta di un 23enne di Catania, Emilio Guarnieri. Agli arresti domiciliari la fidanzata di quest'ultimo: Silvia Cavallari, una 21enne ravennate.

La banda, secondo quanto appurato dalle indagini iniziate nell'aprile dello scorso anno, si era specializzata alla spendita di numerose banconote false di diverso taglio, usate per fare shopping. Gli sviluppi investigativi del personale della Sezione reati contro il patrimonio della Mobile hanno permesso di scoprire come dietro il giro di denaro falso in una determinata zona di Ravenna c'era una famiglia di origine della provincia di Napoli, da anni radicata in città.

I componenti di tale famiglia erano al vertice del sodalizio, i quali, strategicamente, sceglievano gli obiettivi ed organizzavano di conseguenza l’azione di spendita le banconote false provenienti verosimilmente dall’hinterland napoletano. Al fine di gestire la spendita di moneta falsa (da 200, 100, 50 e 20 euro) senza esporsi in prima persona, reclutavano altri soggetti quali esecutori materiali.

Il modus operandi per la spendita delle banconote era rodato. Il collaboratore, istruito dal gruppo, entrava nel negozio cercando di acquistare della merce per un importo inferiore al taglio della banconota in modo da ricevere per resto del denaro contante, sfruttando momenti di confusione o di particolare impegno da parte dell’esercente.

Se venivano scoperti per la falsità della banconota, gli autori del raggiro manifestando incredulità, riferendo di averle ricevute da un famigliare o terzi, cercando di riprendere la banconota falsa per poi allontanarsi velocemente. Le dinamiche del gruppo si sono evidenziate attraverso i riscontri oggettivi acquisiti nel corso delle indagini, suffragate da ripetuti servizi di osservazione, pedinamento e controllo eseguiti dal personale operante. La stamperia non è stata individuata ma si ipotizza fosse in Campania. Nel "giro" era entrata anche una quinta donna, 35enne, originaria di Erice (Trapani) denunciata a piede libero. Si stima che i quattro arrivassero a spendere fino a 500 euro al giorno.
 

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