Stupro di gruppo, vittima una marocchina. Il "branco" finisce in manette

Presi dalla Squadra Mobile di Ravenna i responsabili di una violenza sessuale di gruppo avvenuta nella nottata tra il 6 e il 7 maggio scorso. Si tratta di quattro tunisini, di 19, 34, 36 e 43 anni, arrestati in esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip di Ravenna Monica Galassi. Altri due risultano latitanti. Nella stessa indagine, coordinata dal pubblico ministero Roberto Ceroni, figurano altri cinque tunisini indagati a piede libero per favoreggiamento

Da una parte della strada un gruppetto di sei tunisini. Dall'altra due giovani amiche marocchine. Uno degli uomini aveva indicato una delle due ragazze che conosceva di vista. Poco dopo si erano avventati tutti su di lei e, minacciandola con coltello, bastone e bottiglie, erano riusciti a spogliarla, ad abusarne. Solo l'arrivo di un passante aveva permesso alla giovane di scappare prima che lo stupro si compisse. Il giorno dopo, spalleggiati da un settimo tunisino, i sei erano tornati alla carica per intimidire la ragazza e farla desistere dal proposito di denunciarli.

L'episodio, secondo quanto accertato dagli inquirenti ha rappresentato l'apice di una serie di tensioni tra marocchini e tunisini nella città romagnola che erano iniziate già qualche mese prima e che dopo gli arresti sembrano essersi placate. Due degli accusati - il 36enne e il 43enne - erano stati fermati d'iniziativa subito l'accaduto perché clandestini.

Per gli altri le misure sono giunte in un secondo momento. Durante le conseguenti perquisizioni sono state sequestrate una katana, alcuni coltelli e un bastone: i sei, oltre che di violenza sessuale di gruppo e minacce, dovranno così rispondere pure di possesso ingiustificato di armi bianche.