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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Cgil, Cisl e Uil contro Greenpeace: "Azione illegale e da ultras"

Le segreterie territoriali di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil attaccano Greenpeace per l'azione dimostrativa in Adriatico contro la piattaforma Agostino B

Le segreterie territoriali di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil attaccano Greenpeace per l'azione dimostrativa in Adriatico contro la piattaforma Agostino B, per sensibilizzare sul prossimo rreferendum 'No triv'. Dice una nota: “Greenpeace ha abbordato, violando tutte le norme della sicurezza e del codice della navigazione, la piattaforma Agostino B nelle acque antistanti la costa ravennate, esponendo striscioni inneggianti al “Sì per il referendum del prossimo 17 aprile” e allo “stop alle trivelle” e ventilando dati sull’inquinamento, palesemente inattendibili, al solo scopo di colpire l’opinione pubblica”.

“Un gesto di questo tipo non ha alcun significato se non aggiungere uno slogan “da curva ultras” a una campagna referendaria dai toni già molto accesi e, spesso, privi della minima correttezza delle informazioni ai cittadini, puntando a uno scontro ideologico fuorviante che non ha nulla a che vedere con il quesito referendario, ma che mira alla demonizzazione di attività industriali indispensabili per il paese e il suo approvvigionamento energetico e assolutamente sicure dal punto di vista ambientale. I lavoratori dell'offshore continuano a subire una pesante campagna denigratoria del loro operato, nonostante sessant'anni di storia della perforazione in Adriatico dimostrino come l'amore per il mare e l'ambiente non siano in discussione. La campagna a favore del SI sembra sempre più puntare all'eliminazione di posti di lavoro, allo svilimento della dignità di generazioni di operatori del settore, alla banalizzazione dell'esigenza di evoluzione del nostro assetto energetico, puntando alla buonafede delle persone che pensano, in questo modo di testimoniare, la loro sensibilità ambientale, ma che in realtà non faranno altro che chiudere un intero settore produttivo con migliaia di addetti, aumentando le esportazioni dall’estero e l’utilizzo di navi che non diminuiscono l’inquinamento”.

“Non è con gli striscioni né con le accuse insensate verso il mondo delle professionalità dell’offshore che si consentirà all'Italia di mantenersi un paese industriale, pur avendo rinunciato all'energia nucleare e all'utilizzo del carbone come fonte energetica prevalente. Da anni l’Italia ha puntato tutto sul gas metano che si estrae al largo delle nostre coste e che viene riconosciuto da tutti i paesi internazionali, che hanno firmato il protocollo di Kyoto, come unica fonte energetica in grado di contrastare l’aumento di produzione di anidride carbonica e, quindi, il riscaldamento globale del pianeta. Non è con questi attacchi e con il blocco di tutte le attività sul gas che si otterrà una svolta più efficace nelle politiche energetiche e, sicuramente, non costituirà una propulsione in questo senso il continuo attacco alle lavoratrici e ai lavoratori del distretto energetico ravennate che orgogliosamente rappresentiamo e continueremo a tutelare”.

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