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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Chi è pro e chi contro il rigassificatore. Confindustria: "Svolta importante". Gli ambientalisti: "Legati per l'eternità alla schiavitù delle fonti fossili"

La notizia della firma, arrivata nella giornata di lunedì, del Decreto di approvazione del Provvedimento Autorizzatorio Unico del rigassificatore che entro il 2024 sorgerà al largo di Ravenna ha subito scatenato reazioni da parti politiche, organizzazioni industriali e ambientalisti

La notizia della firma, arrivata nella giornata di lunedì, del Decreto di approvazione del Provvedimento Autorizzatorio Unico del rigassificatore che entro il 2024 sorgerà al largo di Ravenna ha subito scatenato reazioni da parti politiche, organizzazioni industriali e ambientalisti.

Bessi (Pd): "Scelta cruciale per tutto il Paese"

Positivo è il commento del consigliere regionale Pd Gianni Bessi: "Con la firma del presidente della Regione Stefano Bonaccini sul Decreto di approvazione del provvedimento autorizzatorio unico del progetto della Snam finalmente potremo dare il via all’installazione di una nave rigassificatore di Gnl a Ravenna. È una scelta cruciale per tutto il Paese, non dimentichiamolo, che conferma l’Emilia-Romagna come piattaforma strategica per la gestione della risorsa gas. Questo è solo un primo passo sul futuro energetico nazionale, che vedrà Snam tra i protagonisti: la società ha costruito il progetto investendoci un miliardo e con la sua forza strategica – come ha sottolineato l’amministratore delegato di Snam Stefano Venier – sta aprendo la strada a scelte di più ampio respiro, a cominciare dalla possibilità che l’Italia diventi l’hub energetico del Mediterraneo.

"Il risultato - conclude Bessi – è stato reso possibile da un intenso lavoro e da un percorso partecipativo, a cui ho partecipato come membro delle due commissioni economia e ambiente regionali, che ha coinvolto in prima fila il sindaco di Ravenna Michele de Pascale, il consiglio comunale di Ravenna, il tavolo regionale del lavoro e del clima e quello dell'economia locale. Senza dimenticare il lavoro puntuale della Conferenza dei servizi, con oltre 60 enti che hanno avuto la possibilità di integrare la progettualità. Adesso inizia una fase altrettanto cruciale per rendere l’impianto operativo nel 2024: potrà garantire una quantità di gas pari a 5 miliardi di metri cubi all’anno, cioè un sesto della quantità che l’Italia importava dalla Russia. Come consigliere eletto a Ravenna sono orgoglioso di avere contribuito al raggiungimento di questo primo obiettivo".

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Confindustria: "Una svolta, ora fare lo stesso con le estrazioni di gas e le rinnovabili"

"La firma del decreto di autorizzazione del rigassificatore è una svolta per la Romagna e per tutto il Paese, che riafferma la centralità del distretto energetico ravennate e fronteggia concretamente la crisi energetica in atto - aggiunge il presidente di Confindustria Romagna Roberto Bozzi - Il completamento dell’iter autorizzativo dimostra come la compattezza e l’unità di intenti di fronte alle emergenze porti al raggiungimento di un obiettivo ambizioso e cruciale in tempi strettissimi: alle istituzioni, agli enti e a tutti gli attori che hanno lavorato a questo risultato vanno i nostri ringraziamenti per l’impegno serrato di questi mesi. Ora auspichiamo che la medesima celerità sia adottata anche per le estrazioni di gas metano e per tutti i progetti sulle fonti rinnovabili, da Agnes ai parchi eolici, perché l’urgenza è la stessa. Per quanto riguarda le estrazioni, fortunatamente si comincia ad andare oltre al Pitesai, strumento profondamente sbagliato dal punto di vista concettuale: attendiamo ora i dettagli del provvedimento sullo sblocco, e sarà fondamentale che anche in questo ambito le procedure autorizzative vengano semplificate e snellite, affinché le maggiori quantità di gas stimate arrivino in tempo utile. Ribadiamo che rigassificatore, rinnovabili, estrazioni, cattura e stoccaggio di CO2, comunità energetiche sono strade non alternative ma complementari, tutte ugualmente indispensabili nella transizione energetica e tutte ugualmente prioritarie per superare le difficoltà di imprese e famiglie. In una prospettiva di lungo periodo, nel mix energetico non si potrà escludere dalla valutazione anche il nucleare di nuova generazione, come ponte verso il passaggio alle fonti green".

Italia Viva-Ravenna in Azione: "Ambientalismo ideologico messo in soffitta"

"La firma dell'autorizzazione è una notizia importante per il territorio ravennate, che da oggi gioca un ruolo fondamentale nel sistema energetico nazionale - si accoda ai complimenti Ravenna in Azione insieme a Italia Viva - Il rigassificatore con i suoi 5 miliardi di metri cubi annui è un’opera in grado di garantire al Paese una maggiore diversificazione negli approvvigionamenti energetici e una capacità di trasformazione di gas pari a un sesto della quantità che importiamo dalla Russia. L’operatività stimata per 25 anni la riteniamo compatibile con una transizione ecologica che, per non creare danni economici e sociali, ha bisogno di tempo e non può fare a meno del gas, che tra i combustibili fossili, rimane il meno impattante. Una bella notizia che mette in soffitta l’ambientalismo ideologico e populista della decrescita in-felice. Nella stessa direzione va la decisione presa in Consiglio dei Ministri, dove il Governo ha dato il via libera a nuove concessioni per le estrazioni in Adriatico. Anche se siamo consapevoli che le quantità di gas presenti nei giacimenti sono minime, esiste un fabbisogno vitale interno al Paese per settori produttivi che senza il gas cesserebbero di lavorare. E per questi settori occorre mettere in campo qualsiasi risorsa. Altrettanto importante è l’impatto occupazionale che il settore ha nel nostro territorio. Per questo riteniamo strategico proseguire anche in questa direzione, e rimaniamo favorevolmente stupiti della "giravolta" del centrodestra che rinnega le posizioni assunte in passato sul tema, dal referendum del "no alle Trivelle" ai provvedimenti del Governo giallo-verde. Ci auguriamo che la Regione Emilia-Romagna e il Comune di Ravenna siano uniti e determinati anche su questo tema, come lo sono stati con rigassificatore".

Gli ambientalisti: "Transizione ecologica 'riverniciatura verde' per imbrogliare la popolazione"

Contro al progetto invece, naturalmente, continuano a schierarsi gli ambientalisti. "Per le procedure amministrative complesse, e l’impianto di rigassificazione è sicuramente fra queste, il concetto di presto non coincide con quello di bene - attaccano dal Coordinamento ravennate “Per il Clima – Fuori dal Fossile” e dalla Rete Emergenza Climatica e Ambientale dell’ Emilia Romagna - Sono necessari approfondimenti tecnici e valutazioni complesse da parte di numerosi soggetti qualificati, e la posta in gioco è un bene sancito dalla Costituzione della Repubblica: il diritto all'ambiente, alla salute e alla sicurezza degli abitanti di oggi e delle future generazioni. Aggirare la Via (valutazione di impatto ambientale) e le usuali normative è una scorciatoia che tuttavia comporta, per arrivare prima al traguardo, danni all’ambiente, inquinamento dell’ aria circostante, rischio per la salute e la vivibilità presenti e future, probabili danni all’economia costiera. E soprattutto ci lega per l’eternità alla schiavitù delle fonti fossili (con buona pace di chi aveva voluto credere alla favola della temporaneità dell’impianto) in totale contrasto con gli obiettivi di de-carbonizzazione e contenimento del cambiamento climatico di cui quasi tutti sembrano essersi già dimenticati. Il “traguardo raggiunto” con la firma del decreto di approvazione del provvedimento autorizzativo viene presentato come una tappa storica per Ravenna e per il Paese. Ma l'opinione pubblica deve sapere che questo risultato costa e costerà la sospensione della carta costituzionale: l'art. 41, infatti, stabilisce che “L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali”. A meno che la Giustizia Amministrativa, com’è auspicabile che avvenga, non ci metta un freno, costringendo gli attori di quest’impresa a tornare indietro e ad imboccare la strada giusta, quella che porta fuori e lontano dalla dipendenza energetica dalle fonti fossili".

"Se si ragiona sul fatto che oltre al rigassificatore di Ravenna a breve farà la sua comparsa quello “gemello” di Piombino (dove tuttavia, almeno, a livello locale, il mondo politico e le istituzioni si sono in gran parte schierate a fianco di chi protesta), e che in diverse altre parti d’ Italia (Sardegna, Calabria, Puglia e altre località costiere) si ipotizzano analoghi progetti, si capisce bene come l’intenzione del Governo nazionale, di quelli regionali e di gran parte di quelli locali sia di fare della filiera del costosissimo e distruttivo gas liquefatto un pilastro del futuro del Paese - proseguono gli ambientalisti - Se poi si aggiunge che la scelta dei rigassificatori non si sostituisce, ma si somma a quella di potenziare le estrazioni (anche in prossimità delle coste) e di costruire ulteriori gasdotti, si può concludere che tutte le parole spese sulla transizione ecologica non siano state che una “riverniciatura verde”, finalizzata ad imbrogliare la popolazione, con grandi benefici soltanto per i profitti dei colossi del fossile. Mentre in Egitto si sta svolgendo l’ennesimo vertice COP (giunto al numero 27), dal quale ancora una volta usciranno fiumi di interessanti parole ma ben pochi impegni concreti e ancor meno conseguenti atti vincolanti, e mentre la comunità scientifica lancia ogni giorno disperati allarmi sul peggioramento irreversibile della situazione climatica e accorati appelli affinchè si inizi subito a ridurre la quantità di emissioni climalteranti, ogni scelta che comporti proprio l’aumento di tali emissioni e il prolungamento a oltranza della dipendenza dal sistema fossile appare incomprensibile, nonché irresponsabile nei confronti delle generazioni future. Nelle prossime settimane terremo le proprie assemblee per valutare come procedere nell’azione di contrasto a queste decisioni irresponsabili, cercando tutte le possibili convergenze con quei movimenti e quelle realtà impegnate a proporre un futuro di giustizia climatica e sociale, come già si è visto in numerose manifestazioni che in tutto quest’ anno stanno percorrendo il Paese, fra le quali quella di Bologna del 22 ottobre. In dicembre, a un anno dal lancio delle quattro leggi regionali di iniziativa popolare finalizzate a una politica regionale realmente orientata alla transizione, ci si troverà in Regione per esprimere la protesta e le proposte di chi non si vuole rassegnare, e vuole costruire un futuro diverso e libero dalla schiavitù del fossile".

Ravenna in Comune: "De Pascale e Bonaccini 'transizionalisti perenni'"

"Bonaccini ci ha raccontato ancora una volta la balla che il rigassificatore andrà avanti assieme alle rinnovabili. Lo ha ripetuto anche alla conclusione della conferenza dei servizi che ha approvato l’impianto di rigassificazione al termine di un procedimento farsa (visto che si sono saltati tutti i passaggi fondamentali dalla Rir alla Via): "Avanti con una infrastruttura al servizio dell’intera comunità nazionale, che realizzeremo insieme al parco eolico e del fotovoltaico fra i più grandi in Europa, nella piena consapevolezza che il futuro è nelle energie rinnovabili". Bonaccini, de Pascale e tanti altri appartengono alla potente schiera dei transizionalisti perenni - attaccano da Ravenna in Comune - Si tratta di quei politici, imprenditori, mezzani che si dichiarano a parole per la inevitabilità della transizione energetica e, immediatamente dopo, praticano nei fatti il contrario, favorendo esclusivamente lo sfruttamento del fossile. E mica lo nascondono, perché hanno una scusa (balla) già pronta da tirar fuori: le rinnovabili sono indispensabili, ma ancora per tanti decenni saremo costretti a ricorrere alle energie fossili. Il gas metano, in particolare, è quello che preferiscono perché, dicono, è quello meno impattante sotto il profilo del cambiamento climatico. Il “meno impattante metano”, in realtà, è uno dei maggiori responsabili nella produzione della climalterante CO2, secondo solo al petrolio, quando viene bruciato. Ancor peggio ha un effetto direttamente climalterante quando immesso direttamente in atmosfera. Tra tutte le fonti è proprio il gas metano ad aver avuto la maggior accelerazione. I terrapiattisti energetici, invece, negano il cambiamento climatico contro ogni evidenza. Tra terrapiattisti e transizionalisti, sinceramente, preferiamo i primi. Almeno credono in quello che dicono, per quanto incredibile possa sembrare a chi vede i ghiacciai sciogliersi sempre più rapidamente, la siccità aumentare d’intensità ogni anno, così come bombe d’acqua ed altri eventi “estremi”. I transizionalisti, invece, sanno benissimo di cosa parlano quando usano il termine crisi climatica. Ma al fascino della lobby del fossile non sanno resistere. Tutti uniti a raccontare che il rigassificatore è indispensabile ma anche le rinnovabili. Solo che, per queste ultime, c’è tempo. Prima o poi. Senza fretta. Ravenna in Comune non sta tra i terrapiattisti ma neanche tra i transizionalisti. Siamo necessariamente realisti e, nonostante le offese in cui le altre due categorie eccellono, non possiamo fare a meno di preoccuparci per il continuo peggioramento che il nostro territorio e il pianeta tutto subisce. Soprattutto non possiamo fare a meno di spingere per non rinviare oltre l’abbandono del fossile. Ci preoccupa la sorte di Ravenna e delle sue coste, così fragili, che saranno le prime ad essere intaccate. Ci preoccupa la sorte dei nostri figli, a livello di salute ma anche di un’economia che, se rimarrà legata alle estrazioni, continuerà a contrarsi. E continueremo a smascherare le loro frottole una per una. Perché dei terrapiattisti possiamo anche ridere di compassione. Ma ai transizionalisti non si può concedere tregua: ne va del nostro futuro".

Priolo: "Scelta difficile e necessaria"

Quella sulla nave rigassificatore a Ravenna è "una scelta difficile e necessaria che si deve portare dietro investimenti forti sulla transizione energetica", commenta la vicepresidente della Regione Emilia-Romagna, Irene Priolo, partecipando a Rimini all'inaugurazione dei saloni della green economy di Italian Exhibition Group, Ecomondo e Key energy. L'Italia, prosegue Priolo, "deve collocarsi in maniera più forte nella transizione ecologica, occorre uscire dalla logica emergenziale per entrare in quella della programmazione". Dalla Regione, sottolinea, viene "uno sforzo con enormi risorse sull'energia, l'economia circolare e l'aria", ma servono anche scelte difficili, come quella della nave rigassificatore a Ravenna. E infatti il Piano energia chiede "un raddoppio" degli impianti offshore da realizzare insieme al sistema delle imprese e ai cittadini".

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