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Cronaca

Ecco il rigassificatore che galleggerà al largo di Ravenna dal 2024: come funziona e dove sarà collocato

Un’infrastruttura che risponde alla necessità di diversificare le fonti di approvvigionamento e l’autosufficienza energetica nazionale, alla luce del conflitto in Ucraina e della conseguente crisi della fornitura russa

Al lavoro per una soluzione condivisa che aiuti il territorio e il Paese, impegnato a raggiungere l’autosufficienza energetica in tempi record. Venerdì mattina si è riunito in Regione il Patto per il Lavoro e per il Clima - siglato in Emilia-Romagna da tutte le rappresentanze istituzionali, economiche e sociali della regione - sul tema emergenza gas e incremento della capacità di rigassificazione italiana, con la presentazione del progetto Fsru (Floating Storage & Regassification Unit) di Snam per l’installazione di un rigassificatore galleggiante al largo di Ravenna e del collegamento con la rete distributiva nazionale. Un’infrastruttura che risponde alla necessità di diversificare le fonti di approvvigionamento e l’autosufficienza energetica nazionale, alla luce del conflitto in Ucraina e della conseguente crisi della fornitura russa.

Quello con i firmatari del Patto per il Lavoro e per il Clima, convocato dalla presidenza della Regione - alla riunione era presente il presidente Stefano Bonaccini, commissario di Governo per il rigassificatore - è solo il primo incontro di venerdì dedicato alla presentazione del progetto di Snam: a seguire, la seduta congiunta delle Commissioni consiliari regionali ‘Politiche economiche’ e ‘Territorio, Ambiente, Mobilità’, in Assemblea legislativa, e nel pomeriggio il Tavolo per l’Economia a Ravenna voluto dal sindaco Michele De Pascale.

L’istanza di realizzazione del progetto, trasmessa la settimana scorsa al Commissario e da lui ai ministeri competenti, sarà portata ora all’esame degli oltre 40 enti direttamente coinvolti dal processo autorizzativo. L’autorizzazione alla costruzione e all’esercizio delle opere dovrà infine essere rilasciata dal Commissario stesso entro 120 giorno dal ricevimento. La tempistica del progetto presentata da Snam prevede poi un avvio dei lavori entro il primo quadrimestre del 2023 con l’obiettivo dell’entrata in esercizio della Fsru entro il terzo trimestre 2024.

“Parliamo di un investimento vitale per il Paese - afferma Bonaccini - di primaria grandezza e di massima urgenza, per il quale sono previste modalità e procedure inedite con cui dobbiamo misurarci. Anzitutto per conciliare interessi primari come quello di avere energia, ma di farlo in piena sicurezza per l’uomo e l’ambiente. Io aggiungo in massima trasparenza e ricercando il più possibile il confronto e la condivisione: per questo non abbiamo atteso un minuto per portare il progetto all’attenzione delle rappresentanze istituzionali, economiche e sociali, ma anche delle università, dell’associazionismo, delle forze politiche del sistema regionale. Abbiamo un obiettivo comune: arrivare in tempi ridotti, e con procedure inedite, a un impianto imprescindibile per il fabbisogno energetico dell’Italia; la precondizione, naturalmente, è che l’opera sia sicura e sostenibile, che rispetti tutti gli standard di tutela dell’ambiente, del paesaggio e del patrimonio biologico dell’area”.

“L’Emilia-Romagna non intende girare la testa dall’altra parte rispetto all’emergenza energetica: per questo - prosegue - non abbiamo atteso l’invito del Governo e ci siamo candidati per primi offrendo il nostro contributo al Paese in un momento drammatico, nel quale è necessario variare l’approvvigionamento di forniture di energia dopo la guerra ingiustificata avviata dalla Russia in Ucraina. Oltre a dover dare risposte concrete e urgenti a famiglie e imprese, alle prese con un caro-bollette senza precedenti. Al Governo abbiamo posto una condizione: insieme alla gestione dell’emergenza acceleriamo però anche sulla transizione ecologica, perché l’autosufficienza nazionale e la lotta al cambiamento climatico debbono avere come stelle polari le energie rinnovabili. Per questo- chiude Bonaccini-, proprio a Ravenna siamo nelle condizioni di realizzare il più grande parco eolico e fotovoltaico del nostro Paese, tra i più estesi in Europa. E’ essenziale spingere al massimo su entrambe queste leve e noi dimostreremo che è possibile farlo”.

La presidente della commissione Emanuela Economia Manuela Rontini ha spiegato che dopo le presentazioni del progetto “ci sono 120 giorni di tempo affinché il commissario possa esprimersi. La comunicazione di oggi è tempestiva. Noi ci riserviamo di fare approfondimenti e anche interventi in loco, perché il contributo della Regione all’autosufficienza energetica avvenga attraverso un confronto con tutte le forze politiche”. Il presidente Caliandro ha giudicato “interessante l’illustrazione”, ma si è detto “preoccupato perché il momento è nevralgico per la crisi energetica e per la crisi di governo. È positivo che il presidente Bonaccini sia stato nominato commissario. Noi dobbiamo lavorare per dare risposte e contemperare sviluppo e rispetto dell’ambiente. Le commissioni congiunte, nelle prossime settimane, saranno di ascolto e sollecitazione”.

L’assessore Colla ha ricordato che l’incontro “è un atto voluto dal presidente-commissario Bonaccini per una discussione preventiva, nel rispetto della democrazia e della trasparenza. Siamo in uno scenario senza precedenti: pandemia, guerra ai confini dell’Europa, crisi energetica che mette in difficoltà cittadini e imprese, tecnologia che va governata e, impensabile, una crisi di governo. Vedo un fattore positivo: la responsabilità del gruppo dirigente della Regione, giunta e consiglieri”. Il progetto è una risposta energetica “indispensabile per il Paese, perché dobbiamo avere una nostra autonomia energetica. Il “gasdotto di Putin” rischia di mettere in discussione il nostro sistema di approvvigionamento energetico. L’Emilia-Romagna si mette a disposizione per aiutare il Paese. Qui non ci sono vuoti di potere, possiamo agire. Snam ha presentato l’investimento al commissario nel dettaglio. Ci sarà una task force di esperti, nazionali e territoriali, che valuterà il documento, che sarà inviato a 43 soggetti. Abbiamo chiesto a Snam di fornire una previsione anche dell’impatto economico e sociale che avrà questo investimento. Penso che ci saranno le condizioni per gestire tutto con responsabilità”.

Il progetto

E’ previsto al largo di Ravenna l’ormeggio di una nave di stoccaggio e rigassificazione galleggiante: la ‘BW Singapore’, acquistata da Snam all’inizio di luglio. Ha una capacità di rigassificazione continua di circa 5 miliardi di metri cubi equivalente a circa un sesto della quantità di gas naturale oggi importata dalla Russia, e uno stoccaggio di 170mila metri cubi di gas naturale liquefatto (Gnl). Sarà rifornita ad intervalli regolari, al massimo una volta alla settimana, da navi metaniere. Inoltre, verranno realizzate alcune infrastrutture per allacciare la nave alla rete di trasporto gas esistente.

Il progetto presentato da Snam al Commissario prevede che la nave sia collocata a circa 8,5 chilometri al largo di Ravenna in corrispondenza della piattaforma offshore esistente di Petra (Gruppo Pir), che sarà opportunamente adeguata e ammodernata. Al fine di convogliare il gas verso il punto di interconnessione con la rete nazionale dei gasdotti, posto a circa 42 km dal punto di ormeggio, a nord-ovest della città, il progetto propone di realizzare un collegamento composto da un tratto di metanodotto a mare (sealine) di circa 8,5 km e uno onshore, completamente interrato, di circa 34 km, progettato privilegiando aree non antropizzate, rispettando quelle protette e minimizzando l’uso di suolo, in modo compatibile con le caratteristiche geologiche, geomorfologiche, idrogeologiche e sismiche del territorio, nonché con gli strumenti di pianificazione vigenti. Su tutti questi aspetti progettuali proposti da Snam il Commissario dovrà avvalersi dell’esame scrupoloso e del parere di oltre 40 enti.

Tra gli aspetti più rilevanti del progetto, quelli relativi agli standard di sicurezza. Nella nave rigassificatrice non saranno effettuati processi chimici, ma solo operazioni funzionali al processo di vaporizzazione. L’impianto di stoccaggio e rigassificazione sarà completamente installato a bordo della nave. E’ essenziale che l’impianto e le operazioni a bordo della nave abbiano poi impatti minimi, che Snam si impegna a contenere entro limiti significativamente inferiori a quelli previsti dalla legge. Dal punto di vista paesaggistico, il progetto dovrà rispettare invece le aree di tutela biologica. Sono già stati condotti per Snam alcuni studi specialistici, tra cui un modello delle ricadute in atmosfere, la valutazione di impatto sanitario, la valutazione del traffico navale nell’area di progetto e un modello di dispersione termica e chimica in ambiente marino in fase di esercizio.

Elio Ruggeri di Snam ha esordito affermando che “è la crisi più grave che abbia mai visto e dobbiamo prepararci a fare a meno di 30 miliardi di metri cubi di gas dalla Russia, cioè del 40% di ciò che consumiamo in Italia. Noi ci prepariamo a diversificare nel tempo le fonti di approvvigionamento. Il ministero per la Transizione ecologica ci ha chiesto di intervenire in tempi rapidi per avere nuove opportunità di importazione di gas. Gli impianti rigassificatori sono la strada più veloce. Serve una nave, che già funziona come terminale, ormeggiarla e collegarla al gasdotto. Il mercato delle navi da rigassificazione è esploso a febbraio. Molte navi sono state accaparrate da Germania, Olanda e Paesi baltici, ma Snam ne ha acquistate due tra le migliori, una per il progetto di Piombino e una per quello di Ravenna”.

L’amministratore ha detto che sono già state chieste le autorizzazioni a Piombino e Ravenna, complete di valutazioni  ambientali, rischi, sicurezza, emissioni in aria e acqua. “Abbiamo l’urgenza - ha continuato Ruggeri - di mettere a terra la Fsru in breve tempo: serve un sito per l’ormeggio e una struttura per collegarle alla rete del gas. Per l'ormeggio, due sono le soluzioni: o in porto o in mare aperto dove, a Ravenna, c’è già un ormeggio e c’è l’opportunità di restare nei tempi (piattaforma Petra, pensata negli anni '80 per le petroliere). Adeguare la piattaforma e la linea dei gasdotti vale 250-300 milioni di investimento e i costi operativi sono di decine milioni di euro l’anno. La “W Singapore”, nome della nave per Ravenna, è full optional, di ultima generazione, nasce come impianto di rigassificazione e ha tutte le apparecchiature per contenere l’impatto ambientale e garantire la sicurezza. È lunga 300 metri e fa solo una cosa: cambia lo stato del gas, da liquido (Gnl) a gassoso, riscaldandolo e utilizzando acqua di mare. Si tratta di una tecnologia consolidata e testata da tempo nei 200 impianti esistenti nel mondo”.

Dalla piattaforma Petra, in mare, partirà un gasdotto offshore interrato e si arriva alla linea di costa con una perforazione orizzontale (il tubo passa sotto terra per 10-15 metri), poi attraversa la pineta, gira introno alla città e si collega al nodo di Ravenna che alimenta la rete nazionale. “È un progetto semplice - ha concluso Ruggeri - e i lavori di cantiere saranno contenuti: ciò che preme è la tempistica. L’avvio delle attività commerciali, cioè la diversificazione delle fonti, è atteso dal terzo trimestre del 2024 (luglio-settembre). Abbiamo preparato un pacchetto di informazioni, completo e dettagliato, che compone l’istanza. Il commissario può valutare ogni aspetto del progetto e noi siamo sempre a disposizione”.

Ugl: "Nuovi posti di lavoro"

Il progetto presentato in Regione ha riscontrato ampia condivisione da parte dei soggetti istituzionali firmatari del “Patto per il lavoro e il clima”, tra loro anche il sindacato Ugl Emilia-Romagna. “Come Ugl abbiamo dichiarato la condivisione del progetto e abbiamo evidenziato che oltre all’approvvigionamento dell’energia queste strutture galleggianti potranno generare indotto e nuovi posti di lavoro - spiega in una nota il segretario regionale Ugl Emilia-Romagna, Tullia Bevilacqua - Non c’è più tempo da perdere. In questa fase di estrema emergenza non si può aspettare oltre e il gas naturale si dimostrerà risorsa fondamentale per non dipendere più dalla Russia che, come sappiamo, usa il taglio alle forniture di energia come arma di ricatto verso l'occidente e l'Italia. In sede di “Patto per il lavoro e il clima” abbiamo auspicato che gli iter autorizzativi per l'entrata in funzione dell'unità Fsru per la rigassificazione avvengano entro i 120 giorni previsti e non oltre”.

"Il tema delle forniture energetiche e dell' approvvigionamento del gas è un tema che coinvolge tutto il sistema Paese, e Ravenna lo fornirà a tutta l’Italia - continua la sindacalista - Del resto, e non da oggi, l’Emilia Romagna ha dimostrato di essere una regione caratterizzata da un grande senso di responsabilità e solidarietà, non solo da parte degli amministratori, ma anche da parte di tutti gli attori coinvolti, sindacati inclusi, nei progetti di condivisione nazionale. Il tema delle energie rinnovabili sarà sempre più cogente nell'immediato futuro e siamo del tutto consapevoli che il tempo dei 'no' ideologici e anti-storici è terminato. In questa fase critica internazionale serve un’assunzione di responsabilità da parte di tutti perché, come la guerra in Ucraina ha dimostrato, bisogna essere il più possibile indipendenti dalle forniture degli altri Stati nel rispetto dell’ambiente come chiede non solo l’Europa, ma come impongono i cambiamenti climatici mai così evidenti, e dagli effetti nefasti, come registrato negli ultimi anni e in questa estate torrida e siccitosa in particolare”.

Le reazioni

"Non posso non rappresentare le perplessità del mondo ecologista per l'impatto che il progetto potrà avere sull'ambiente e sulla sicurezza del porto di Ravenna. Sarebbe un errore se venisse trattato gas acquistato negli Usa, visto che è notoriamente fra i più inquinanti. Stiamo vivendo una crisi energetica perché siamo in ritardo sulle fonti da energie rinnovabili e sulla diversificazione delle fonti energetiche", spiega Silvia Zamboni (Europa Verde). Gianni Bessi (Pd) elogia l'opera e sottolinea come sia importante che venga realizzata in Emilia-Romagna. "Bisogna risolvere in fretta il problema dell'energia, perché è una emergenza nazionale".

Dal canto suo Igor Taruffi (ER Coraggiosa) invita a "mettere in campo diverse soluzioni per risolvere il tema energia, anche diversificando le fonti: dobbiamo sempre ricordarci l'importanza della tutela e della sicurezza ambientale". Netta la posizione di Marco Mastacchi (Rete civica): "Bisogna capire bene che tecnologie verranno usate, se si tratta di un impianto aperto o chiuso, perché si deve tutelare la sicurezza dell'ambiente, in particolare del mare e del comparto della pesca". A chiedere attenzione agli eventuali impatti sull'ambiente dell'opera è anche Silvia Piccinini (Movimento 5 Stelle): "C'è una crisi energetica, ma non dobbiamo mai dimenticarci che c'è anche una crisi ambientale e climatica".

“Sosteniamo la scelta importante che la città di Ravenna e la regione Emilia-Romagna intendono perseguire per dare una risposta concreta ad una emergenza nazionale, mettendosi a disposizione per il bene nazionale - dichiarano Francesco Marinelli segretario generale di CISL Romagna e Emanulele Scerra segretario generale di FEMCA CISL Romagna - Il rigassificatore è una infrastruttura che serve a diversificare gli approvvigionamenti di Gas, che come abbiamo più volte sostenuto, è e rimarrà ancora per tanto tempo l'elemento indispensabile e necessario per una  transizione energetica giusta socialmente economicamente e ambientalmente”.

“In questo scenario senza precedenti per via della pandemia, la guerra,  la crisi energetica, ma anche una politica dei No a tutto solo per questioni ideologiche, l'Italia rischia un impoverimento di aziende e distretti manifatturieri che hanno fatto grande questo paese, anche con effetti importanti sull’occupazione. Il rigassificatore - concludono Marinelli e Scerra - si deve collocare all'interno di una politica energetica che sia a 360° e Ravenna può essere un Hub energetico Nazionale dove dentro ci devono stare le rinnovabili, nuove estrazioni su giacimenti esistenti e non sfruttati, sulla cattura e stoccaggio della Co2 (CCUS) e anche di tutte quelle iniziative di economia circolare come il progetto 'Ponticelle Noi'. La scelta di Ravenna non è a caso, poiché qui sono presenti  infrastrutture, know how e professionalità leader nel settore energetico”.

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