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Cronaca Faenza

Caso sbandieratori in consiglio a Faenza, il sindaco: "Dalla Fisb lettera provocatoria e offensiva"

Tra le ipotesi vi era stata quella di una causa o di un ricorso mirato a ottenere una sospensiva della decisione della Fisb, considerando che Faenza è anche tra le città che hanno fondato la federazione. "Ma i rioni avevano paura di ritorsioni"

La rottura dei rapporti tra Fisb e Alfieri Bandieranti di Faenza è approdata nell’aula del consiglio comunale. L’argomento è stato trattato in occasione delle interpellanze presentate da Fratelli d’Italia e Lega, alle quali il sindaco Massimo Isola - che è anche magistrato dei rioni - ha risposto senza lesinare particolari, ripercorrendo le tappe della querelle che ha portato alla decisione, assunta lunedì scorso a maggioranza semplice dal Comitato Palio, di procedere con l’iscrizione individuale di ciascun rione alla federazione sbandieratori, abbandonando di fatto il modello unitario e collettivo adottato da 57 anni a questa parte.

“Siamo di fronte a un tema molto complesso che ha ferito il mondo rionale e la città - ha rilevato il primo cittadino -, e che è stato affrontato con consapevolezza, maturità e dolore di fronte a situazioni accadute e contro le quali il mondo rionale ha cercato di dare risposte razionali a situazioni evidentemente provocatorie”. Il sindaco ha poi letto le motivazioni addotte dalla Fisb in merito alla mancata iscrizione del Gruppo Alfieri Bandieranti e Musici del Niballo Palio di Faenza, inviate il 20 febbraio con una semplice comunicazione formale che Isola ha definito "offensiva", paragonandone il testo al latinorum manzoniano. "Siamo di fronte a questo sia da un punto di vista del diritto, sia da un punto di vista estetico e formale” ha evidenziato il primo cittadino.

“In relazione all’oggetto che ci occupa, per mera completezza espositiva, si partecipa quanto segue con riferimento ai molteplici motivi ostativi al vostro tesseramento in seno alla Fisb - si legge nella comunicazione della Fisb - Prima facie della questione assorbente e già dirimente ai fini della reiezione del tesseramento siete ontologicamente privi dei requisiti previsti ai sensi dell’articolo 4 dello statuto non essendo neppure con la più lata ermeneutica un ente pubblico territoriale astrattamente e concretamente sussumibile nel concetto di ente di tipo associativo che svolge attività senza scopo di lucro. Tantomeno la vostra qualificazione giuridica impedisce di poter essere rubricata come associazione di promozione sociale, aps categoria di enti del terzo settore costituita in forma di associazione riconosciuta o non riconosciuta che giustappunto svolge attività di interesse generale in favore dei propri associati, dei loro familiari o di terzi. Fermo restando quanto sopra a tutto voler concedere sempre e solo per mera completezza espositiva si partecipa in ogni caso la carenza di legittimazione a proporre la stessa domanda posto che è stata proposta da persona priva del necessario ius postulandi. Certo di aver reso opportuni ed esaustivi chiarimenti pur non necessari, l’occasione è gradita per porgere cordiali saluti. Per il direttivo firmato il presidente federale”.

“I rioni avevano timore di ritorsioni”

Nelle settimane e nei giorni precedenti al Comitato Palio, rioni e amministrazione avevano vagliato diverse soluzioni: da quella di una causa legale a quella di presentare un’iscrizione unitaria attraverso un Aps di scopo, fermo restando che come ribadito da Massimo Isola “ad oggi ai sensi del regolamento non c’è ragione per la non iscrizione del gruppo e va detto che sotto il profilo giuridico non risulta sufficientemente esplicitato il motivo del diniego visto che non è cambiato nulla dal 2019 nemmeno nello statuto. La Fisb si fa chiamare federazione, ma è solo una semplicissima associazione non affiliata ad alcun organismo nazionale di controllo a cui appellarsi in caso di anomalia di comportamento. Una associazione che non è iscritta al Coni e che peraltro ha sempre fatto confusione mescolando le condizioni degli iscritti con quelle dei soci, a dimostrazione di un ricorso arbitrario estremamente superficiale alle questioni del diritto”.

Tra le ipotesi come detto vi era stata quella di una causa o di un ricorso mirato a ottenere una sospensiva della decisione della Fisb, considerando che Faenza è anche tra le città che hanno fondato la federazione. “È stato interrogato l’ufficio legale - ha proseguito Isola - e si è valutato anche di intentare un’azione. I rioni però non hanno intrapreso tale strada per timore di ulteriori difficoltà e di ritorsioni. Anche l’ipotesi di iscriversi come associazione Aps Alfieri Bandieranti non è stata presa in considerazione, nonostante avrebbe comportato il mantenimento del carattere unitario del Palio faentino. Si è quindi deciso di intraprendere un’altra strada, e di non procedere nemmeno alla valutazione di un’iscrizione all’altra organizzazione (la Lega Italiana Sbandieratori) per via delle caratteristiche diverse contenute nei regolamenti. Quindi a maggioranza il comitato ha deciso per l’iscrizione individuale determinando così la fine della formale rappresentatività del gruppo Alfieri Bandieranti presso la Fisb”.

I tentativi dell’Amministrazione, la chiusura della Federazione e la questione Qatar

Vari, secondo quanto confermato dal sindaco, sarebbero stati prima ancora di decidere, i tentativi di arrivare adì una concertazione, anche se “lo scenario ci dava pochissimi strumenti in mano per la precarietà del carattere associativo con il quale dovevamo confrontarci. Abbiamo ed ho provato a interloquire con la presidente della Fisb - ha evidenziato il magistrato dei rioni - cercando spazi di concertazione e di approfondimento, ma ho trovato la totale chiusura da parte della presidente e della federazione che ha sempre cercato le parole ambigue del diritto, quando nella discussione informale ha sempre manifestato tutto ciò che è accaduto in seguito alla questione legata al Qatar, con una rottura dei rapporti fiduciari che ha compromesso le relazioni”.

La rimozione dei tecnici faentini

Il sindaco ha inoltre posto l’accento sulle modalità attraverso le quali il consiglio direttivo della Fisb, proprio qualche giorno dopo la decisione del Comitato Palio, ha rimosso dall’incarico tre tecnici faentini. “Leggiamo che prima il motivo riguardava la mancata iscrizione di Faenza, nonostante in quei giorni i rioni stessero presentando domanda individuale. Poche parole dopo, però, la Fisb fa riferimento a una decadenza del rapporto fiduciario. Questa la situazione e le interlocuzioni che stiamo affrontando” ha concluso il sindaco.

Se la questione da un lato si conclude così per quanto concerne i rapporti tra Fisb e comune, non è destinata invece a concludersi immediatamente sul piano individuale visto che l’approvazione delle istanze di iscrizione dei cinque rioni alla Fisb è ancora pendente. Inoltre, in vista delle gare di giugno, la Fisb non si è espressa sull’eventuale invio in deroga dei giudici; e i rioni di Faenza quindi - uniti da 57 anni fuori città, anche quando erano andati in Qatar e che a maggioranza hanno deciso di bussare alla porta della Fisb individualmente pur di mantenere il regolamento tecnico delle bandiere - potrebbero dover trovare soluzioni alternative.

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