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Cronaca

Ritorno sui banchi a settembre: "La didattica a distanza non può divenire la norma"

La segretaria Flc Cgil: "La ministra Azzolina strumentalizza l’emergenza spettacolarizzando negativamente la scuola e i suoi lavoratori, attraverso una sorta di “the show must go on”"

La didattica a distanza, che sta accompagnando da settimane le lezioni, rappresenta una risposta a una situazione emergenziale. La Flc Cgil ringrazia gli insegnanti e il personale Ata che, nei 44 istituti presenti in provincia di Ravenna, da subito si sono attivati per garantire la vicinanza agli studenti in questo momento difficile e inedito.

Non tutte le famiglie erano attrezzate per rispondere all’emergenza e i dirigenti scolastici di ogni grado di istruzione hanno distribuito centinaia di device oltre che 489 schede sim agli studenti degli istituti secondari del territorio: 74 sim sono state distribuite dal polo tecnico-professionale di Lugo, 75 dall’Itip Bucci di Faenza, 76 dall’Ip Persolino Strocchi di Faenza, 77 dall’Ips Olivetti-Callegari di Ravenna, 78 dall’istituto alberghiero Tonino Guerra di Cervia, 79 dall’istituto alberghiero Artusi di Riolo Terme. Sono stati assunti inoltre, a tempo determinato, 6 assistenti tecnici per gli istituti comprensivi (che includono infanzia, primaria e medie) della provincia: 3 assegnati all’area Faenza-Lugo e 3 alla zona Ravenna-Cervia.

“La Flc condivide questa scelta che ha permesso di avviare e implementare, con ad esempio la predisposizione dei device, la didattica a distanza – spiega Marcella D’Angelo, segretaria generale della Flc Cgil Ravenna - da tempo il nostro sindacato si batte per introdurre questa importante figura professionale anche nelle scuole del primo ciclo. Ad oggi, infatti, sono previste solo nella scuola secondaria di secondo grado. Avere in organico assistenti tecnici anche negli istituti comprensivi migliora i percorsi didattici e l’offerta formativa; adesso speriamo che anche il Ministero se ne renda conto e metta a regime queste figure che sono imprescindibili per proporre una scuola moderna e al passo con le nuove tecnologie”.

La scuola a settembre: aule, didattica e organici

“La ripresa delle attività scolastiche a settembre – commenta D’Angelo – dovrà essere accompagnata da una serie di investimenti. Bisognerà intervenire sugli edifici scolastici, anche perché attualmente nella nostra provincia la media è di 25-26 alunni per classe e le nostre strutture non offrono, nella maggior parte dei casi, aule particolarmente spaziose”. La segretaria si sofferma anche sulla didattica e gli organici: “La didattica a distanza non è e non può essere considerata la condizione normale, ma è la risposta che i docenti stanno egregiamente fornendo in questa situazione inaspettata ed eccezionale. Può essere sicuramente complementare alla didattica in classe, ma non può in alcun modo sostituirla né si può pensare di parlarne con superficialità. La ministra Azzolina strumentalizza l’emergenza spettacolarizzando negativamente la scuola e i suoi lavoratori, attraverso una sorta di “the show must go on”. La scuola sta andando avanti solo attraverso lo spirito di responsabilità degli attori protagonisti: docenti e Ata, che con il lavoro in remoto, nell’anormalità della didattica a distanza, riescono a garantire il diritto allo studio. In questa situazione d'inedita emergenza stanno affiorando, purtroppo, tutte le criticità della scuola pubblica, martoriata da anni di tagli agli organici e alle risorse. Il prossimo 8 maggio terremo un incontro, sempre a distanza, con l’Ufficio scolastico territoriale per fare il quadro della situazione degli organici. A livello regionale avremo nella scuola 53.086 posti in organico, comprensivi degli insegnanti di sostegno. Si prevede che gli studenti in Emilia Romagna saranno circa 500.000 con una riduzione di circa 700 unità rispetto all’anno in corso. L’organico previsto del personale scolastico non sarà però in grado di garantire l’avvio delle lezioni, che sarà caratterizzato da importanti disposizioni per rispondere all’emergenza dettata dalla pandemia. Servono investimenti ingenti per potenziare sia gli organici che le strumentazioni in dotazione agli istituti. La scuola è chiamata ad affrontare una grande sfida e dal ministero devono arrivare risposte concrete, non retorica populista. Servono investimenti in personale docente e Ata in modo da consentire la didattica in presenza e per evitare gli assembramenti”.

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