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Cronaca

Rocca Brancaleone, lavori di ristrutturazione: "Non toccate quelle piante, sono preziose"

La preoccupazione dell'associazione "L'arca", da sempre impegnata nella tutela e nella valorizzazione del patrimonio ambientale della città

Sono stati annunciati a inizio aprile i tanto attesi lavori di ristrutturazione che riguarderanno nei prossimi tre anni la Rocca Brancaleone, uno dei luoghi più belli ma anche più diroccati della città. I cittadini, si sono mostrati felici di questa iniziativa attesa da tempo: ora però iniziano le prime preoccupazioni tipiche di un lavoro di riammodernamento così ingente.

L'associazione di volontari "L'Arca", che opera a Ravenna tutelando e valorizzando il patrimonio ambientale della città, ha espresso le preoccupazioni dei suoi membri riguardo alla vegetazione che prolifera nella Rocca. "Chi conosce la storia di Ravenna sa certamente che la città è sorta alcuni secoli prima di Roma e che è stata "città capitale" prima dell’Impero Romano d’Occidente, poi del Regno dei Goti e infine dell’Esarcato Bizantino, in un arco di tempo che va circa dal 402 al 765 d.C. Con la sua flotta militare in età augustea e i porti commerciali successivi, Ravenna ha visto traffici marittimi da e per tutto il mondo. Una traccia di questo grande respiro storico, sociale e culturale si trova ancora nei famosi monumenti che sono sopravissuti al tempo e ai molteplici furti di materiale delle costruzioni più antiche, spesso saccheggiate dai potenti ambiziosi di lasciare il segno della loro presenza. Ma accanto alle pietre "morte" sopravvive spesso nei monumenti anche una vitale flora cosiddetta "urbica" e "ruderale" tipica delle antiche città, delle vecchie mura e rocche del passato. Non è quindi stata una sorpresa quando il censimento della flora di Ravenna, attuato da L’Arca negli anni scorsi, ha permesso di confermare la presenza di 557 specie vegetali. Di queste, oltre 300 sopravvivono (finora) nella Rocca Brancaleone, che si dimostra un vero scrigno di biodiversità vegetale. Il numero potrebbe non dire molto, ma se lo paragoniamo alle circa 1050 specie trovate negli undici siti protetti della fascia costiera ravennate esaminati, per un totale di 10mila ettari comprendenti pinete e zone umide di interesse naturalistico internazionale, allora possiamo affermare che la flora di Ravenna è una flora "da capitale", anzi è essa stessa "un capitale" naturalistico e culturale".

I volontari dell'associazione temono che, con l'inizio dei lavori di pulizia e ristrutturazione, il destino di queste specie sia segnato. "Considerando le ingenti somme previste per la "sistemazione" della Rocca Brancaleone, si può immaginare la sorte della flora spontanea che finora è sopravvissuta. Si parla di alcuni interventi, tra i quali l’estirpazione meccanica delle radici incuneate nei muri. Già alcuni decenni fa, in occasione di una “ripulitura” delle mura, si produsse un danno a questa flora, con l’estirpazione di numerosi arbusti di Alaterno - Rhamnus alaternus L., specie protetta dalla Legge Regionale 2 del 1977- che avevano trovato rifugio in un ambiente ruderale, arido e povero sì di nutrienti, ma proprio per queste condizioni ecologiche "naturale" per una specie rupicola come l’Alaterno. La nostra associazione sta dando vita, con il patrocinio del comune di Ravenna, al progetto "BiodiverCity, Ravenna biodiversità & città", che promuove la conoscenza di valori naturalistici della città. L’interesse e il gradimento dei cittadini dimostrato nei vari eventi che abbiamo organizzato sarà ora in grado di far minimizzare il danno che, a nostro avviso, l'imminente sistemazione potrebbe produrre?"

"Come associazione - concludono - siamo disponibili a fornire la massima collaborazione ad associazioni, enti e istituzioni pubbliche, mettendo a disposizione la nostra esperienza e le competenze acquisite in decenni di protezione, lavoro volontario e ricerca naturalistica a chiunque si adopererà per rendere la riqualificazione della Rocca Brancaleone un'occasione per trasmettere alle generazioni future, oltre che la memoria storica, anche il patrimonio genetico composto dalla biodiversità che in essa si è insediato nel tempo".

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