rotate-mobile
Cronaca

Rojen, 30 ore di lavoro per scaricare il mais ucraino. Coldiretti: "Ora stop alle speculazioni sui prezzi"

Lo sbarco in Italia della prima nave carica di mais proveniente dal Mar Nero è importante per fermare le speculazioni sui prezzi, dalle stalle alle tavole

Lo sbarco in Italia della prima nave carica di mais proveniente dal Mar Nero è importante per fermare le speculazioni sui prezzi, dalle stalle alle tavole, in una situazione in cui l'Ucraina con una quota di poco superiore al 13% per un totale di 785 milioni di chili è il secondo fornitore di mais dell'Italia che è costretta ad importare circa la metà del proprio fabbisogno per garantire l'alimentazione degli animali negli allevamenti. E' quanto afferma la Coldiretti nel commentare positivamente lo sbarco in Italia a Ravenna di 15 mila tonnellate di mais della nave Rojen partita dal porto ucraino di Chornomorsk. Lo scarico della Rojen è iniziato sabato mattina (13 agosto) intorno alle 8.50. Le operazioni dureranno circa 30 ore.

"Tra i prodotti che hanno subito maggiori incrementi di prezzo nel carrello della spesa ci sono proprio - sottolinea la Coldiretti - alimenti la cui disponibilità dipende direttamente o indirettamente dalle importazioni dall'estero ed in particolare dall'Ucraina. In cima alla classifica dei rincari con un +65,8% ci sono gli oli di semi, soprattutto quello di girasole che risente del conflitto in Ucraina che è uno dei principali produttori, mentre al secondo posto c'è il burro in crescita del 32,3% che subisce gli effetti dell'esplosione del costo dei mangimi per gli allevamenti di cui il mais è tra i principali componenti ed al terzo la pasta (+26,3%) che risente dello stravolgimento del mercato mondiale dei cereali provocato dal conflitto tra Kiev e Mosca, proprio nel momento in cui nelle campagne italiane si registrano speculazioni sul prezzo del grano con forti e ingiustificati cali dei compensi riconosciuti agli agricoltori, secondo l'analisi Coldiretti su dati Istat a luglio 2022".

Dopo quasi sei mesi di interruzione delle forniture da Kiev a causa della guerra, lo sbarco avviene peraltro in un momento particolarmente delicato per l'Italia in cui senza precipitazioni rischiano di dimezzare i raccolti nazionali di foraggio e mais destinati all'alimentazione degli animali a causa del caldo e della siccità che - sottolinea la Coldiretti - hanno colpito duramente la Pianura Padana dove si concentra 1/3 della produzione agricola nazionale e circa la metà degli allevamenti dai quali nascono formaggi e salumi di eccellenza Made in Italy. "Una situazione che - continua la Coldiretti - insieme al blocco delle forniture dall'Ucraina ha determinato preoccupazioni per gli approvvigionamenti ma anche forti rincari con i costi di produzione delle stalle italiane che sono cresciuti secondo il Crea del 57%, anche per le speculazioni dei mangimi il cui prezzo è praticamente raddoppiato (+90%) mettendo in ginocchio gli allevatori nazionali".

L'Ucraina - precisa la Coldiretti - garantisce invece il 3% dell'import nazionale di grano (122 milioni di chili) mentre sono pari a ben 260 milioni di chili gli arrivi annuali di olio di girasole, secondo l'analisi su dati Istat relativi al commercio estero 2021. "L'Italia è costretta ad importare materie prime agricole a causa dei bassi compensi riconosciuti agli agricoltori che hanno dovuto ridurre di quasi 1/3 la produzione nazionale di mais negli ultimi 10 anni - afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini - nel sottolineare l'importanza di intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con misure immediate per salvare aziende e stalle e strutturali per programmare il futuro. Occorre lavorare per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali ma serve anche investire per aumentare produzione e le rese dei terreni".

"A seguito di rigorosi controlli da parte dei reparti specializzati antifrode e chimici dell'Agenzia delle Accise, Dogane e Monopoli è stato possibile far entrare nel Paese la prima nave carica di mais proveniente dall'Ucraina". Lo ha dichiarato il direttore dell'Agenzia Marcello Minenna. L'Agenzia, prosegue, "conferma il suo ruolo strategico nella sicurezza del Paese, anche in campo alimentare, grazie al lavoro meticoloso e attento di un gruppo di donne e uomini altamente specializzato". (fonte: agenzia/Dire)

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Rojen, 30 ore di lavoro per scaricare il mais ucraino. Coldiretti: "Ora stop alle speculazioni sui prezzi"

RavennaToday è in caricamento