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Cronaca

"Salute mentale 'in depressione', troppi tagli al personale medico"

Su circa 18 mila pazienti che soffrono in Romagna un disagio mentale, con patologie che vanno dalla psicosi alla depressione, seimila risiedono nella provincia di Ravenna

Su circa 18 mila pazienti che soffrono in Romagna un disagio mentale, con patologie che vanno dalla psicosi alla depressione, seimila risiedono nella provincia di Ravenna. Porte Aperte, la meritoria associazione di famiglie ravennati che vivono al loro interno questi disturbi (spesso in un figlio), si batte da sempre per promuovere, nel servizio pubblico e nella società, la salute mentale. Valerio Cellini, suo presidente, ha dichiarato di recente: “Da quando è nata l’Ausl unica della Romagna è successo esattamente ciò che molti, anche tra i primari dei reparti interessati, avevano previsto: un calo dell’organico ed enormi problemi per gli assistiti. I servizi di salute mentale sono inadeguati. Non si fanno più sostituzioni e oggi ci sono 25 medici in servizio sui 34 che erano. Alcuni hanno in media 300 pazienti: come si può sperare che si possano davvero seguire e monitorare casi anche molto complessi con così poche risorse? Il nostro obiettivo è continuare a dire che si può stare meglio, se non guarire, che altrove succede, che il diritto alla salute va garantito e anche l’inclusione di queste persone. Molte, anzi la grande maggioranza, se adeguatamente supportate, sono in grado di lavorare e possono diventare autonome. Ma serve un percorso, serve un supporto che oggi solo in pochissimi riescono ad avere”.

L’associazione onlus “Diritti civili Lista per Ravenna” organizzò il 12 novembre 2005 un dibattito pubblico sullo “Sconosciuto diritto alla salute mentale” tra il direttore generale dell’Ausl di Ravenna, i direttori dei dipartimenti di salute mentale di Ravenna e di Trieste (città antesignana della riforma psichiatrica, sull’insegnamento di Franco Basaglia) e lo stesso presidente di Porte Aperte. "Il convegno seminò stimoli e proposte da cui, in collegamento col territorio, uscirono risposte innovative, fattive e di qualità da parte del dipartimento di salute mentale dell’Ausl di Ravenna, sotto la direzione della dr.ssa Paola Carozza - spiega il capogruppo di Lista per Ravenna Alvaro Ancisi - Si è registrato un progressivo adeguamento della rete dei servizi pubblici locali alle esigenze dei malati, volto ad integrare tra loro prevenzione, diagnosi, cura, riabilitazione e socializzazione, formazione, avviamento al lavoro. Il miglioramento è stato riconosciuto da tutti. In questi ultimi anni, però, le risorse umane, strumentali e finanziarie per la salute mentale non sono state adeguate alla crescita della presa in carico dei pazienti, in particolare a causa della notevole diffusione delle malattie depressive. Si temono altri tagli pesanti, particolarmente del personale medico. Dopo la partenza della dottoressa Carozza, è scemata l'attenzione alla riabilitazione psichiatrica. Le esperienze di valore che in proposito sono state compiute a Ravenna nel precedente decennio, oggi, nel contesto dell’ Ausl Romagna, sembrano non essere più di interesse. Pur riconoscendo il valore del servizio psichiatrico di diagnosi e cura di Ravenna e del suo direttore, l’influenza decisiva è del Dipartimento di salute mentale dell’Ausl di Romagna. Ritenendo che l’adeguatezza e la qualità del servizio di salute mentale a Ravenna debba interessare profondamente il consiglio comunale, e dunque, in fase preparatoria, la commissione Salute pubblica che presiedo, chiedo al sindaco, quale membro della Conferenza Sociale e Sanitaria, organo di indirizzo e di controllo politico-amministrativo dell’Ausl Romagna, se intende richiedere alla Direzione generale dell’Ausl Romagna una sua propria relazione di base sul tema in oggetto, utile per avviare a tutto campo, nella commissione stessa, un confronto aperto, volto a produrre risultati proficui".

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