Carradori (Ausl) lancia l'allarme: "Mancano medici e infermieri. Se anche avessimo soldi per assumerli non li troveremmo"
"Per quanto riguarda i medici del pronto soccorso siamo al 26% di risorse in meno. Per il personale infermieristico abbiamo aspettato che si laureassero i giovani per assumerli, ma anche così non bastano"
Se anche ci fossero i soldi per assumerli, non si riuscirebbero a trovare medici e infermieri per sopperire alle carenze organiche. E' in sintesi questo l'allarme lanciato da Tiziano Carradori, direttore generale Ausl Romagna, durante la seduta di consiglio comunale straordinario di martedì pomeriggio dedicata al Covid. La convocazione era stata richiesta da alcuni consiglieri di maggioranza, tra i quali Daniele Perini della lista De Pascale sindaco, che si fa portavoce spiegando le motivazioni della richiesta.
Perini lamenta i "pochi fondi" destinati dal Pnrr alla sanità, i "pochi infermieri e medici negli ospedali" - tanto che nel ravennate si inizia ad assumere infermieri dall'estero. Quella di Ravenna per Perini è una "piccola area vasta", comprendente anche gli ospedali di Faenza (67 posti letto) e di Lugo (54 posti letto) oltre a quello di Ravenna (139 posti letto) - ma l'Ausl considera nell'area anche l'ospedale di Cervia. "Bisogna investire su personale, medicina territoriale, telemedicina, inclusione sociale, assistenza a domicilio - invita Perini - Perchè se l'ospedale di Ravenna è debole, sarà debole anche tutta la sanità romagnola".
Durante la seduta, l'Ausl ha anche spiegato che il distretto di Ravenna ha 123 medici di base, ma che tantissimi stanno andando in pensione, per cui è difficile il mantenimento dell'attuale dislocazione degli studi medici. Cosa che crea problemi soprattutto nelle aree extra-urbane, dove ci sono medici che assistono fino a 2000 pazienti. In ogni caso, spiegano dall'Ausl, al 31 dicembre 2019 erano assunti 5071 operatori nell'ambito di Ravenna, dei quali 4124 di comparto; al 31 dicembre 2021 sono 5628, dei quali 4642 di comparto.
Carradori, nel commentare i nuovi investimenti Ausl - tra ospedale, pronto soccorso, Case della salute e quant'altro - spiega che servono parallelamente finanziamenti anche per le assunzioni di personale. "Ma anche se oggi quei finanziamenti li avessimo - ammette - non troviamo personale. Per quanto riguarda i medici del pronto soccorso siamo al 26% di risorse in meno. Per il personale infermieristico abbiamo aspettato che si laureassero i giovani per assumerli, ma anche così non bastano. Nelle Cra, se non assumevamo noi circa 60 unità di personale, non ci sarebbe stato personale per accogliere i nostri anziani, che sarebbero finiti in ospedale. L'auspicio è che il finanziamento possa essere adeguato, perchè sarebbe assurdo arrivare ad avere delle strutture e a non poterle fare funzionare perchè manca personale".
Il Movimento 5 stelle: "Cogliere l'occasione del Pnrr"
Durante la seduta il Movimento 5 stelle ha posto l’accento sulle opportunità che il Pnrr offre anche per il terzo settore. "Dobbiamo essere chiari quando si parla di Salute pubblica e Sanità non si può parlare di spesa, ma di investimenti per il futuro di tutti, un futuro post pandemico e post Covid - introduce il consigliere pentastellato Schiano Giancarlo - Per entrare nel vivo di ciò che sarà una svolta nel sistema sanitario Nazionale e locale, parto da una breve analisi soffermandomi maggiormente sulle opportunità che i fondi del Pnrr, se sapremo coglierle: a metà gennaio è stata approvata in Conferenza Stato-Regioni la proposta di riparto dei primi 8 miliardi dei fondi della missione “6 - Salute” del Piano nazionale di ripresa e resilienza che verranno destinati alle Regioni responsabili dell’attuazione di specifiche linee progettuali”. Nello specifico a metà gennaio è stata stanziata la ripartizione di oltre 6,5 miliardi del Pnrr e di circa 1,5 miliardi del Piano nazionale per gli investimenti complementari destinati alla sanità, risorse che serviranno per: case di comunità (2 miliardi); rafforzare l’assistenza domiciliare e la telemedicina (204,5 milioni); ospedali di comunità e assistenza sanitaria intermedia (1 miliardo); ammodernamento tecnologico e digitale ospedaliero (più di 2,6 miliardi); sicurezza e sostenibilità ospedaliera (638,8 milioni). Altri investimenti riguarderanno infrastruttura tecnologica, analisi dati, vigilanza livelli essenziali di assistenza, sviluppo delle competenze tecniche-professionali, digitali e manageriali del personale del sistema sanitario. Tuttavia la Regione ha tempo fino al 28 febbraio 2022 per presentare i piani regionali al fine di sottoscrivere il Contratto Istituzionale di Sviluppo che, in ogni caso, dovrà essere firmato entro il 31 maggio 2022, dove a vigilare sarà il Ministero della Salute".
"Il Terzo settore è parte fondamentale di questo piano, così l’azione pubblica potrà avvalersi del contributo del Terzo settore per la pianificazione in co-progettazione di servizi sfruttando sinergie tra impresa sociale, volontariato e amministrazione, operando una lettura più penetrante dei disagi e dei bisogni al fine di venire incontro alle nuove marginalità e fornire servizi più innovativi, in un reciproco scambio di competenze ed esperienze che arricchiranno sia la Pubblica amministrazione sia il Terzo settore - continua Schiano - Vedo con piacere che i dirigenti della Ausl Romagna interpellati hanno saputo spiegare ampiamente le progettualità che saranno pilastro della nostra rinnovata sanità pubblica locale, che ci auguriamo possa essere una realtà nel prossimo futuro a beneficio di tutta la comunità. Il Pnrr è l’opportunità per riscattare in parte ciò che è stato tagliato in questi decenni dal settore della sanità pubblica, ovviamente non sarà la risoluzione definitiva alle varie problematiche presenti, che si sono sfortunatamente sedimentate in questi anni ma saranno un ottimo punto di ripartenza”.