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Cronaca

Scoperta maxi truffa sulle false compensazioni di imposte e contributi previdenziali da oltre 33 milioni

Denunciati e sospesi dall'attività imprenditoriale i 30 responsabili della frode, per due professionisti ritenuti gli ideatori del raggiro è scattata l'interdizione per un anno

Maxi truffa da oltre 33 milioni di euro quella scoperta dalla Guardia di Finanza di Ravenna che, nella giornata di sabato, hanno eseguito un provvedimento del Gip che ha portato ad un sequestro di beni per un totale di 1,6 milioni nei confronti di 22 società e 30 persone fisiche ad esse collegate. Secondo quanto emerso, gli indagati avrebbero effettuato tra il 2015 e il 2018 delle indebite compensazioni di imposte e contributi previdenziali utilizzando crediti in realtà inesistenti. L'inchiesta era partita da una verifica fiscale nei confronti di una società ravennate nel corso della quale è stato accertato come questa, al fine di annullare i debiti tributari, avrebbe utilizzato fatture false e crediti d’imposta inesistenti acquistati da una società con sede in Roma. In pratica la società romana, gestita di fatto da uno studio professionale ceh per gli inquirenti sarebbe l'ideatore e responsabile della frode, si era accollata i debiti tributari e previdenziali per poi annullarli compensandoli con crediti fittizi.

Il proseguo dell'indagine ha quindi permesso di scoprire che che tale operazione non era affatto isolata ma rientrava in un più vasto sistema fraudolento che andava avanti da tempo e che utilizzava società cartiere sulle quali far ricadere i debiti tributari delle imprese beneficiarie per poi annullarli con illegali compensazioni telematiche. Il dominus dell'operazione sarebbe stato la legale rappresentante di una società di servizi che, insieme a un commercialista suo socio, avrebbero ideato l'operazione approfittando della loro posizione di intermediari abilitati ad operare sui canali telematici dell’Agenzia delle Entrate. Gli ulteriori approfondimenti, svolti sotto la direzione della Procura della Repubblica di Roma, hanno permesso alle Fiamme Gialle ravennati di individuare altre 18 società beneficiarie di tale illecita prassi per un danno complessivo alle casse dello Stato stimato in oltre 33 milioni di euro, di cui circa 13 milioni di euro relativi a IRES ed IVA e oltre 20 milioni di euro di oneri previdenziali non pagati.

I risultati dell'inchiesta hanno visto finire denunciati 30 amministratori di fatto e di diritto delle società che hanno beneficiato dei servizi illeciti dello studio professionale e i due professionisti, ideatori e realizzatori dell’intero sistema truffaldino. Nei loro confronti il Gip ha anche emesso un decreto di sequestro nei confronti della liquidità e dei beni riconducibili alle diverse aziende coinvolte, fino all’ammontare delle imposte evase, e la misura dell’interdizione dall’esercizio della professione nei confronti dei due professionisti per la durata di un anno. Il provvedimento di sequestro, invece, ha permesso di mettere i sigilli alle disponibilità finanziarie per 744.000 euro e 8 immobili per un valore prudenziale di 924.000 euro.
 

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