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Cronaca

Reclutavano i 'no-vax' in chat per imbrattare i luoghi pubblici: 7 indagati

Nelle chat di Telegram venivano realizzati veri e propri programmi di reclutamento e addestramento, in cui gli organizzatori prima agganciavano gli utenti no vax, per poi organizzare azioni di sabotaggio o danneggiamenti

C'è anche un ravennate tra i sette attivisti di area 'no vax' accusati di associazione a delinquere, oltre che di danneggiamento e imbrattamento, indagati a Bologna in un'inchiesta condotta dalla Digos e coordinata dal procuratore capo Giuseppe Amato e dal sostituto Antonello Gustapane. Ieri, mercoledì, la Digos ha eseguito quattro perquisizioni domiciliari a carico di alcuni appartenenti al sodalizio denominato “Guerrieri Vivi”. All’interno del gruppo sono stati individuati 7 attivisti (due uomini - di 37 e un 39 anni - e 5 donne - di età compresa tra i 30 e i 59 anni) che abitano a Bologna e in altre città del centro-nord, tra le quali appunto Ravenna.

Reclutamento e addestramento

Nelle chat di Telegram, come rende noto la Questura, venivano realizzati veri e propri programmi di reclutamento e addestramento, in cui gli organizzatori prima agganciavano gli utenti no vax, per poi organizzare azioni di sabotaggio o danneggiamenti. Gli affiliati alla struttura, si apprende, agivano in due fasi: una prima attività si sviluppava sul digitale, sulla piattaforma Telegram in cui gli stessi venivano reclutati e addestrati, e una seconda fase direttamente presso gli obiettivi da colpire, in cui i partecipi all’azione venivano accompagnati dai promotori per eseguire i danneggiamenti.

Le indagini

L'indagine è partita nei primi mesi del 2022 dopo una serie di danneggiamenti, l’ultimo in ordine di tempo il 5 gennaio 2023 quando tre attivisti - due donne e un uomo di Bologna, Modena e Ravenna - sono stati individuati e indagati poiché sorpresi nella notte mentre imbrattavano alcune vetrate del palazzo del Comune di Bologna di piazza Liber Paradisus, con scritte in colore rosso a carattere cubitale. Nel corso del 2022, il 30 giugno 2022, due donne con il volto coperto scrissero con vernice di colore rosso frasi del tipo "solidarietà ai lavoratori traditi dai sindacati nazisti e venduti". Successivamente, il 25 luglio 2022 alle sedi sindacali della sede C.G.I.L. di Funo di Argelato e della U.I.L. di Bologna e della Regione Emilia-Romagna venivano fatte scritte enormi. 

Nel corso delle indagini gli operatori di Polizia hanno ricostruito i rapporti tra gli indagati e le modalità con cui gli attivisti realizzavano i ripetuti danneggiamenti, mediante la scelta degli obiettivi, la diffusione e rivendicazione delle azioni nonché nella dotazione del materiale attraverso messaggi veicolati solo attraverso la piattaforma Telegram.

Le indagini hanno documentato una lunga serie di episodi, almeno 25, di danneggiamento, nella città metropolitana di Bologna nell’ambito di una campagna lanciata attraverso Telegram, dove nei vari gruppi (room) si parlava di tematiche no vax, dell’instaurazione di un "nuovo ordine mondiale", di intelligenze artificiali, di “nazismo sanitario”, di “guerra vera”, di “lotta” contro scuole, palazzi istituzionali, sedi sindacali, sedi sanitarie ed altro e dove, più recentemente, veniva veicolato un messaggio video con immagini di Bologna. 

Numerosi sono stati i pedinamenti, i servizi di osservazione anche documentati con video riprese e spostamenti rilevati con strumenti gps e controlli attraverso analisi dei dati telefonici. 25 sarebbero gli episodi, in relazione ai quali è stata documentata la presenza di soggetti non immediatamente identificabili che agivano in maniera organizzata senza lasciare tracce.

Base logistica in periferia

Gli investigatori hanno individuato un locale nella periferia bolognese che costituiva la base logistica dove il gruppo custodiva il materiale che veniva utilizzato per compiere le diverse azioni. Nella giornata di mercoledì, all’esito della perquisizione eseguita dagli operatori di Polizia, sono stati sequestrati numerosi estintori, torce, radioline walkie talkie, body camera, droni e diversi secchi di vernice. Erano, inoltre, presenti capi di abbigliamento, tute, scarpe, giacche anche con simboli dei "guerrieri vivi", diversi striscioni e manifesti contenenti scritte inerenti a tematiche no vax e riferimenti al nazismo, diversi zaini già pronti con materiale quali estintori, bombolette di vernice, nonché megafoni, fionde con elastici, delle balestre e materiale informatico.

L’indagine ha portato ad acquisire elementi volti ad accertare la presenza di una struttura associativa finalizzata a commettere reati di istigazione a delinquere e contro personalità politiche, nonché fatti di danneggiamento e imbrattamento.

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