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Cronaca

Scuola, 63 nuovi posti docente assegnati alla provincia di Ravenna

Sessantatre posti docente sono stati assegnati alle scuole della provincia di Ravenna per quanto riguarda l'anno scolastico formativo 2013/2014.

Sessantatre posti docente sono stati assegnati alle scuole della provincia di Ravenna per quanto riguarda l'anno scolastico formativo 2013/2014. “Non nascondiamo la grande soddisfazione per l'importante risultato ottenuto -afferma Valeria Monti, segretaria provinciale FLC CGIL -, frutto anche dell'impegno e della determinazione con cui la segreteria regionale della FLC CGIL ha incalzato costantemente sia l'USR Emilia Romagna sia la Regione". 

"Da anni non registravamo, in organico di fatto - prosegue Monti - una assegnazione di questa entità. I posti assegnati alla provincia di Ravenna, di poco inferiori rispetto ai 70 preventivati dalla FLC nel comunicato stampa dello scorso 17 luglio, consentiranno di dare risposta alla scuola dell’infanzia, di sdoppiare classi e garantire il tempo scuola nella scuola primaria e nella scuola secondaria di 1° grado, di ripristinare l’organico dei Centri Territoriali per l’educazione degli adulti, oltre ad attivare le classi iniziali dei corsi serali nella scuola secondaria di 2° grado e a sdoppiare i gruppi linguistici e i gruppi classe durante le attività laboratoristi".

"Ora il nostro impegno si deve intensificare per ottenere analogo risultato rispetto ai posti di sostegno in deroga e all’organico aggiuntivo del personale ATA. Mentre per quanto riguarda i posti di sostegno in deroga siamo in attesa di conoscere le esigenze da parte delle scuole, in merito al personale ATA ribadiamo la necessità di garantire almeno 30 posti aggiuntivi, sia per restituire le risorse tagliate alle scuole dimensionate (20 unità di personale, di cui 16 collaboratori scolastici), sia per garantire sicurezza, sorveglianza, assistenza ai bambini diversamente abili nelle scuole strutturate su molti plessi oltre che in quelle realtà nelle quali sono presenti numerosi collaboratori scolastici affetti da patologie che li rendono inidonei al pieno svolgimento della loro attività ma che il MIUR continua ostinatamente a considerare all’interno dell’organico. Il nostro impegno quindi non si ferma qui, nella convinzione che una istruzione pubblica ed universale di qualità rappresenti il presupposto anche per attutire l’impatto socio economico della crisi che, purtroppo, investe in modo preoccupante anche la nostra realtà provinciale”.

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