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Cronaca

Scuole chiuse e figli a casa, Fp Cgil: "Incentivare lo smart working e le misure a sostegno delle famiglie"

Il sindacato lancia un appello alle amministrazioni locali, alle aziende e alle cooperative per sottolineare le problematiche effetto della recrudescenza della pandemia

La Fp Cgil Ravenna rivolge una lettera aperta alle amministrazioni locali, alle aziende e alle cooperative per sottolineare alcune problematiche legate al particolare momento vissuto dal territorio per effetto della recrudescenza della pandemia.

La lettera

"Nelle ultime settimane stiamo purtroppo assistendo a una recrudescenza della pandemia, che condiziona pesantemente le nostre vite da ormai oltre un anno. Abbiamo vissuto periodi di chiusure complete e riaperture, negli ultimi mesi c’è stato un grande sforzo per l’aumento della tracciabilità e dallo scorso gennaio è partita la campagna vaccinale - scrive Fp Cgil - Dalla settimana scorsa il territorio ravennate è purtroppo tornato in grande emergenza; sono state introdotte ulteriori misure restrittive e si è di nuovo in prima linea nella battaglia al Sars-cov2. La Regione Emilia Romagna ha deciso di aumentare le limitazioni nel tentativo di arginare quanto possibile la diffusione del Covid, ma ciò ha portato a nostro avviso dei risvolti degni di attenzione".

"La chiusura delle scuole è sempre un atto estremo, doloroso e ponderato e non possiamo negare che la Didattica Integrata e la Didattica A Distanza non assolvono a tutte le esigenze formative degli alunni e soprattutto, in assenza di altre iniziative, lasciano in difficoltà le famiglie. Mentre per le scuole superiori e le università si può ragionevolmente pensare a una gestione autonoma degli studenti della giornata scolastica, per i gradi inferiori di scuola è impossibile pensare alla stessa capacità di provvedere a se stessi da parte degli alunni. Sorge allora spontanea una domanda. Chi rimane a casa con i bambini se le attività produttive non sono sospese? I nonni, quando sono disponibili, spesso sono a loro volta soggetti fragili, e in un momento come questo, dove il virus circola per lo più tra bambini e ragazzi, lasciare a loro la custodia dei minori potrebbe potenzialmente aumentare il contagio in una fascia d’età non ancora vaccinata. E qualora i nonni fossero disponibili, saprebbero aiutare i bambini a gestire pc, connessioni , webcam, allegati, mail ecc?"

Prosegue il sindacato: "A noi pare evidente che la soluzione non possa essere questa, o quantomeno, che l’affidamento ai nonni, laddove le famiglie possano usufruirne, non sia risolutivo. Chiediamo, quindi, alle amministrazioni comunali in primis di attivare tutto quanto possibile per far sì che i genitori possano seguire i figli, a casa per la chiusura delle scuole, senza alcun danno economico. Chiediamo che siano riattivate tutte le modalità di lavoro agile d’emergenza, nella misura massima possibile per i dipendenti che ne facciano richiesta. Laddove le mansioni non siano esplicabili da remoto, vanno messi in campo altri strumenti come: congedo straordinario, concessione di ferie o banca ore, attivazione della formazione a distanza, utilizzo di ferie solidali o banche ore solidali, bonus per baby sitter. Si tratta di azioni da mettere in campo immediatamente, poiché già dallo scorso 2 marzo le lavoratrici e i lavoratori sono a casa con i figli senza sapere se avranno diritto o meno alla retribuzione e in quale misura. È certamente un momento di estrema difficoltà, che giunge dopo un anno faticoso e doloroso, ma la Fp Cgil crede che ogni ulteriore sforzo, necessario e doveroso fino al raggiungimento dell’immunità della popolazione tramite vaccino, debba essere accompagnato da strumenti tali da consentire alle famiglie di avere una strumentazione risolutiva a garanzia della sicurezza e dignità loro e dei propri familiari".

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