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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Dalla Cina arriva di tutto: dopo gli elettrodomestici e i farmaci finiscono sotto sequestro gli album di foto

La stretta sinergia operativa realizzata tra i due enti ha infatti consentito, ancora una volta, di scoprire nell’area doganale del porto la presenza di un container proveniente dalla Cina

Si consolida ulteriormente l’impegno congiunto dell’Agenzia delle Dogane e della Guardia di Finanza di Ravenna in area portuale a tutela della legalità dei traffici commerciali. Dopo una serie di interventi operativi che nei mesi appena trascorsi hanno consentito di sequestrare nello scalo bizantino farmaci, elettrodomestici e scarpe provenienti dalla Cina e privi delle necessarie indicazioni di origine, sono stati ora individuati circa 150mila album fotografici che stavano per essere introdotti in Italia in violazione della normativa sul “Made in Italy”.

La stretta sinergia operativa realizzata tra i due enti ha infatti consentito, ancora una volta, di scoprire nell’area doganale del porto la presenza di un container proveniente dalla Cina, che trasportava album fotografici diretti ad un’azienda nazionale. Le immediate operazioni ispettive sviluppate dai funzionari doganali e dai finanzieri hanno consentito di appurare che gli articoli, destinati alla commercializzazione sul suolo nazionale e riportanti il marchio italiano dell’azienda importatrice, erano tutti privi delle prescritte informazioni circa l’effettivo luogo di produzione dei medesimi, così risultando potenzialmente in grado di indurre i consumatori finali a ritenere che gli stessi potessero essere di origine italiana.

Pertanto, l’intero carico giunto dall’estremo oriente è stato sequestrato ed al legale rappresentante dell’azienda italiana importatrice è stata comminata una sanzione amministrativa che va da un minimo di 10mila ad un massimo di 250mila euro. Questa ulteriore operazione di servizio, frutto della proficua collaborazione realizzata tra l’Agenzia delle Dogane e la Guardia di Finanza di Ravenna per garantire un’efficace contrasto ai traffici illeciti di merce presso lo scalo bizantino, si colloca nell’ambito delle quotidiane attività di vigilanza che le due Istituzioni svolgono a presidio della legalità in ambito portuale ed in difesa del “Made in Italy”.

La commercializzazione sul territorio nazionale di prodotti fabbricati all’estero e privi delle indicazioni di provenienza è infatti una pericolosa forma di illegalità, in grado non solo di pregiudicare le imprese che producono effettivamente in Italia, ma anche di trarre in inganno i consumatori, i quali possono essere indotti ad acquistare articoli “cinesi” come se fossero di origine nazionale.

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