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Cronaca

Scacciava il maligno e curava posando le mani, con i guadagni pagava la casa al mare: maxi sequestro al "santone"

I riti in certi casi, secondo gli inquirenti, sfociavano nella violenza sessuale quando il capo carismatico del gruppo religioso allungava troppo le mani in palpeggiamenti nelle parti intime

Dopo averne bloccato l'attività pseudo-religiosa già due anni fa, la Polizia ora ha sequestrato i beni ritenuti frutto dei raggiri avvenuti col suo gruppo "Immacolata concezione", basati su esorcismi e riti di guarigione che per oltre trent'anni si sono effettuati nel suo studio-santuario in centro storico a Forlì. Riti che in certi casi, secondo gli inquirenti, sfociavano nella violenza sessuale quando il capo carismatico del gruppo religioso allungava troppo le mani in palpeggiamenti nelle parti intime. E' scattato qualche giorno fa il sequestro dei beni del "santone" Mario Guerrini, 80 anni. Si tratta di beni per circa 700mila euro di valore, tra contante (circa 100mila euro più conti correnti) e tre immobili, due a Forlì un terzo a Lido di Classe. 

Guerrini, che si faceva chiamare "profeta", aveva già patteggiato la pena a tre anni e mezzo per esercizio abusivo di una professione di tipo sanitario, violenza sessuale e truffa aggravata, reati commessi ai danni di una moltitudine di soggetti che a lui si rivolgevano in momenti di vulnerabilità, perpetrati con sistematicità per molti anni, quindi tutt’altro che sporadiche o occasionali. Moltissime persone si erano affidate a lui nella speranza di risolvere problemi di salute fisica o psichica e questioni di cuore pagando, a titolo di contributo, cifre variabili a seconda della propria disponibilità, con la conseguenza - in alcuni casi documentati - di indebitarsi per anni pur di non recidere il legame di dipendenza psicologica dal “santone”. Anche perchè il "discepolo" che osava allontanarsi dal gruppo veniva intimorito con la previsione di oscure sciagure che gli sarebbero capitate.

"Soggetto pericoloso"

Il decreto di sequestro  è stato concesso dal Tribunale di Bologna Sezione Misure di Prevenzione, dopo un'articolata attività documentale dell'Anticrimine della Questura, diretta da Cristina Fagone, per ricostruire il patrimonio che si sarebbe accumulato nei decenni di riti e relative donazioni. All'origine della richiesta del Questore Lucio Aprile è l'assunto che il soggetto sia inquadrabile nelle categorie di pericolosità sociale previste dal Codice Antimafia, con una pericolosità  specifica nei confronti dei minori. I beni sono per ora sotto sequestro, in attesa di un iter giudiziario che è finalizzato alla confisca, in caso di conferma in via definitiva del provvedimento cautelare.

"Il patrimonio del presunto guaritore è stato sottoposto alla capillare attività di accertamento da parte della Divisione Anticrimine della Questura, che ha dovuto ricostruire in maniera meticolosa e approfondita ogni entrata o rapporto finanziario del soggetto, tracciandone i flussi e verificandone la provenienza e la destinazione", spiega la scrupolosità dell'indagine economica il Questore Lucio Aprile. Tale patrimonio è poi risultato incompatibile con i redditi dichiarati e pertanto  ritenuto in larga misura introiti non dichiarati e di natura illecita. Il decreto di sequestro ha riguardato non solo beni dell’interessato, ma anche beni intestati a tre familiari, per un complessivo valore di circa 700.000 euro.

Il sequestro dei beni

È stata sequestrata una villa in via zona di Ravegnana, costituita da due appartamenti e due garage, intestato ai familiari, il cui acquisto è avvenuto durante la commissione dell’attività criminale, interessata poi da un incremento significativo del suo valore a seguito delle imponenti ristrutturazioni  effettuate. Inoltre, è stato sequestrato un appartamento al mare a Lido di Classe intestato a un parente. Nell'ultimo caso indicative sono risultate le modalità di pagamento: nel conto corrente in cui era appoggiato il mutuo per l'acquisto della casa al mare, con sistematicità, venivano effettuati versamenti in contanti, il cui ammontare ha permesso di coprire oltre la metà dell’importo del bene, che pertanto è ritenuto in larga parte frutto dell'attività di “santone”.

Sono stati oggetto di sequestro anche 4 conti bancari, dei quali uno solo a lui intestato gli altri a suoi familiari: la cospicua liquidità presente sui conti sarebbe stata accumulata in buona parte grazie al versamento costante di contanti, nel corso degli anni,  soprattutto mediante l’utilizzo di bancomat. Nel corso degli anni Guerrini e la sua famiglia, secondo gli accertamenti , avrebbero depositato sui conti ben 180.000 euro tramite versamento di contanti a sportelli automatici, in modo che non potesse risultare l’identità del soggetto depositante. Non è, invece, oggetto di sequestro la casa-santuario di via Bacilina, in centro, dove Guerrini ha sviluppato la sua attività nel corso degli decenni, in quanto acquistata prima dell'avvio della sua attività religiosa: normale casa del centro storico sormontata per anni da una 'M' di "Madonna" luminosa appesa ad una finestra, che si trova a 300 metri dalla Questura e altrettanti dal vescovado di piazza Dante, vale a dire le due autorità, quella civile e quella religiosa, che alla fine gli hanno stretto il cerchio intorno.

Le indagini

Il primo a squarciare un velo che copriva quest'attività da decenni fu un servizio del giornalista David Murgia, questo spinse alcuni ex seguaci a rendere note le loro testimonianze, con un'intervista a ForlìToday. Dai due servizi giornalisti partì un'indagine non facile, perché i seguaci di questo gruppo sono sempre stati poco collaborativi, convinti – come lo sarebbero tuttora alcuni – dei “poteri speciali” dell'anziano santone. Mentre i fuoriusciti del gruppo che sono riusciti ad attivare l'indagine - persone che secondo la ricostruzione degli inquirenti si sono ritrovate sotto il gioco psicologico di Guerrini anche per vent'anni - sarebbero stati minacciati di sciagure terribili per aver abbandonato il gruppo.

L'inganno, secondo le accuse, partiva dal far ritenere agli accoliti che l'origine delle loro momentanee sfortune fosse la presenza di spiriti maligni, che solo lui aveva il potere di scacciare. Per questo durante le cerimonie pubbliche avrebbe allestito scenografici riti di purificazione, a cui facevano seguito sedute individuali di digito-pressione così forti da causare forti dolori, spasmi e conati di vomito ai fedeli-pazienti. Grida di dolore e lividi, nella sua personale religione, erano testimonianza del maligno che abbandonava il corpo del posseduto. Tutta l'attività ovviamente era accompagnata da donazioni di denaro. In questo sfondo non mancavano alcuni palpeggiamenti la Polizia e la Procura avevano qualificato come episodi di violenze sessuali. Durante le sedute di esorcismo, infatti, avrebbe allungato le mani nelle parti intime dei pazienti maschi che si affidavano a lui per i loro mali.

l soggetto, rimarcano gli inquirenti,  pur non avendo alcuna laurea o titolo medico prescriveva anche farmaci di libera vendita a seguito di diagnosi che faceva ai fedeli che si rivolgevano a lui non solo per essere liberati dal male, ma anche per i vari acciacchi di salute. In alcuni casi, spiegano le forze dell'ordine, avrebbe anche consigliato a soggetti con patologie gravi a non assoggettarsi a cure mediche e interventi chirurgici. Questa come tutte le altre attività, concludono gli inquirenti, andavano avanti nonostante il tribunale ecclesiastico gli avesse irrorato un'ammonizione canonica alla fine del 2018, in cui gli si vietava di proseguire in attività tipiche dei sacerdoti. Neanche il richiamo dell'autorità religiosa, infatti, era riuscito a bloccare l'afflusso costante di circa 25 adepti che ogni giorno affollavano il suo santuario.

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