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Cronaca

Trema l'impero del "re del vino": sequestrati case, conti e auto d'epoca per 50 milioni

Nel 2017 l'imprenditore era stato arrestato nell’ambito dell’operazione “Malavigna”, poiché ritenuto referente di un gruppo criminale specializzato nel riciclaggio di ingenti capitali di provenienza illecita e nelle frodi fiscali

Trema l'impero del "re del vino": la Direzione investigativa antimafia di Bologna, coordinata dal Procuratore della Repubblica di Ravenna Alessandro Mancini e dal sostituto Lucrezia Ciriello in esecuzione di un provvedimento emesso dal Gip di Ravenna Andrea Galanti, ha sequestrato il patrimonio dell’imprenditore vitivinicolo ravennate Vincenzo Secondo Melandri, stimato in oltre 50 milioni di euro - patrimonio ritenuto sproporzionato rispetto alle attività dell'imprenditore.

Maxi sequestro al "re del vino" (foto Massimo Argnani)

Le operazioni precedenti

Melandri, noto come “il re del vino”, venne coinvolto nel 2012 nell’operazione “Baccus” della Direzione distrettuale antimafia di Bari, a seguito della quale la Corte d’Appello emise nei suoi confronti una condanna a 4 anni di reclusione per reati associativi finalizzati alla truffa aggravata e ai reati fiscali. Nel dicembre del 2017 l'uomo, invece, è stato arrestato dalla Dia di Bologna nell’ambito dell’operazione “Malavigna”, poiché ritenuto referente di un gruppo criminale specializzato nel riciclaggio di ingenti capitali di provenienza illecita e nelle frodi fiscali, perpetrate mediante l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. Nell’ambito di quest'ultima operazione erano stati anche eseguiti provvedimenti di sequestro su beni e liquidità per un valore complessivo stimato in oltre 20 milioni di euro; inoltre erano stati arrestati sette esponenti di un gruppo criminale specializzato nel riciclaggio di ingenti capitali illeciti e nelle frodi fiscali perpetrate mediante l'utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, con il coinvolgimento di persone vicine alla criminalità organizzata foggiana.

Nuovo sequestro

Le recenti indagini patrimoniali svolte dalla Dia, sulla documentazione societaria e bancaria rinvenuta nel corso di tale attività, hanno permesso di ricostruire l’ingente patrimonio dell'imprenditore e della compagna, patrimonio che sarebbe risultato nettamente sproporzionato rispetto alla sua capacità reddituale. Ciò ha portato al sequestro di compendi aziendali e partecipazioni societarie, di 185 beni immobili - ubicati tra Faenza, Russi, Forlì e Desenzano del Garda - costituiti da fabbricati e circa 80 terreni, di beni mobili registrati tra cui 4 auto d’epoca (due Lancia Flavia coupe, una Lancia Flaminia e una Alfa Romeo), di partecipazioni societarie, di diponibilità finanziarie depositate su conti correnti in Italia e nella Repubblica di San Marino (circa 27 milioni di euro), per un valore complessivo stimato prudenzialmente in oltre 50 milioni di euro. L'operazione è ancora in corso e non si esclude che possano riscontrarsi altre evidenze finanziarie ed economiche che possano far lievitare la cifra.

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