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La Bassa Romagna tiene vivo il ricordo di Silvia Romano e di altri sei italiani rapiti

In tutti i Comuni della Bassa Romagna, al termine dei Consigli Comunali verrà letto l’appello lanciato dalle associazioni al fine di tenere viva la memoria sulla vicenda di Silvia Romano e degli altri sei italiani rapiti e ancora prigionieri di banditi e terroristi

L’Unione dei Comuni della Bassa Romagna ha accolto l’appello dell’associazione "Non una di meno di Conselice" e dell’associazione "Cittadini per la Memoria del Vajont" di Longarone (Belluno) per rinnovare l’attenzione su Silvia Romano, la ragazza milanese di 23 anni volontaria dell’associazione Africa Milele Onlus di Fano, rapita in Kenya il 20 novembre 2018.

In tutti i Comuni della Bassa Romagna, al termine dei Consigli comunali verrà letto l’appello lanciato dalle associazioni al fine di tenere viva la memoria sulla vicenda di Silvia Romano e degli altri sei italiani rapiti e ancora prigionieri di banditi e terroristi: Padre Paolo Dall’Oglio, rapito in Siria il 29 luglio 2013; Raffaele Russo, il figlio Antonio e il nipote Vincenzo Cimmino rapiti in Messico il 31 gennaio 2018; Padre Luigi Maccalli rapito in Niger il 17 agosto 2018; Luca Tacchetto rapito in Burkina Faso con la sua fidanzata canadese Edith Blais il 15 dicembre 2018.

"Da oltre duecento giorni di Silvia si sa ben poco, di Silvia si parla poco, di Silvia ce ne si occupa poco. Stare in mano a dei criminali non è come essere in vacanza. Non è nemmeno come lavorare circondati dai sorrisi dei bambini che si stanno aiutando. Non è più così per Silvia e non è più così per la sua famiglia e per chi le vuole bene. Silvia è prigioniera e conta su di noi, così come tutti gli altri connazionali che non possono ricongiungersi alle proprie famiglie - questo un estratto dell’appello inviato dalle due associazioni -. Rinnovare l’attenzione su quanto accade può sembrare poca cosa, ma anche un piccolo gesto come questo può fare la differenza".

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