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Lunedì, 2 Ottobre 2023
Cronaca

"Una condotta spietata": il caso del veterinario tra cani soppressi senza anestesia o necessità e falsi vaccini

Porta il nome della prima vittima, un anziano Labrador poi soppresso, l'operazione 'Balto' che lunedì ha portato al sequestro preventivo dell'ambulatorio del veterinario di Sant'Antonio

Porta il nome della prima vittima, un anziano Labrador poi soppresso, l'operazione 'Balto' che lunedì ha portato al sequestro preventivo dell'ambulatorio del veterinario ravennate Mauro Guerra, a Sant'Antonio. Ma Balto sarebbe solo uno degli almeno 11 animali - tra cani, gatti e conigli - morti in seguito a eutanasie non necessarie o eseguite, così come anche le operazioni chirurgiche, senza i dovuti accorgimenti per evitare agli animali di soffrire.

Le indagini, dirette dal pubblico ministero Marilù Gattelli, hanno toccato nel corso degli ultimi mesi numerosi ambiti specialistici, tanto da portare alla formulazione di ben 27 capi di imputazione: oltre al maltrattamento e all’uccisione di animali, il veterinario è indagato per detenzione illegale di farmaci, smaltimento illecito di rifiuti speciali, falsificazione di libretti sanitari, frode in commercio e reati tributari. Tra i passaggi salienti del corposo provvedimento di ben 110 pagine, il gip Andrea Galanti rileva una “totale assenza di necessità non solo terapeutica, ma anche etica, di infliggere inutile sofferenza a esemplari animali ogni qual volta un tale supplizio può essere evitato”. I clienti del veterinario “hanno optato per l'eutanasia, ritenendo così di risparmiare del dolore alla propria bestiola, eppure…” è stato “procurato al proprio amico di famiglia l'ultimo dolore, il più inutile, lungo e lancinante”.

Il caso del Labrador Balto: da dove tutto è partito

Le indagini sono partite lo scorso agosto da una scoperta fortuita di un agente della Polizia locale non in servizio, che camminando in centro aveva notato un Labrador - Balto appunto - guaire disperatamente all'interno di un cortile. Il cane, i cui proprietari si trovavano in vacanza, era affidato alle cure di un anziano. Ma il povero animale, sotto il sole cocente di agosto, era spossato e disidratato. Balto era stato poi portato dal suo veterinario, Guerra appunto, che avrebbe dichiarato di averlo visitato appena due settimane prima e che lo aveva poi soppresso sotto consenso dei proprietari dell'animale.

Eppure il cane, a detta dei vicini, non pareva in condizioni così disperate da non poter essere risolte: era poi emerso che l'ultima visita effettuata da Guerra, in realtà, risaliva al 2015, 5 anni prima, e le indagini hanno infine accertato che Balto è stato soppresso "senza necessità terapeutica". Il Labrador infatti, "per quanto non versasse in condizioni brillanti a causa del crudele trattamento riservatogli nei caldi mesi estivi - scrive il Gip - aveva comunque mangiato e bevuto, ancora deambulava autonomanente, non aveva problemi di appurata incontinenza: doveva essere solamente reidratato, curato e nutrito". Non solo: la soppressione del povero animale sarebbe avvenuta tramite un'iniezione di Tanax, un farmaco in grado di causare la morte tramite soffocamento, ma senza nessuna anestesia, senza la quale l'animale rimane in stato di coscienza, potendo così percepire il dolore.

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Le altre vittime

Tra le altre vittime c'è anche Iron, un pitbull di appena 4 anni che avrebbe atteso 5 ore prima di essere operato d'urgenza senza anestesia; in seguito all'intervento, Guerra avrebbe comunicato al proprietario del cane che l'animale avrebbe dovuto essere sottoposto a eutanasia, in quanto non sarebbe arrivato a sera. Fortunatamente il proprietario si era rivolto poi a un altro veterinario, che aveva salvato il povero Iron. Il cane Pippo, invece, sarebbe stato sterilizzato senza essere anestetizzato, ma solo leggermente sedato, tanto da dover essere legato durante l'operazione, eseguita addirittura chiedendo al proprietario di fare da "assistente". Intere cucciolate sarebbero invece state sottoposte al taglio della coda in violazione di legge, che consente la caudotomia solo nella prima settimana di vita dell'animale e solo in caso di destinazione dello stesso ad attività sportivo-venatoria, e non per adeguamento allo standard di razza. Una "incontinente e smisurata ricerca della morte, per di più dolorosa, di una schiera dei propri pazienti animali", si legge nel decreto.

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Libretti falsificati, detenzione illegale di farmaci, frodi fiscali

Tra i 27 reati contestati c'è anche la falsificazione di libretti sanitari - i proprietari degli animali, in diversi casi, secondo gli inquirenti avrebbero pagato per vaccini in realtà mai somministrati - lo smaltimento illecito di rifiuti - si legge di carcasse feline ritrovate all'interno di una doccia - l'esercizio abusivo della professione di farmacista legato alla produzione e vendita 'sottobanco' di medicinali, ma anche la produzione di miele senza i necessari standard igienici e, soprattutto, la maxi evasione fiscale posta in essere dal veterinario dal 2014 ad oggi, quantificata in oltre un milione di euro di imposte evase, che ha portato al rinvenimento di ben 619mila euro in contanti nascosti nel garage dell'abitazione del professionista.

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"Una condotta spietata e opportunistica"

L'indagine, si legge nel provvedimento, fa emergere una "spietata e opportunistica condotta dell'indagato, erettosi a soppressore seriale di animali ed esercente la professione veterinaria con modalità che riduttivo e improprio sarebbe definire non ortodosse, o singolari, ma che invece perspicuo e appropriato è etichettare sotto molti aspetti apertamente illecite". Un'attività, quella di Guerra, che secondo il giudice "viene svolta in contrasto con i principi etici che regolano la professione di medico veterinario, potendo addirittura delinearsi degli aspetti di crudeltà nei confronti dei suoi pazienti (...) Uno scenario che pare affiorare dai lontani e dimenticati albori della scienza medico veterinaria e che si pone a distanze siderali dal livello di professionalità ordinariamente esigibile". A tal proposito è bene ricordare che l'Ordine dei medici veterinari di Ravenna - che, come riporta il provvedimento, negli anni avrebbe ricevuto vari esposti dai clienti di Guerra, "tutti però spirati nel nulla", nei mesi scorsi aveva manifestato l'intenzione di costituirsi parte civile in un eventuale processo.

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