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Cronaca

Smart working, partono in Emilia-Romagna i primi nove progetti per gli enti locali

Il bando rimarrà aperto fino al prossimo 31 luglio e fino a esaurimento delle risorse che ammontano complessivamente a 2 milioni di euro

Al via il finanziamento dei primi 9 progetti, con un contributo della Regione di oltre 791 mila euro, per sviluppare e consolidare lo smart working negli enti locali dell’Emilia-Romagna. Intanto prosegue celermente anche l’istruttoria di altre iniziative progettuali per rendere disponibili le risorse già stanziate e garantire un immediato rafforzamento delle azioni in corso.

Il bando regionale (per Comuni, Unioni di Comuni, Province e Città Metropolitana di Bologna) rimarrà aperto fino al prossimo 31 luglio, e comunque fino a esaurimento delle risorse, 2 milioni di euro, messe a disposizione da viale Aldo Moro. La misura prevede un contributo del 70% alle progettualità presentate, relative a tre misure di progettazione del percorso di avvio o consolidamento dello smart working, formazione e adeguamento tecnologico.

 “Abbiamo scelto di finanziare lo sviluppo e il consolidamento dello smart working perché è un modello organizzativo in cui crediamo molto. Una modalità di lavoro– dichiara l’assessore al Bilancio e personale, Paolo Calvano- che abbiamo adottato da mesi per il personale della Regione e che ha avuto un’ottima risposta. I contributi messi a disposizione puntano a valorizzare le specificità di ciascuna amministrazione e la capacità di progettare un nuovo modo di gestire il lavoro. In Emilia-Romagna vogliamo farci trovare pronti per le sfide che questa emergenza e soprattutto il futuro ci riserveranno, non lasciando nulla al caso”.

I primi 9 progetti ammessi a finanziamento (disponibili su https://autonomie.regione.emilia-romagna.it/) sono stati presentatati da: Unione dei Comuni del Distretto Ceramico, Nuovo Circondario Imolese, Comune di Ferrara, Comune di Sissa Tre Casali, Unione della Romagna Faentina, Unione dei Comuni della Bassa Romagna, Comune di Alta Val Tidone, Città Metropolitana di Bologna, Unione dei Comuni Valle del Savio.

“Tante idee di innovazione dei processi e del modo di lavorare nelle progettualità emerse, tutte tese a capitalizzare l’esperienza che gli enti pubblici hanno realizzato in queste settimane di emergenza, dove lo smart working ha rappresentato una scelta obbligata. Ciò– aggiunge l’assessore regionale all’Agenda digitale, Paola Salomoni- ha permesso di garantire la continuità dei servizi della Pa e ha mostrato una strada deve essere rafforzata e percorsa per la reale trasformazione digitale della nostra amministrazione pubblica”.

Il bando

Il bando è finalizzato a raggiungere sostanzialmente due obiettivi. In primo luogo punta ad accelerare il processo di adozione dello smart working come misura organizzativa, per contribuire in questa fase emergenziale a garantire la continuità dei servizi e al tempo stesso ridurre la mobilità dei dipendenti, abbassando il rischio contagio. Inoltre, si vogliono consolidare processi di attivazione dello smart working affinché, terminata la fase emergenziale, questa misura e le lezioni apprese grazie alla sua massiva applicazione possano costituire un patrimonio importante per le organizzazioni, per affrontare le successive sfide di rilancio del paese, dell’economia e della socialità.

In Bassa Romagna

L'Unione dei Comuni della Bassa Romagna riceverà dalla Regione Emilia-Romagna 105mila euro per sviluppare e consolidare progetti dell'ente dedicati al lavoro a distanza. Il bando regionale è rivolto a Comuni, Unioni di Comuni, Province e Città metropolitana di Bologna e rimarrà aperto fino al 31 luglio, e comunque fino a esaurimento delle risorse (2 milioni di euro). L'Unione dei Comuni della Bassa Romagna è tra i primi nove progetti presentati già ammessi a finanziamento, insieme a Unione dei Comuni del Distretto Ceramico, Nuovo Circondario Imolese, Comune di Ferrara, Comune di Sissa Tre Casali, Unione della Romagna Faentina, Comune di Alta Val Tidone, Città metropolitana di Bologna e Unione dei Comuni Valle del Savio.

"La Bassa Romagna è tra i primi enti che ha saputo riprogettare il proprio modo di lavorare in sicurezza - ha evidenziato Nicola Pasi, sindaco referente per l'Innovazione tecnologica -. Lo ha potuto fare grazie alle nuove tecnologie e alla concreta capacità di ripensare al modo di lavorare insieme in forma agile e funzionale. Il progetto presentato in Regione non si è però limitato alle contingenze di questi giorni, ma guarda con ambizione al nostro futuro, immaginando che alcune utili prassi adottate in questi giorni possano costituire importanti strumenti operativi per migliorare e velocizzare il nostro lavoro al servizio delle comunità locali".

La misura prevede un contributo del 70% alle progettualità presentate, che possono includere azioni di avvio o consolidamento dello smart working, formazione e adeguamento tecnologico. Il bando è finalizzato a raggiungere sostanzialmente due obiettivi. In primo luogo punta ad accelerare il processo di adozione dello smart working come misura organizzativa, per contribuire in questa fase emergenziale a garantire la continuità dei servizi e al tempo stesso ridurre la mobilità dei dipendenti, abbassando il rischio contagio. Inoltre, si vogliono consolidare processi di attivazione dello smart working affinché, terminata la fase emergenziale, questa misura e le lezioni apprese grazie alla sua massiva applicazione possano costituire un patrimonio importante per le organizzazioni, per affrontare le successive sfide di rilancio della socialità e dell'economia.

"L'Unione dei Comuni può contare su Servizi strutturati di elevata competenza e specializzazione - ha dichiarato Riccardo Graziani, sindaco referente per lo Sviluppo del personale -; una struttura che ovviamente non sarebbe pensabile per singoli Comuni, magari di piccole dimensioni. È proprio l'elevata competenza e formazione del nostro personale che ci consente di essere tempestivi nel presentare progetti e, di conseguenza, ricevere finanziamenti, fondamentali per lo sviluppo dei servizi stessi. Ogni giorno che passa ci accorgiamo sempre di più dell'importanza dell'Unione dei Comuni, che ci consente di essere all'avanguardia tra gli enti locali, a livello regionale e nazionale".

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