Spacciava in casa anche dai domiciliari, ritorna in manette
E' stato di nuovo arrestato il 35enne il maghrebino ritenuto un personaggio di spicco per lo spaccio di droga a Faenza dopo che l'estate scorsa era stato trovato con sei chili di hashish
E' stato di nuovo arrestato il 35enne il maghrebino ritenuto un personaggio di spicco per lo spaccio di droga a Faenza dopo che l’estate scorsa era stato trovato con sei chili di hashish nascosti nella propria abitazione. Alla metà di marzo di quest’anno, durante un’altra indagine dei carabinieri, era finito di nuovo in manette per aver spacciato un etto di hashish ed in attesa del processo era stato rimesso in libertà.
Non più di due settimane fa i carabinieri lo avevano sottoposto agli arresti domiciliari su ordine del tribunale che aveva aggravato la precedente misura cautelare dell’obbligo di dimora, ma evidentemente nemmeno l’imposizione a rimanere in casa è servita a contenerlo. Il giudice gli aveva anche vietato di incontrare in casa persone diverse dai familiari ed allo stesso tempo non poteva in alcun modo prendere contatti “esterni” tramite telefonini o altri sistemi telematici. In realtà l’indagine dei carabinieri del nucleo operativo e radiomobile conclusasi nella tarda serata di mercoledì, ha dimostrato che il 35enne ha continuato tranquillamente a mantenere i suoi “traffici” di droga anche per telefono .
Appena l’equipaggio del Radiomobile ha visto uscire dalla sua casa un individuo sospetto, hanno aspettato che salisse sulla propria auto e poi lo hanno fermato per un controllo accertando che si trattava di un forlivese 52enne in compagnia della convivente. I due hanno riferito di trovarsi a Faenza in quanto avevano portato una bicicletta per la moglie di un loro amico a cui era stata rubata il giorno prima. Quella versione non ha convinto i militari dell’arma che hanno portato la coppia di forlivesi in caserma per perquisirli. Sull’auto sono state trovate due dosi di hashish, complessivamente tre grammi. Ad “inchiodare” lo spacciatore di Faenza sono stati i messaggi telefonici scambiati con il 52enne forlivese che ancora erano memorizzati sul suo telefonino. Scorrendo i numerosi sms degli ultimi giorni è emerso che il forlivese aveva svolto alcuni lavori di tinteggiatura per conto dello spacciatore che anziché pagarlo in denaro gli aveva ceduto dosi di hashish per saldare le spese dei materiali e della “manodopera”.
I carabinieri sono risaliti anche al linguaggio “in codice” utilizzato dai due con i messaggini telefonici, infatti per intendere la droga il forlivese chiedeva di ripagarlo dei lavori di tinteggiatura almeno con un “caffè” oppure con qualche generico “pezzetto” per sdebitarsi. Memorizzati sul telefonino c’erano anche dei messaggi con i quali l'arrestato comunicava la presenza a casa sua dei carabinieri per i consueti controlli giornalieri inoltre nel portafogli del forlivese sono stati anche trovati alcuni appunti riconducibili a debiti di droga con il 35enne magrebino.
Ricostruita tutta la vicenda, è scattato l’arresto in flagranza per “spaccio di stupefacenti” mentre il 52enne forlivese è stato segnalato al prefetto per uso personale di droga. Dell’arresto è stato informato il pubblico ministero Isabella Cavallari della Procura della Repubblica di Ravenna, che ha disposto di trattenere per la notte il 35enne in camera di sicurezza. Giovedì mattina, in tribunale davanti al giudice Andrea Galanti l’arresto è stato convalidato ed il processo rinviato al 10 maggio 2016 quando sarà giudicato anche per il precedente arresto avvenuto a marzo. In attesa del processo, è stato nuovamente sottoposto agli arresti domiciliari.