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Cronaca

Tenta di uccidere l'avvocato: dal carcere Primo Bisi vuole raccontare la sua verità

Con una lettera scritta dal carcere ad alcune testate locali, si è rivolto direttamente ai giornalisti per invitarli in cella ad ascoltare la sua versione e per divulgare la denuncia presentata nei confronti dell'avvocato

Con una lettera scritta dal carcere ad alcune testate locali, si è rivolto direttamente ai giornalisti per invitarli in cella ad ascoltare la sua versione e per divulgare la denuncia presentata nei confronti dell'avvocato a cui aveva sparato con l'intenzione di ammazzarlo. Il pluriomicida Primo Bisi, 76enne originario di Argenta (Ferrara), si trova in custodia cautelare proprio da quando il 17 settembre 2012 aveva fatto fuoco al petto del 44enne Francesco Manetti, in passato suo avvocato, per questioni legate a una vecchia parcella non saldata.

''In preda a una disperazione - scrive ora Bisi - causata da anni di estorsione. Lo so, ho sbagliato ma non sapevo più difendermi da quell'avvocato''. Secca la replica del legale in questione: ''Si è guadagnato un'ulteriore denuncia: quella per calunnia''. Bisi quel giorno si era presentato sotto falso nome allo studio dell'avvocato Manetti, a Ravenna, con tre pistole, di cui due fabbricate da lui nella casa del fratello di Longastrino, nel ferrarese, dove si trovava in detenzione domiciliare dal 2010 per motivi di salute.

Lungo il curriculum criminale dell'anziano, che nel '63 aveva ucciso un uomo a sprangate a Filo D'Argenta (Ferrara). Era tornato libero nel '77, si era trasferito a Savio, nel ravennate, dove nel 2001 aveva ucciso la moglie e un vicino di casa a colpi di pistola. Secondo la perizia psichiatrica disposta dal Gip Piervittorio Farinella, l'anziano è seminfermo di mente ma socialmente molto pericoloso.

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