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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Centro / Strada Statale Adriatica

Tiro al bersaglio contro le prostitute: sequestrato un mitragliatore soft air

Secondo i due indagati si è trattata soltanto di una bravata, che avrebbe potuto causare conseguenze fisiche ben più gravi di quelle accertate, oltre ad aver generato grave allarme nella zona

Tiro al bersaglio contro le prostitute sull’Adriatica. Due giovani ravennati di 22 anni sono stati denunciati a piede libero dagli agenti della Squadra Mobile di Ravenna. Tutto ha avuto inizio nella nottata di giovedì scorso, quando un cittadino brasiliano, che si prostituisce lungo l'Adriatica, chiesto aiuto alla Polizia, segnando che da un fuoristrada scuro qualcuno ha esploso dei colpi d’arma verso di lui e di una prostituta di origine romena che sosta poco distante.

Sul posto viene immediatamente inviata una pattuglia della Squadra Mobile. I poliziotti hanno verificato che le persone colpite lamentavano dolore in alcune parti del corpo, le quali hanno riferito di essere state centrate da pallini di plastica. I malcapitati hanno fornito le prime indicazioni sul veicolo, dando la possibilità agli agenti di risalire al proprietario dell’auto. Le immediate ricerche non hanno consentito di rintracciare il mezzo. La svolta è arrivata l'indomani, quando gli uomini della Squadra Mobile sono piombati in casa del proprietario dell’auto, un ravennate di 22 anni che in un primo momento ha cercato di negare. Accompagnato in Questura, ha ammesso le proprie responsabilità, permettendo ai poliziotti di recuperare l’arma, che aveva nel bagagliaio dell’auto.

Si tratta di un fucile mitragliatore soft air “Assault Rifle G36 Electric Air Gun”. Il fucile è stato sequestrato insieme ad un mirino a raggi infrarossi e un sacchetto con oltre 600 pallini di plastica. Il giovane è stato denunciato insieme al suo amico, un coetaneo pure residente nel capoluogo, che la sera prima, mentre lui sparava, guidava l’auto. Dalla ricostruzione dei fatti è emerso anche la presenza nel veicolo di due ragazze, che hanno assistito al gesto. Secondo i due indagati si è trattata soltanto di una bravata, che avrebbe potuto causare conseguenze fisiche ben più gravi di quelle accertate, oltre ad aver generato grave allarme nella zona.

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