Sparò nel parco, in casa scritte integraliste: "Incapace di intendere e di volere"

L'INTERROGATORIO - Nell'interrogatorio davanti al pm Cristina D'Aniello il 28enne, difeso dall'avvocato Cristofori di Bologna (che parla di uno stato di depressione del suo assistito, ma non di radicalizzazione islamica), avrebbe riferito di essere inseguito da "spiriti maligni" e anche al momento dell'arresto non appariva lucido. Un disagio psicologico, quindi, che avrebbe poco a che fare con il fondamentalismo islamico. Trascorso un periodo in carcere, il 28enne ha ottenuto gli arresti domiciliari. Martedì l'epilogo.

L'INTERVENTO DELLA LEGA - "Tutti si attendevano una pena esemplare – dicono il segretario provinciale del Carroccio ravennate, Samantha Gardin, ed il consigliere regionale Lega Nord, Andrea Liverani -. Infatti, la richiesta di 2 anni e 8 mesi ci sembrava il minimo, in questa situazione. Invece, dopo la perizia psichiatrica, è emerso che quella notte l’albanese “non era in grado di intendere e volere”. Tutto questo è semplicemente assurdo".

La Lega Nord sottolinea "le varie contraddizioni del caso e anche del sistema: un sistema che pretende di giudicare come fobie o percezioni distorte» le sensazioni di insicurezza dei cittadini italiani. Mentre chi giudica «una persona che esplode dei colpi momentaneamente non in grado di intendere e di volere – dicono Liverani e Gardin – al termine di una perizia, con il rito abbreviato, ha messo di fatto in libertà una persona che giudichiamo socialmente pericolosa. Come si fa a sostenere che un gesto simile non possa ripetersi: questa persona può essere in grado di procurarsi nuovamente un’arma, tralasciando i proseliti religiosi trovati nella sua abitazione Insomma, ci si riempie continuamente la bocca, parlando di certezza della pena. Se la fiducia dei cittadini nelle istituzioni è già ora al minimo cosa dirà la gente adesso, dopo la vicenda di questo albanese tornato in libertà?"