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Cronaca

Stalking emergenza nazionale, ma non a Ravenna: subito scarcerato

In un momento in cui il femminicidio è diventato una vera emergenza nazionale, a Ravenna, facendosi interpreti dell'appello a prevenire le stragi, gli inquirenti si sono mossi per tempo, sequestrando un'arma

In un momento in cui il femminicidio è diventato una vera emergenza nazionale, a Ravenna, facendosi interpreti dell'appello a prevenire le stragi piuttosto che a intervenire a “frittata già fatta”, gli inquirenti si sono mossi per tempo. Il loro timore, infatti, era che con quella pistola artigianale in grado di sparare e con cinque proiettili nel tamburo, l'uomo avesse in testa di stesse per andare a regolare i conti con la ex moglie o con la convivente, visto che le due donne lo avevano denunciato a distanza di un anno per lo stesso reato: minacce di morte e lesioni.

Tuttavia per il giudice le prove non sono state sufficienti e quindi lo ha punito solo per il possesso dell'arma illegale. A sua discolpa i precedenti preoccupanti perché contravvenzionali e legati alla sua professione. A dettagliare la vicenda è l'Ansa che spiega che il protagonista della vicenda - un pescatore arrestato la scorsa notte dai carabinieri a Cervia, sul litorale ravennate, con una scacciacani modificata nel furgone - ha negato ogni volontà di utilizzare quell'arma sulle due donne, sostenendo che se l'era fabbricata perché, rincasando per lavoro a notte tarda, non si sentiva sicuro.

Denunciato dalle due compagne: intervengono i carabinieri (Foto M.Argnani)

Portato davanti al giudice ha patteggiato un anno e sei mesi di reclusione e 2.000 euro di multa ed è tornato libero. Il Pm aveva chiesto la custodia in carcere dell'imputato, sia alla luce delle denunce fatte dalle due donne. Sul pescatore, tuttavia, gravano tuttora le accuse della ex moglie, una 66enne cervese come lui che l'aveva querelato il 10 giugno 2012 per presunte minacce subite nell'ambito di una contesa sull'erogazione dell'assegno di mantenimento. E non era nuovo alle armi: il 13 giugno successivo all'uomo erano stati sequestrati quattro fucili, due carabine e una pistola.

Poi la seconda e analoga denuncia, di un'altra donna: una 35enne romena, con la quale la storia era iniziata nel 2009 e per le quale lui aveva allontanato la moglie. Tanto che la ragazza sempre l'anno scorso aveva iniziato a portare qualche volta in casa un nuovo compagno, un 47enne italiano. Risale giusto a domenica scorsa la denuncia della 35enne contro il pescatore. Una settimana prima i carabinieri della locale Compagnia erano intervenuti per una lite domestica durante la quale il nuovo compagno della romena aveva lamentato di essere stato affrontato dal 56enne con una scacciacani in mano. In quell'occasione i militari avevano deciso di sequestrare, oltre alla licenza di caccia del pescatore, anche le armi e le munizioni del padre che abita al piano terra della stessa palazzina di Savio, nel ravennate, dove ancora vivono assieme la romena e il 56enne.

Quando verso la scorsa mezzanotte i carabinieri hanno incrociato per strada il furgone del pescatore, hanno optato per un approfondito controllo dal quale è spuntata l'arma. In mattinata davanti al giudice e al pm di turno Roberto Ceroni, l'imputato, difeso dall'avv.Benedetta Massani di Rimini, ha riferito di averla avuta da 20 anni quella pistola ma di averla modificata solo di recente in seguito al sequestro delle altre armi. Non per commettere atti di violenza - ha precisato - ma solo come misura di autoprotezione.

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