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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Cotignola

Terremoto, gas stoccato nel sottosuolo ravennate? Partiti i lavori

Un grande "serbatoio" di stoccaggio di gas nel sottosuolo? Non esiste solo quello di Rivara, nel comune terremotato di San Felice sul Panaro, ma anche a Cotignola e Bagnacavallo

Un grande "serbatoio" di stoccaggio di gas nel sottosuolo? Non esiste solo quello di Rivara, nel comune terremotato di San Felice sul Panaro, il cui iter autorizzativo, dopo dieci anni, è stato improvvisamente bloccato dal Ministero dello Sviluppo ufficialmente per il parere negativo della Regione Emilia-Romagna. Venerdì 1 giugno, dopo i due forti terremoti del 20 e 29 maggio in Emilia è arrivato il 'niet' alla Erg, che sostiene il progetto.

LO STOP A RIVARA In una zona ancora più sismica dell'Emilia, la Bassa Ravennate - tra i Comuni di Bagnacavallo, Cotignola, Faenza e Castelbolognese -, la Edison Stoccaggi sta costruendo un impianto simile. A Rivara l'Erg aveva intenzione di stoccare 3,7 miliardi di metricubi di gas attraverso 19 pozzi di iniezione ed estrazione, per stipare la risorsa a quasi tre chilometri di profondità. Perché questa necessità di stoccaggio? Per creare riserve e acquistare il metano quando costa meno, vale a dire in estate. In Italia la domanda di stoccaggio è pari 15 miliardi di m3 degli operatori contro un'offerta effettiva di soli 8,5 miliardi di m3. E Rivara sembrava un posto sicuro, anche per l'effetto della scarsa sismicità.

STOCCAGGIO DI GAS A SAN POTITO - COTIGNOLA. E il sito di San Potito di Bagnacavallo e Cotignola? La pianura ravennate nella carta del rischio sismico ricade nella quinta fascia di rischio su una scala di 12, ben due "fasce" più rischiose rispetto alle aree colpite dal terremoto del 20 e 29 maggio 2012 in Emilia. Che cosa prevede il progetto di Edison Stoccaggi? Secondo una sintesi della valutazione di impatto ambientale di fine 2005, si prevede lo stoccaggio di un miliardo di metricubi di metano due km sotto il livello del mare, nel sottosuolo. Il progetto trova il suo centro nella centrale di compressione San Potito di Bagnacavallo, a cui sono collegati i pozzi di Cotignola e San Potito stesso nel raggio di 10 km.

IL PROGETTO. Si tratta, in altre parole, di riutilizzare dei campi per l'estrazione di gas di Cotignola, sfruttati dal 1956 al 2005 e a San Potito, utilizzati dal 1988 al 2000. Nel 2001 il Ministero delle Attività Produttive ha ritenuto il sito idoneo allo stoccaggio di gas naturale. Nel progetto la centrale di compressione è prevista lungo via San Vitale, nel comune di Bagnacavallo, che dovrebbe rimettere nel sottosuolo il metano alla pressione originaria. Oltre ai pozzi dell'epoca ne saranno scavati altri 10, oltre ad un metanodotto di una decina di chilometri e altre strutture connesse. I lavori sono già partiti, confermano dal Comune di Cotignola.

GLI AMBIENTALISTI: UN BOMBOLONE SOTTO IL SEDERE. Inevitabile l'allarme delle associazioni ambientaliste. Cosa potrebbe succedere in caso di terremoto, come quelli che stanno colpendo la provincia di Modena? "La Romagna è seduta sopra ad un bombolone di gas". E' l'allarme che viene lanciato da Ravenna Virtuosa / Associazione Clan Destino. E continuano: "Alla luce di quanto è successo molto vicino a noi e visto l'alto rischio sismico anche della nostra zona, lanciamo un appello a tutti i Sindaci, a tutti i componenti dei consigli dei comuni - affermano gli ambientalisti - firmatari della convenzione di Edison e dei comuni vicini, affinché chiedano uno STOP immediato ai lavori in corso, al fine di effettuare nuove valutazioni sismiche e tecniche di questo impianto di stoccaggio sotterraneo".

Secondo gli ambientalisti, che hanno fatto un po' di conti, "accettare lo stoccaggio sotterraneo di Edison ha portato nelle casse dei comuni interessati 3.700.000 euro complessivi così distribuiti: 1.624.470,08 a Bagnacavallo, 349.550,98 a Lugo, 696.276,14 a Cotignola, 642.106,66 a Faenza, 193.798,07 a Castel Bolognese, 193.798,07 a Solarolo".

I SINDACI: SUPPLEMENTO DI STUDI E INDAGINI. Di fronte al dramma che si è consumato in Emilia e al potenziale rischio i sindaci dell'Unione dei Comuni che comprende l'area interessata di Cotignola e Bagnacavallo chiederanno un supplemento di indagini: "Ci sono dati nuovi, che derivano in gran parte dal fatto che il sisma dell'Emilia è un evento diverso da quello prevedibile nella mappa del rischio sismico, per cui è intenzione chiedere un supplemento di istruttoria, anche per iscritto se necessario", spiega il sindaco di Cotignola Antonio Pezzi. I Comuni dell'area hanno già preso contatti con la Regione Emilia-Romagna per un confronto di tipo tecnico "e le valutazioni del caso". Di sicuro c'è la volontà di andare più a fondo per capire il rischio reale in caso di terremoto.

In ogni caso si tratta, è bene precisarlo, di un iter aggiuntivo non sospensivo dei lavori. Lo spiega anche Pezzi: "L'iter si è concluso già alcuni anni fa e le autorizzazioni, che dipendono dal ministero, considerata la rilevanza nazionale del progetto, sono presenti e regolari. All'epoca, tutto un iter di valutazione ambientale senza particolare clamore o dissenso da parte dei cittadini".

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